Narrativa straniera Classici Il carteggio Aspern
 

Il carteggio Aspern Il carteggio Aspern

Il carteggio Aspern

Letteratura straniera

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Un uomo con pochi scrupoli e un'ossessione che non lo abbandona mai; un'anziana signora che custodisce gelosamente un tesoro letterario perduto le lettere del grande poeta americano Jeffrey Aspern, suo antico amore; un'ingenua zitella che ancora sogna in rosa: questi gli ingredienti di un racconto perfetto, misurato e insieme appassionante, sullo sfondo di una Venezia torrida e remota. Composto in un periodo di ricca creatività dell'autore, il libro esplora, in modo sensibile e talora ironico, il difficile rapporto tra pubblico e privato, doveri e diritti, curiosità ed intimità, analizzando i limiti e le discrezionalità del desiderio di conoscenza.



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Il carteggio Aspern 2016-05-22 09:14:41 Dario
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Opinione inserita da Dario    22 Mag, 2016

Una perdita

Un raffinato critico americano, di cui ignoriamo il nome, sbarca a Venezia sulle tracce del suo poeta più amato, Jeffrey Aspern, mito del Romanticismo. Una clamorosa scoperta lo ha condotto fin lì: Juliana Bordereau, la giovane musa del poeta, sopravvive ultranovantenne in un palazzo lagunare, assistita da una nipote avanti con gli anni, e tutto fa credere che sia in possesso delle lettere a lei rivolte da Aspern, rimaste inedite. Lo studioso, presentatosi sotto falso nome, chiede e ottiene ospitalità, sia pure in cambio di un affitto spropositato. Tesse la sua tela, cercando di ingraziarsi la fragile e ingenua nipote, aspettando l’occasione propizia per scoprire le sue carte. Ma non ha fatto i conti con una lady di ferro…
Di Henry James avevo letto molti anni fa una sola opera, Il giro di vite, e onestamente non mi aveva appassionato. Oggi ho scoperto un nuovo autore da coltivare. Non c’è bisogno che vi decanti l’abilità descrittiva, la finezza di analisi, la cura dei dettagli del maestro americano, riconosciute da più di un secolo. Vorrei invece richiamare l’attenzione su un aspetto che mi pare trascurato dai critici, se non dai biografi: l’umanità che traspare da queste pagine. La tecnica della narrazione in prima persona, di per sé, non basta per fare di una voce narrante una voce viva. Non è da questa tecnica che dipende l’accento di verità, di sincerità, che avverto nei pensieri del personaggio. Ciò che ho trovato emozionante in queste pagine non è tanto la vicenda, tutto sommato esile, ma la suggestione che emana dalla identificazione dell’autore con il personaggio narrante, e dalla possibilità che ogni vero amante dei piaceri dello spirito si riconosca a sua volta negli stati d’animo e nei tormenti del nostro anonimo. Non sono certo pochi gli Henry James di questo mondo, anche se non viaggiano in carrozza e non possono permettersi di vivere d’arte, come il Nostro, oggetto già ai suoi tempi delle frecciate di scherno di qualche virilissima nullità. Tutti costoro si riconosceranno nel profilo di un uomo (James e il suo doppio) che ha dedicato la sua vita alla ricerca della bellezza, ma che in fondo al cuore è assillato da un dubbio: primum vivere. Il critico di Aspern rifiuta (o meglio, esita ad accogliere) la condizione che gli avrebbe permesso di mettere le mani sulle agognate carte: accettare le profferte amorose della poco seducente nipote di Miss Bordereau. Sceglie di tornare ai suoi sterili studi, al suo fanatico culto del Poeta, rifiutando un’occasione per vivere la vita nella sua pienezza. Se vi fossero dubbi, la pagina finale, la frase finale, confermano quanto James collochi proprio in questa riflessione il cuore del romanzo. Nessuna scoperta, nessun successo letterario potranno restituire un amore rifiutato.

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Il carteggio Aspern 2015-12-02 04:08:56 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    02 Dicembre, 2015
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Orfeo e le Menadi!

