Bambino 44 Bambino 44

Bambino 44

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Lasciatevi sprofondare nella gelida Russia del 1953, in pieno regime totalitario, un paese perfetto "dove il crimine non esiste". Il primo a non mettere in dubbio tutto questo è Leo Dimidov, ufficiale di polizia, eroe di guerra che ha sempre eseguito gli ordini del Partito: ma stavolta non gli riesce proprio: deve indagare sulla morte di un ragazzino che a lui non sembra per nulla un incidente. Ma non è facile cercare la verità da soli contro tutti e contro il tempo. Trasformato da predatore in preda, Leo comincia a scoprire realtà spaventose e viene messo di fronte a scelte impossibili (arrestare la moglie o rinunciare alla propria vita).



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Bambino 44 2018-03-27 11:40:29 Pelizzari
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    27 Marzo, 2018
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Freddo e spietato

Storia che inizia con un gioco di bambini che finisce male...e da lì deriva una catena di eventi crudeli, che forse non ti aspetti, e che comunque ti sorprendono. All’inizio la lettura non è così facile da ingranare. Poi ti accorgi che è proprio la violenza il messaggio principale che questo libro ti vuole trasmettere. E’ un romanzo cupo, che ti lascia addosso un senso di angoscia ed oppressione non ben definibile. Se riesci a superare questa sensazione, riesci ad apprezzarne le sfumature, così come anche l’ambientazione ed il contesto. Il ritmo è abbastanza buono: in diversi punti forse è tutto un po’ troppo prolisso. Forse per me è comunque stata una lettura troppo fredda.

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Bambino 44 2015-06-04 07:21:25 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    04 Giugno, 2015
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C'era una volta...

Leo Stepanovic Demidov membro emergente dell'MGB (Ministero per la sicurezza dello Stato) non può più accontentarsi di arresti di falsi colpevoli e di insabbiature comode al fine del bene comune, non dopo che si è reso conto di cosa questo silenzio veramente significhi. La morte del figlio del compagno Fedor è la chiave di volta che porta l'agente a rischiare il tutto per tutto, che lo induce a cercare i veri colpevoli in quello che è un meccanismo idoneo a creare reietti anche quando l'innocenza dei predetti è palpabile. Parallelamente Demidov è anche un uomo che crede nell'amore e nel proprio matrimonio, un soldato che seppur ligio al dovere non può condannare la moglie Raisa quando questa è incolpevole, non può consegnarla a chi vuol tramutarla in una dissidente, in una anti-sovietica laddove il suo unico crimine è quello di fungere da pedina per dimostrare la lealtà del marito al sistema. La pena? L'umiliazione. Il degradamento ai lavori più umili nella milizia, un filone della polizia paragonabile a niente e con valore esiguo se non nullo. Affiancato da una riscoperta moglie, le indagini del nostro protagonista si concreteranno e nonostante tutte le mortificazioni e l'esilio questo riuscirà a ricostruire i passi dell'assassino e mutilatore di bambini, riscoprendo se stesso e le falle di quell’apparato che da predatore lo ha reso preda.
Avvincente, ricco di contenuti storici e stilisticamente soddisfacente, Bambino 44 è un romanzo che si fa gustare pagina dopo pagina, un componimento che esige di essere assaporato con calma, senza fretta, uno scritto che riesce a scattare una istantanea di una società nei suoi pregi e difetti dando chiaramente idea al lettore del governo instaurato in un tempo non troppo lontano e su un territorio troppo vasto da amministrare.
Ispirato infatti alla realtà storica il testo unisce alla potenza narrativa l'inquietante ritratto di un regime di terrore creando suspence, stimolando la curiosità e mantenendo vigile l'attenzione di chi legge. Basato sulle vicende di Andrei Cikatilo, pluriomicida a cui possono essere ricondotte almeno 56 vittime tra donne e bambini nel lasso di tempo che va dal 1978 – data della prima morte – al 1990 – anno in cui è stato arrestato – , Child 44 è il primo lavoro di Tom Rob Smith e senza dubbio spicca per qualità e contenuti.

