Narrativa straniera Classici La passeggiata
 

La passeggiata La passeggiata

La passeggiata

Letteratura straniera

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La passeggiata (1919) è uno dei testi più perfetti di Walser, il grande scrittore svizzero che ormai, soprattutto dopo la pubblicazione delle sue opere complete, viene posto accanto a Kafka, a Rilke, a Musil – ammesso cioè fra i massimi autori di lingua tedesca del nostro secolo. Ma La passeggiata ha anche un significato peculiare in rapporto a tutta l’opera di Walser: è in certo modo la metafora della sua scrittura nomade, perpetuamente dissociata e abbandonata agli incontri più incongrui, casuali e sorprendenti, come lo è appunto ogni accanito passeggiatore – e tale Walser era –, che abbraccia amorosamente ogni particolare del circostante e insieme lo osserva da una invalicabile distanza, quella del solitario, estraneo a ogni rapporto funzionale col mondo. In un décor di piccola città svizzera, e della campagna che la circonda, il passeggiatore Walser ci guida, con la sua disperata ironia, in un labirinto della mente, abitato da figure disparate, dalle più amabili alle più inquietanti. Da Eichendorff a Mahler, il vagabondaggio è stato un archetipo ricchissimo della più radicale letteratura moderna. Tutta quella grande tradizione sembra condensarsi, quasi clandestinamente, nella Passeggiata di Walser, a cui lo scrittore ci invita col suo irresistibile tono: «Lei non crederà assolutamente possibile che in una placida passeggiata del genere io m’imbatta in giganti, abbia l’onore d’incontrare professori, visiti di passata librai e funzionari di banca, discorra con cantanti e con attrici, pranzi con signore intellettuali, vada per boschi, imposti lettere pericolose e mi azzuffi fieramente con sarti perfidi e ironici. Eppure ciò può avvenire, e io credo che in realtà sia avvenuto».



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La passeggiata 2020-04-08 12:18:24 Emilio Berra TO
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Emilio Berra  TO Opinione inserita da Emilio Berra TO    08 Aprile, 2020
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La bellezza ovunque

Imbattersi in una scrittura bellissima e profonda succede raramente. Ma Rorert Waler qui realizza questo dono per il lettore che ama lo stile lieve e armonioso, si direbbe da avvicinarsi alla musica.
Una passeggiata, dunque, per immergersi nell'incanto della natura e del paesaggio e lasciar scorrere pensieri profondi, grazie anche all'arte di comunicare serenità e gioia.

Già la partenza avviene "in una disposizione d'animo avventurosa e romantica".
Inoltrandosi nel bosco, l'Io-narrante si sente invaso da "un indicibile senso dell'universo, e insieme, strettamente unito" da "un fiotto di gratitudine prorompente con forza dall'anima lieta. (...) Suoni di un mondo primordiale giungevano, provenienti chissà da dove, al mio orecchio. (...) Di lassù, dalla cima degli abeti, veniva un fruscio lontano e lieve".
Superato il bosco, la passeggiata si snoda tra case, un'osteria non pretenziosa che "appariva come la familiarità e la fedeltà stessa" e altre immagini liete : un "trasognato giardino" e "sopra un chioschetto (...) pendeva e si torceva con squisita grazia un rosaio tutto fiorito" .

Con Walser, ovviamente, nulla di lezioso e ridondante. Egli stesso pare prenderne le distanze : "i fiori sono belli, ma la loro funzione non è quella di banalizzare" ; il paesaggio ingentilito è tanto amato quanto "l'austera bellezza" .
Qui tutto è autenticità, emozione pura senza nulla 'che pesi o che posi' . E' severamente interdetto navigare su un oceano di panna montata.

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per chi in letteratura cerca la bellezza .
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