Ne Il carteggio Aspern di Henry James “Orfeo e le Menadi” sono il poeta Aspern e la coppia di signore che custodisce il misterioso carteggio (“Oh, ha tutto!”) – preziosa testimonianza in possesso dell’amante ultracentenaria – in un palazzo veneziano nel quale il critico-narratore si introduce con un preciso intento acquisitivo.
Per ottenere lo scopo (“Per me è il poeta dei poeti – lo conosco quasi a memoria”), il critico fa leva sulla cupidigia di Juliana, ma il percorso è irto di difficoltà che principalmente risiedono nella personalità delle signorine Bordereau (“Chissà quali riti di ennui andassero mai celebrando le signorine Bordereau nelle loro oscure stanze”).
E proprio nella caratterizzazione delle due donne (“Le signorine Bordereau costituivano un tipo del tutto nuovo dell’americano in contumacia”), oltre che nella fascinosa ambientazione veneziana (“Le mie carte frusciavano nell’errabonda brezza dell’Adriatico”), risiede la potenza narrativa di un’opera originale nella letteratura di tensione sottile e di alto bordo: da un lato miss Tina (“Alta, tremula zitella”), dall’altro “la divina Juliana come teschio ghignante”: “Conoscenza esoterica – ecco cosa rappresentava quella vecchia”.

Le manovre di accerchiamento del critico sono macchinose ed economicamente dispendiose (“Un ritratto del dio. Non so cosa darei per vederlo”), la strategia implica la conquista della fiducia della diffidente Tina (“Non so che cosa abbia. Tiene tutto sotto chiave”) nel costante timore che Juliana compia l’irreparabile (“Ma perché non dovrebbe distruggere quelle carte? Oh, le ama troppo”), come certi atteggiamenti della vecchia lascerebbero presagire (“Lo strano suono della sua risata; fu come se il debole spettro vagante del tono antico sbucasse d’un tratto fuori con una capriola”).

L’epilogo è originale, in sintonia con il mistero decadente che aleggia sui personaggi e sull’ambientazione miasmatica. A ben vedere, “Orfeo e le Menadi” sono anche il narratore e le signorine…

Giudizio finale: trilaterale, lagunare, epigrammatico.

Bruno Elpis

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Il carteggio Aspern 2015-10-18 09:34:11 Emilio Berra TO
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Emilio Berra  TO Opinione inserita da Emilio Berra TO    18 Ottobre, 2015
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Piccolo giallo veneziano

"Il carteggio Aspern", breve e bellissimo romanzo, venne scritto nel 1887 durante un soggiorno di H. James in Italia.
Lo spunto è tratto da un fatto di cui sentì parlare : un fervido ammirare di Shelley, avendo saputo che l'ormai anziana amante di Byron (e madre di Allegra) viveva a Firenze con una nipote d'età matura, e che le due attempate signore avevano un interessante carteggio epistolare dei due poeti, escogitò un piano per insediarsi nella stessa dimora delle due donne e venire così a conoscenza dei contenuti dell'ambito tesoro.

James ambienta la vicenda nella bella cornice di Venezia, città che ben conosceva : "ogni cosa era avvolta nel fulgore dorato di Venezia", col rumore del "tuffo dei remi che nei canali stretti si faceva più sonoro e più liquido musicalmente", tra il furtivo vagare in gondola per segreti appostamenti.
I personaggi rilevanti sono tre : l'Io narrante (un ammiratore del poeta Aspern, da tempo scomparso) e due signorine: una ultracentenaria, che fu amata dal letterato, e la nipote cinquantenne.
Le due dame americane vivono "segregate in un vecchio palazzo" con delizioso giardino; "timide, misteriose (...), riluttanti a chiedere favori e poco desiderose di ricevere attenzioni".
E' proprio in questa antica dimora che il nostro protagonista cerca di insinuarsi : ci riuscirà e potrà finalmente conoscere la leggendaria padrona di casa.
La vecchissima signora rimane, con la sua veneranda età, l'unica superstite del tempo che fu : della sua epoca, solo "meri echi, fantasmi e polvere".
La parvenza è spettrale : "sugli occhi portava una orribile visiera verde che le serviva quasi da maschera", "la testa avvolta in un vecchio pizzo nero". Si direbbe un bel teschio rivestito (ancora) di pelle.

L'ambito tesoro è ovviamente il carteggio Aspern che si favoleggia custodito e ben protetto dalla vecchia. Ma esiste davvero? E colui che ambisce riuscirà a posare lo sguardo su di esso?
La tensione narrativa è quella del romanzo giallo; ma qui c'è ben di più : una splendida prosa d'autore, una scrittura magnifica che indora di sé l'intero racconto.
Si tratta di un gioiello letterario condensato in poco più di cento pagine.

