Narrativa straniera Romanzi Hollywood, Hollywood!
 

Hollywood, Hollywood! Hollywood, Hollywood!

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Letteratura straniera

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Che cosa succede al più famoso dissacratore del 'sogno americano' quando un regista gli anticipa una bella somma per scrivere una sceneggiatura? Bene, dietro consiglio del suo consulente fiscale, Chinaski/Bukowski si compra una BMW nera ("Le BMW nere sono le macchine dei duri", dice) e una casa ("Se vi dicono altrimenti non credeteci. La vita comincia a 65 anni", spiega quando ne è in possesso). Una moglie molto più giovane di lui ce l'ha già ("Mandata dagli dei ad allungarmi di dieci anni la vita. Nel bene e nel male"). Sembrerebbe che anche il cantore e cronista degli emarginati e dei disadattati d'America si sia integrato. E che proprio come la maggior parte dei suoi lettori di vent'anni fa sia rientrato - anzi entrato per la prima volta - nel sistema. Ma non è detto...



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Hollywood, Hollywood! 2011-12-18 22:35:03 Giovannino
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Giovannino Opinione inserita da Giovannino    19 Dicembre, 2011
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Sottotono.

Decisamente meglio come scrittore che come scenografo il caro Buk. Deludente in questo libro. Molto. Sarà che il ruolo non era il suo, sarà che gli anni passano per tutti ( lui stesso lo dice nel libro, e diverse altre persone lo accusano di ciò), diciamo che per un mix di cose questo libro non colpisce. La storia è lenta e lineare, a tratti noiosi. Imprevisti su imprevisti che ritardano prima la produzione e poi l’uscita del film. Un Bukowski, invecchiato (quando scrive questo libro ha 65 anni), meno tagliente e meno profondo. Non sono d’accordo con chi dice che si sia lasciato “includere” in quel sistema che ha sempre combattuto, lo si vede da come contesta quel mondo, da come critica l’altezzosità e i vizi degli attori e dei produttori e da come al contrario apprezza la solita gente dell’ambiente underground. E’ sempre più vicino ai secondi piuttosto che ai primi, anche se ora gira su una BMW nuova fiammante…Il punto è che la vecchiaia è arrivata, e della foga, della rabbia e della carica dei primi libri rimane poco e niente. Incuriosito da questo racconto ho deciso di vedere anche il film, Barfly, regista Barbet Schroeder e protagonista Mickey Rourke. Brutto. Noioso. La storia di un ubriacone che si piacchia con il barista e beve, poi incontra una donna, alcolizzata come lui, e il racconto diventa ancora più noioso…Diverse volte nel libro la domanda chiave è:” A chi può interessare la storia di un ubriacone?”. Beh, forse è proprio così…Mancano le parole, mancano le sue riflessioni, mancano le sue stoccate verso la società, solo un ubriacone e nient’altro…In conclusione vecchio Buk, stavolta non mi hai colpito ( e lo dico da grande ammiratore di quello che considero uno dei miei scrittori preferiti), monotono, lento, prevedibile, noioso. Ma gli anni passano per tutti, anche per te vecchio mio. Di questo libro mi rimane solo un frase, che testimonia il fatto che però tu, Hank, a quel sistema non ti ci sei mai avvicinato…

“Il segreto, la verità profonda, per fare qualunque cosa, per scrivere, per dipingere, sta nella semplicità. La vita è profonda nella sua semplicità.”

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