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A chi cerca un romanzo completo tanto dal punto di vista storico che narrativo. Lo stile è semplice ma le ricerche poste in essere dall'autore per completare l'opera sono accurate e donano al componimento spessore compensando la scrittura adottata. Il mistero, infine, incuriosisce il lettore che pagina dopo pagina è spronato a ricostruire il puzzle.
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Bambino 44 2015-02-08 15:03:11 Vincenzo1972
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Vincenzo1972 Opinione inserita da Vincenzo1972    08 Febbraio, 2015
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Pericolo alta tensione

Ci sono libri che fanno riflettere, molti altri che insegnano o spiegano teorie aprendo la mente, ce ne sono diversi che lasciano indifferenti e ce ne sono alcuni, alquanto rari direi, che generano emozioni.. emozioni di tipo diverso, passione o paura o rabbia, ma tanto intense da sembrare impossibile che un libro possa avere tale potere; in fondo un libro è solo un oggetto materiale, un susseguirsi inanimato di parole, manca persino dell'impatto visivo che può suscitare un film ad esempio.
Il romanzo di Smith rientra senza dubbio in questa categoria.
Sicuramente un ottimo thriller, trama ben svolta e coinvolgente nel suo evolversi, con un'impostazione classica che prevede un 'prologo' il cui prosieguo si concretizza solo nei capitoli finali. Tale impostazione rende, quindi, abbastanza semplice intuire 'chi sia l'assassino' ma la storia coinvolge così tanto da rendere ininfluente tale aspetto.
Perchè non è l'indagine poliziesca il punto di forza di questo romanzo; se fosse così, Bambino 44 non emergerebbe e non si distinguerebbe nella miriade di romanzi simili.
L'indagine poliziesca sembra quasi un pretesto per raccontare la metamorfosi di un uomo, Leo Stepanovic Demidov, la cui coscienza è stata annullata e plasmata a servizio del regime stalinista diventando membro del MGB, ufficialmente un dipartimento di polizia per la sicurezza di Stato ma che in realtà si avvale del suo potere per eliminare con l'accusa di spionaggio chiunque rappresenti un ostacolo o un pericolo per il raggiungimento del sogno sovietico, l'utopia comunista.
Ma quando quello stesso regime che Leo ha sempre onorato gli si rivolta contro mostrando le sue profonde contraddizioni, Leo reagisce, si ribella e lotta, non solo contro chi cerca di reprimerlo ma soprattutto contro se stesso per infrangere quello strato di ghiaccio che ha avvolto la sua ragione ed il suo cuore, congelando i suoi sentimenti e la sua dignità. Ed è proprio nella descrizione di questa metamorfosi, profonda, drammatica e dai risvolti angoscianti che l'autore mostra la sua notevole capacità di coinvolgimento emotivo.
Non voglio paragonarlo al capolavoro di Orwell '1984', ma leggendo Bambino 44 ho provato le stesse sensazioni, tanto forti quasi fossero reali, quasi fossi io il protagonista della vicenda; quella sensazione di rabbia che ti stringe lo stomaco, ti rode dentro per l'odio che genera, il desiderio di vendetta, di ribellione verso le ingiustizie subite e la spietata malvagità di uomini contro cui è impossibile agire, resi impotenti a causa di un sistema, di un regime senza giustizia, in cui si cercano le colpe e non le prove di innocenza.
E' la capacità dell'autore di rendere tangibile questo senso di rabbia e di vendetta che anima il protagonista, sino a trasmetterlo al lettore in modo così nitido, la vera forza di questo libro.

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Bambino 44 2015-01-26 07:03:27 Stefano74
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Stefano74 Opinione inserita da Stefano74    26 Gennaio, 2015
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Bellissimo

In una Russia glaciale, ancora gestita dal regime Stalinista, essere sospettati significa essere colpevoli e pertanto immediatamente condannabili. La canfora nelle vene è la minima tortura per un regime che non ammette, e non vuole vedere, il crimine. Così il protagonista si ritrova improvvisamente degradato da alto dirigente dei servizi segreti a semplice forza di una milizia locale. Non per questo, però, la serie di omicidi, di cui il regime non ammette l'esistenza, diventa la sua unica possibilità di riscatto.
Un avvincente romanzo condito da un finale ad altissima tensione. Le sorprese, e i sospetti, non finiranno mai trascinando il lettore in una corsa contro il tempo per un testo da leggere tutto d'un fiato.

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Bambino 44 2014-12-17 19:10:54 Vita93
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Vita93 Opinione inserita da Vita93    17 Dicembre, 2014
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Non ci sono delitti in paradiso

“Bambino 44”, opera d’esordio dello scrittore londinese Tom Rob Smith, è il primo capitolo di una trilogia che sfortunatamente, nei successivi due episodi, non ha saputo mantenere le aspettative generate da questo eccellente debutto.