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Il carteggio Aspern 2015-09-11 17:57:49 Mario Inisi
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    11 Settembre, 2015
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Corteggiando il carteggio

Un romanzo breve molto simpatico, che incuriosisce a proposito della personalità dell'autore, che non doveva essere nella realtà molto diverso dal protagonista della storia: una persona affabilissima, molto piacevole e gentile, affascinante in un certo senso. Ma che ha con la gente il rapporto che uno in genere ha con i libri per cui ne trae il massimo piacere ma senza troppi patemi e legami e che viceversa ha con le parole e con l'arte, in particolare con il poeta Aspern e soprattutto con il suo carteggio nella storia in questione, un rapporto molto più passionale. C'è un'inversione di ruoli tra carne e lettere per cui il mondo astratto delle parole acquista quasi una fisicità nel romanzo. Particolare il modo in cui il protagonista sguscia via di fronte all'essere umano. In fondo il rapporto con le due donne poteva diventare ben più interessante sia con la vecchia amante di Aspern che con la nipote. Quest'ultima ha qualità umane di gentilezza e sincerità che la renderebbero un'amica inestimabile. E la vecchia sembra una donna molto intelligente anche se calcolatrice e troppo diretta nei modi. Ma il protagonista scivola via dall'umano per diventare quasi rapace davanti alla carta stampata. Bello, mi ha fatto venir voglia di leggere The master. La scena finale è bellissima: gli occhi dell'amante di Aspern, bellissimi e coperti dalla veletta per tutto il romanzo, qui sono come un faro puntato sul nostro protagonista nel momento più meschino della sua vita.

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Il carteggio Aspern 2015-01-06 07:03:20 siti
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siti Opinione inserita da siti    06 Gennaio, 2015
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SPERIMENTALISMO

Romanzo breve pubblicato a puntate, su rivista, nel 1888 dieci anni prima dell’altro racconto, altrettanto noto, ”Giro di vite” e sette dopo “Ritratto di signora”. Scrittore" transatlantico", una vita tra America ed Europa amando molto la nostra Italia.
Una particolare predisposizione alla scrittura breve in un tentativo di battere se stesso in revisione e perfezione, caratteristica questa necessaria se si vuole mantenere l’equilibrio utile a non far fallire miseramente la propria fatica.
Il racconto è un genere narrativo arduo da scrivere, sintetico nella sostanza, equilibrato nella forma, un raro diamante, se lo si sa incastonare. Questo appartiene alla prima produzione e, pur risentendo di un certo sperimentalismo, risulta comunque molto gradevole.

La trama è semplice e lineare: un critico letterario circuisce con vari espedienti due anziane demodé, zia e nipote, per impossessarsi del carteggio privato della prima, ultracentenaria, musa ispiratrice in gioventù del poeta da lui tanto ammirato. Tutta la narrazione verte su uno spunto reale di cui James venne casualmente a conoscenza, il classico motivo ispiratore insomma.
Certo che, negli anni in cui entravano in scena il grande realismo francese e il nostro verismo, la collocazione di questo scritto pare anacronistica, ma in realtà non lo è: li ha frequentati, l'autore, i maestri del realismo e ne dosa la lezione nutrendosi di altri spunti letterari, americani (Hawthorne e Poe in primis).
L’impianto è quello di un modesto giallo e la suspense è l’elemento di fondo e se si pensa poi che la pubblicazione avvenne a puntate se ne comprende ulteriormente l’importanza. Il tentativo mi pare riuscito in parte, il finale mi ha lasciata di stucco e ho dovuto leggerlo nuovamente per capire se mi fossi persa qualcosa, per cui il racconto mi pare più un bozzetto autobiografico e caricaturale che ha dato all’autore il pretesto per un eccellente esercizio stilistico.
L’ambientazione veneziana è deliziosa: Venezia è bellissima ma scomoda, trasandata e in parte abbandonata, scenario di sogni turistici e luogo di passaggio o di soggiorno cercato e quasi un cimelio di epoche passate nell’immobile e incantevole laguna, zanzare comprese.
L’opera permette inoltre all'autore di inserire spunti di riflessione, interessanti e mai invadenti, nell'economia del racconto: rapporto tra dimensione pubblica e privata dei singoli, celerità delle notizie nell’ “era dei giornali, dei telegrammi e delle fotografie e delle interviste”, la figura dell' intellettuale, il sentore del cambiamento dei tempi.

Se avesse solo immaginato di quali diavolerie si può sporcare, oggi, la vita privata di ognuno di noi chissà quale racconto dell'orrore avrebbe scritto...

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