1933. Nella Russia stretta nella morsa di Stalin, due bambini escono di casa per dare la caccia ad un gatto. Sono disposti a tutto pur di procurarsi un po’ di cibo. Uno dei due non tornerà mai più a casa.
1953. Muore Stalin. C’è un clima pesante, di cultura del sospetto, di continua caccia all’uomo per cercare di scovare traditori ed oppositori del regime.
Leo Demidov è un rispettato ufficiale dell'MGB, la polizia segreta sovietica. Fedele servo del sistema, ligio alle regole, abituato a lavorare nel rispetto dei dogmi staliniani ereditati.
Il crimine in Russia non esiste, semplicemente perché non ci sono casi irrisolti. Sarebbero impurità, imperfezioni. “Non ci sono delitti in paradiso”. In qualsiasi circostanza, l'importante è chiudere velocemente il caso. Tanto che in mancanza di un presunto colpevole, la Polizia arriva spesso ad incolpare emarginati, reietti o persone scomode.
Fino a quando nella vita di Leo accade l’impensabile. Il figlio di un suo collega viene trovato morto, con la famiglia convinta che si tratti di un omicidio. E Raisa, la sua bellissima moglie, viene accusata di essere una spia. Chi sono i colpevoli? Cos’è davvero il paradiso?
Nella testa di Leo si insinua il dubbio, che porterà il personaggio alla scoperta di un nuovo se stesso.

"Bambino 44" è un thriller potente, capace di coniugare finzione e ricostruzione storica, attingendo anche dalla cronaca nera come nel caso del tristemente noto mostro di Rostov.
Il romanzo è pervaso da una sensazione di paura, di costante terrore psicologico, come se i protagonisti si muovessero su una lastra di ghiaccio senza alcun margine di errore.
Ottima la scelta del ritmo della narrazione, così come eccellente è la caratterizzazione dei personaggi, sia principali che secondari.

Il regista Daniel Espinosa girerà un adattamento cinematografico (prodotto da Ridley Scott e rigorosamente bandito in Russia), con un cast di assoluto livello (Tom Hardy, Noomi Rapace, Gary Oldman, Jason Clarke, Vincent Cassel) ed un corposo budget da 44 milioni di dollari.

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Bambino 44 2014-07-25 20:29:49 Illary
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Illary Opinione inserita da Illary    25 Luglio, 2014
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La paura vera

Russia, 1933. La popolazione stremata dalla fame è alla disperazione, due bambini rincorrono nel bosco un gatto scheletrico per mangiarlo, è l'unico essere vivente rimasto nel villaggio dopo che la popolazione ha cotto persino gli stivali di pelle per sfamarsi, e si cominciano a verificare episodi di cannibalismo. Uno dei ragazzini non farà mai ritorno a casa.
Russia 1953. La popolazione vive nel terrore totale, qualsiasi atteggiamento o parola appaia anche lontanamente in contrasto con il regime di Stalin, provoca un'immediata deportazione, la tortura e la morte. Nessuno è insospettabile e la psicosi di essere sorvegliati e di poter essere arrestati ricorda vertiginosamente l'ambientazione orwelliana di "1984".
Il protagonista del romanzo è Leo Stepanovic Demidov, un dipendente della polizia segreta russa totalmente convinto che, per il bene dello Stato e per il trionfo del regime, tutto sia permesso. Le sue certezze crollano quando viene incaricato di indagare, e quindi incriminare, la propria moglie. La vita di Leo si trasformerà quindi nella ricerca della verità e di un pericoloso assassino che sventra i bambini, ma del quale lo stato rifiuta di ammettere l'esistenza.
Un libro bellissimo, ben scritto e che vanta un'ambientazione agghiacciante e da brivido... le pagine trasmettono la paura vera, per la quale non servono mostri, ma bastano gli uomini ed un regime folle ed omicida.

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1984
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Bambino 44 2014-07-09 09:01:26 Francesca2213
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Francesca2213 Opinione inserita da Francesca2213    09 Luglio, 2014
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Il fratello dimenticato

"Per tutto il tempo era stata un'indagine nel suo passato tanto quanto sui delitti,un'indagine che lo spingeva a tutta velocità verso il confronto con un fratello che aveva cercato di dimentica"

Vorrei iniziare questa recensione con la mia personale distinzione di thriller. Per me esistono tra tipi di thriller che si addicono ai movimenti del corpo. I thriller camminata,cioè quelli lenti,che ti portano piano piano a destinazione,i thriller camminata veloce quelli che ti portano a destinazione più velocemente,ma che non hanno come unico obbiettivo l'assassino e poi i thirller di corsa quelli incalzanti che fai di tutto per finirlo.Detto questo il romanzo sopracitato è un thriller CAMMINATA VELOCE.

Un bambino,Pavel,scompare sotto gli occhi miopi di suo fratello Andrej.Cosa è successo a Pavel? Che fine ha fatto?E vivo o è morto? Bhe la risposta a tutte queste domande non è tanto scontata,perchè vi chiederete leggetelo e capirete. Con queste domande si apre il romanzo,ma poi si lascia andare,quasi si ci dimentica di questa storia perchè tutto ci riporta a Leo,alla sua vita perfetta. E' entrato nella squadra dell'MGB quindi ha un posto d'onore,tutti ai suoi ordine,alla ricerca di una presunta spia,ma fa l'errore di tutta la sua vita che poi è lo scatto principale del libro.Qualcuno vuole incastrarlo,sua moglie è una spia.Avrà mai lui il coraggio di denunciarla?Sa che se lo farà morirà,ma salverà la sua famiglia?Cosa farà Leo?Non vi è dato saperlo.Dalla sua decisione partono varie condanne,parte la caccia all'uomo.Ma chi stanno cercando un assassino o il passato represso di Leo?Chi è quest'uomo che uccide i bambini? Un uomo senza cuore. Li attira a se e li uccide,gli recide lo stomaco che da come cena ai suoi gatti.Ma niente è come appare un assassino tanto efferato che ha ucciso ben 48 bambini,e un uomo normale,ha una famiglia,una moglie che lo ama e delle figlie che lo vedono come un eroe,ma allora perchè fa questo se ha veramente la felicità in pugno? Vedete quante domande sorgono spontanee solo leggendo la trama.
Oltre a una corsa contro il tempo,contro l'assassino,Leo si ritrova ad affrontare anche una lotta contro se stesso,contro il suo passato e soprattutto contro il suo presente.
Ha vissuto nella bugia,in un attimo tutte le sue convinzioni sono cambiate.Tutto quello che ha fatto è sbagliato,ma è troppo tardi per rimediare,deve dimenticare e cercare di fare del bene per cancellare il male. Ma funziona davvero così?

Con questa domanda vi lascio a questo romanzo,io ho l'ebook quindi chi lo vuole basta che mi scriva.
Buona Lettura,
libro che merita davvero tantissimo!

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Bambino 44 2013-11-09 10:56:20 Baobab
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Baobab Opinione inserita da Baobab    09 Novembre, 2013
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Grazie Marija per aver deciso di morire!

Il mio incontro con “Bambino 44” risale ad un pomeriggio primaverile in cui mi sono detta “Se leggo un'altra storia d’amore, vomito!”.

Dopo un’accurata ricerca, opto per questo libro di Tom Rob Smith, attirata principalmente dal suo incipit:

“23 Gennaio 1933
Dato che Marija aveva deciso di morire, il suo gatto avrebbe dovuto arrangiarsi da solo.”

Voglio presentarvi la mia recensioni basandomi sui due aggettivi che associo a questo thriller: COMPLETO e AGGHIACCIANTE.

Non mi soffermerò sulla trama “superficiale” del libro, la caccia all’assassino. Questo aspetto è sicuramente il collante di tutta la vicenda, ma anestetizzati come siamo dalla cronaca e dalle serie TV, il nostro serial killer sarà in un certo senso, solo uno dei tanti.

Quella non comune è invece la caratterizzazione del personaggio principale, Leo Dominov. Perfetta! Un essere vivente in carne e ossa, altro che carta e inchiostro!
Nell'Unione Sovietica del 1953, Leo è un ufficiale dell'MGB, lo conosciamo mentre mette a tacere l’omicidio del figlio di un collega, lo vediamo in azione, impegnato a convincere la famiglia in lutto che si è trattato solo di un tremendo incidente. Non ci sono nè assassini nè furti nella Russia sovietica, la violenza è frutto del Capitalismo!
Un campanellino di allarme ci dice che questo Leo è “dalla parte dei cattivi”. Ci viene fatto intendere che ha un ruolo di spicco nell’MGB e che l’ha ottenuto servendo fedelmente lo stato, quindi, con ogni probabilità, occultando, torturando e uccidendo! Leo vive la sua vita in modo completamente distorto, è un fantoccio, riesce a vedere solo quello che gli viene detto di vedere! Vede una moglie bellissima che lo ama profondamente, vede città pulite, vede una Russia senza violenza, vede la felicità, ma la verità è che non sta guardando!

Poi, la svolta.

Un’accusa sorprendente, scegliere se denunciare qualcuno di amato (e quindi condannarlo a morte certa!) o credere nella sua innocenza e andare contro lo stato. Una luce si infiltra all’interno dell’animo oscuro di Leo. E se tutto quello in cui ha creduto fino a quel momento fosse sbagliato? Se fossero stati tutti grandi errori?

E’ caos!

Insieme alla luce, si fa strada la consapevolezza di essersi macchiato di crimini imperdonabili, per un ideale irrealizzabile. Quelli che credeva suoi amici, lo detestano!

E’ solo!

Poi, la caccia al serial killer, una caccia segreta, una battaglia personale contro lo Stato che vorrebbe un insabbiamento della faccenda. Il tentativo di redimersi, di ritrovare un po’ d’umanità : da qui la COMPLETEZZA. Impossible definire questo libro solo un thriller! C’è la disperazione di aver vissuto nella finzione, l’angoscia del chiedersi “che persona sono io?”, c’è il bisogno di trovare di fronte a tanta durezza dei sentimenti autentici e c’è tanta Storia. Sì Storia con la S maiuscola, Storia vera e per questo, AGGHIACCIANTE.
Già dall’incipit, in un villaggio dell’Ucraina del 1933, dove ci viene presentata la situazione delle campagne, durante l’allucinante periodo di industrializzazione forzata ad opera di Stalin, sentiamo un brivido lungo la schiena. Sarà un brivido perpetuo, per tutto il libro. Nel 1953 veniamo catapultati in una realtà inquietante, dove esprimere liberamente il proprio pensiero è punibile con la morte, dove si deve fingere di essere sempre d’accordo con lo Stato, per non rischiare che il vicino ci denunci, dove non sei sicuro neanche dell’affetto di tua moglie e della sincerità di tuo fratello. Dove devi camminare a testa bassa, senza fare polemiche, passare inosservato è l’obiettivo di una vita. Ci sentiamo come in “1984”, braccati, frustrati, terrorizzati e schifati, dalla certezza che questa volta non è finzione, è stata realtà!

Ci chiediamo “e se fosse successo a noi? Che tipo di persone saremmo state?Avremmo tradito o saremmo stati dei combattenti?"

Mi sono dilungata troppo, spero mi perdonerete! Ma questo è veramente un gran bel libro, ne potrei parlare per ore, più scrivo, più mi vengono in mente scene di cui mi piacerebbe raccontarvi!
Se siete alla ricerca di un thriller diverso, provatelo, non ve ne pentirete!


“Alcuni vorranno toglierci la parola, sospetto che in questo momento stiano strillando ordini al telefono e che presto arriveranno gli uomini armati. Perché? Perché, mentre il manganello può sostituire il dialogo, le parole non perderanno mai il loro potere; perché esse sono il mezzo per giungere al significato, e per coloro che vorranno ascoltare, all'affermazione della verità. E la verità è che c'è qualcosa di terribilmente marcio in questo paese. Crudeltà e ingiustizia, intolleranza e oppressione. E lì dove una volta c'era la libertà di obiettare, di pensare, di parlare nel modo ritenuto più opportuno, lì ora avete censori e sistemi di sorveglianza, che vi costringono ad accondiscendere e sottomettervi. Com'è accaduto?”
-V per vendetta-

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Bambino 44 2013-10-02 07:24:27 cuspide84
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cuspide84 Opinione inserita da cuspide84    02 Ottobre, 2013
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IMPRONTE NELLA NEVE

Ci sono delle impronte nella neve, due persone devono essersi inoltrate nel bosco, forse alla ricerca di cibo, magari un gatto è sopravvissuto, oppure laggiù gli alberi hanno una corteccia migliore per placare la sensazione di fame… un’impronta è più grande e profonda, è senz’altro quella di un adulto, l’altra invece e piccola e leggera, un bambino che segue silenziosamente e obbediente il suo papà? Improvvisamente le orme s’interrompono, non sono più vicine, ma concentrate in un unico posto, sembra che ci sia stata una lotta! S’intravedono dietro un albero delle macchie rosse che colorano la neve, una cordicella legata stretta stretta a un piedino…

Leo è un membro importante dell’MGB, il suo compito è quello di obbedire allo Stato russo, di credere in tutto quello che gli viene detto, agire su ordini ben precisi, rispettare le regole senza mai metterle in discussione; è molto bravo in questo, freddo e preciso nello svolgere quanto gli viene richiesto, il funzionario modello e come tale è evidente che abbia i suoi nemici all’interno dell’ambiente in cui lavora.

Ha una vita perfetta, una moglie bellissima, una casa con tutti i servizi, un lusso per il periodo (siamo nella Russia di Stalin del 1953), grazie alle sue capacità è riuscito a garantire una sistemazione gradevole anche ai suoi genitori; è rispettato da tutti, ma più che rispetto sembra timore reverenziale per la sua posizione e per l’autorità che rappresenta: quello che lui dice è l’unica verità plausibile per lo Stato, non ci devono essere dubbi su questo, e Leo non ne ha, almeno fino a quando non gli viene ordinato di indagare su una donna che si ritiene essere una spia, un pericolo per lo Stato: Raisa, sua moglie.

E’ da qui che il romanzo prende una piega diversa, Leo metterà in discussione tutto ciò in cui credeva fino a diventare una persona completamente diversa, fino a trovarsi faccia a faccia con la sua infanzia, sepolta nella mente e occultata grazie alle droghe che era costretto a usare per essere sempre vigile e attivo ad ogni ora del giorno e della notte.

Un thriller che non lascia mai un momento di respiro, i ritmi sono sempre serrati, il pericolo è ovunque e la brutalità umana si manifesta quando meno si è preparati a una sua manifestazione; le descrizioni delle condizioni di vita e di lavoro delle persone, del trasporto dei prigionieri, innocenti ma colpevoli per voglia dello Stato, verso i gulag, sono atroci, molto simili alle deportazioni degli ebrei nei campi di concentramento: un thriller crudo, dalle tinte forti, di un rosso sangue che macchia la neve di un colore troppo naturale e umano per essere vero.

Consigliatissimo, si basa su una realtà storica, ahimè, realmente esistita.

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Bambino 44 2013-07-06 11:04:17 Cry3010
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Cry3010 Opinione inserita da Cry3010    06 Luglio, 2013
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MOLTA STORIA, POCA PAURA

Iniziando questo libro avevo delle determinate aspettative, ma onestamente non pensavo che metà libro fosse dedicato alla storia della dittatura Staliniana. E mi sono resa conto di quanto, un popolo possa arrivare al suicidio per evitare la tortura da un governo tirannico ed esaltato fondato su principi malati e contorti, uomini di guerra costretti ad annullare la loro anima per la patria, robotizzati da un sistema insano. Ma Leo Dimidov servo dei tiranni é il personaggio perfetto per una storia ai limiti dell'umanità e della sanità, visto la sua precisione e il morboso attaccamento ai suoi doveri verso la Madre Patria. Quando la sua vita cambia radicalmente si trova a dover fare i conti con le barbarie imposte dal sistema sovietico, da carnefice diventa vittima; una vittima tenace e disposta a tutto per poter dare giustizia ai 44 bambini uccisi senza un'apparente motivo.
Mi soffermo particolarmente su Leo e il sistema sovietico perché é la parte del libro, a mio paraere, di maggior rilievo, il caso dei 44 bambini e' solo un contorno, quel contorno che durante la lettura ci permette di fare supposizioni, ed indignarci di fronte all'ignoranza e la superiorità di un sistema che fa acqua da tutte le parti.

Quest'autore mi e' piaciuto, vorrò ancora leggere i suoi romanzi, ha una buona scrittura che merita attenzione. Bambino 44 poteva essere più avvincente e truculento dando maggior importanza al killer ed alle sue motivazioni, in poche parole volevo avere molta più paura durante la lettura.

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Poirot e i quattro
Tempo di caccia
A cena con l'assassino
Teddy
Rabbits. Gioca se ne hai il coraggio