Narrativa straniera Romanzi Il tempio dell'alba
 

Il tempio dell'alba Il tempio dell'alba

Il tempio dell'alba

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La trama e le recensioni di Il tempio dell'alba, romanzo di Yukio Mishima edito da Feltrinelli. “Il tempio dell'alba” è il terzo romanzo della tetralogia del “Mare della fertilità”. Ne è protagonista Shigekuni Honda. La storia è quella del suo ossessivo inseguimento di una magnifica donna (una giovane principessa thai conosciuta in un viaggio di lavoro a Bangkok) e, allo stesso tempo, della sua altrettanto appassionata ricerca dell'illuminazione. “Il tempio dell'alba” è una potente rappresentazione della vita in Giappone dai primi fuochi della seconda guerra mondiale all'immediato dopoguerra, mentre va in scena il tragico anelito di un uomo ormai anziano alla ricerca della liberazione spirituale in un amore di esasperata sensualità.



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Il tempio dell'alba 2014-08-18 03:48:09 Emilio Berra TO
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Emilio Berra  TO Opinione inserita da Emilio Berra TO    18 Agosto, 2014
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Smanie della senilità

Il terzo libro della tetralogia di Mishima, scritto negli ultimi anni di vita, non è sicuramente all'altezza del primo, il bellissimo "Neve di primavera".
L'opera è suddivisa in due parti: la prima ambientata in Tailandia nel 1941; il protagonista Honda ha ormai 47 anni: guardandosi allo specchio "aveva visto solo (...) il volto di un uomo che aveva vissuto troppo a lungo". E' un ricco avvocato in viaggio di lavoro; disilluso sulla possibilità di incidere nella Storia, si trova però al cospetto degli accadimenti della Seconda Guerra Mondiale.
Qui visita il Tempio dell'Alba e chiede di essere presentato alla piccola principessa Chiaro di Luna, di appena 7 anni, incuriosito dalla convinzione di questa di essere la reincarnazione di un giapponese. Lui pensa subito si tratti dell'amico Kiyoaki deceduto in gioventù.

La seconda parte, invece, è ambientata in Giappone, 11 anni dopo, nel '52, ormai largamente americanizzato anche nella mentalità comune: il kimono pare l'unico tratto distintivo della tradizione.
Honda ha quindi 58 anni: "l'anzianità era, ad ogni modo una dichiarazione di bancarotta (...). Le esperienze non erano altro che ossi rosicchiati e ripuliti in un piatto".
La bellissima Chiaro di Luna si trova in Giappone per ragioni di studio, nello splendore dei suoi 18 anni, ormai lontana dalle sue congetture infantili. Entra, inconsapevole, nelle ossessioni passionali senili del ricchissimo Honda. "I giapponesi di un'epoca lontana, raggiunta l'età di Honda, avrebbero pensato di costruirsi una tomba (...). Ed ecco che Honda invece costruiva una piscina nella sua villa", ove poter ammirare la giovane principessa.

Nel breve passo riportato sono racchiusi, secondo me, i due temi cardini del romanzo: la degenerazione culturale, e non solo, del Giappone e l'orrore per la vecchiaia (Mishima non volle raggiungere l'età del protagonista; si tolse la vita a 45 anni).
L'autore coltivava il mito della giovinezza e della prestanza fisica (qui personificate nella giovane principessa); egli stesso, dapprima gracile ragazzino, divenne con duri esercizi, un aitante giovane uomo, che non disdegnava esporre il proprio corpo agli scatti fotografici. Il suo orrore per il decadimento fisico emerge ampiamente nel libro: donne mature dai seni avvizziti che si trascinano dietro flaccidi compagni; il 'vecchio' Honda che si degrada in avvilenti azioni e frequentazioni.
Pur in tale contesto, lo stile di Mishima non rinuncia al proprio estetismo letterario: di un gruppo di signore, in giardino, nota che i loro "cappelli oscillavano nell'aria come corolle di fiori" e "una composizione floreale di iris viola ondeggiava come un volo di rondini".

L'occidentalizzazione (anzi, l'americanizzazione) del Giappone del dopoguerra divenne una delle maggiori fonti d'inquietudine di Mishima. Qui ne dà una rappresentazione impietosa, in cui ogni virtù pare bandita e la libertà di costumi degradata ad avvilente licenza: lo sfarzo, la simulazione cosmetica della giovinezza, l'edonismo che nega la possibilità di coltivare più alti pensieri; poi l'ossessione per le mode (americane) ... Il tutto rende i personaggi caricature di se stessi; per il Giappone è un grido d'allarme, inascoltato.

Nell'immaginario, la principessa Chiaro di Luna pare quasi incontaminata; porta inconsapevole lo splendore della sua giovinezza; nella fantasia di Honda, addirittura, volteggia nell'aria a cavallo di un pavone dalle candide piume.
Il finale sorprende, ma l'autore ha disseminato qua e là elementi di presagio.

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Il tempio dell'alba 2013-12-03 06:45:26 silvia71
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silvia71 Opinione inserita da silvia71    03 Dicembre, 2013
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Il tempio dell'alba

Dopo “Neve di primavera” e “Cavalli in fuga”, prosegue il cammino del protagonista della tetralogia di Mishima.
Il cammino di Honda in questa terza ed affascinante fase dell'opera, è un cammino spirituale, alla ricerca di conoscenza e completezza in materia filosofica e passionale.
Lui, uomo razionale, magistrato e avvocato di prestigio, oramai giunto a metà del suo percorso di vita terrena, si interroga su tematiche di natura spirituale, difficili da racchiudere entro schemi e ragionamenti.
La penna di Mishima fa intraprendere al suo protagonista, ed al lettore, un viaggio attraverso la terra del Siam e dell'India, alla ricerca delle radici del pensiero orientale; fluiscono all'interno della narrazione nozioni filosofiche sul buddismo e sull'induismo, accompagnate da suggestive immagini di templi, statue, raffigurazioni sacre, riti, odori e colori, dipingendo pagine ricche per la ricostruzione offerta e profonde per i concetti esposti.
Un tema corposo che attraversa argomenti cardine del pensiero, come reincarnazione, saggezza, amore, bellezza e passione.

Con questa terzo capitolo, le intenzioni dell'autore prendono forma, facendo in modo che il suo protagonista, volto indiscusso della ragione, entri in contatto col mondo della passionalità, dell'irrazionale, insinuando in lui quesiti e voglie di evasione dai cliché impostigli dalla società e dal costume.
Un romanzo questo in cui si percepiscono gli ideali politici dell'autore, in cui si rammentano riforme importanti per il Giappone, come fu quella agraria, in cui si citano taluni paralleli tra la cultura occidentale e quella orientale; tuttavia la preponderante parte della narrazione è volta all'approfondimento delle radici del pensiero filosofico, con citazioni tratte dai sutra, come quella del Grande Pavone d'oro.

Mishima richiede attenzione al lettore ma sa ricompensarlo con pagine dense di cultura, storia del pensiero, storia delle religioni, dando forma al dualismo corpo e anima, cuore e mente, ragione e passione, calcolo e sentimento, bellezza e spirito.

E' consigliabile leggere in maniera sequenziale i romanzi, per poter cogliere nella sua interezza il messaggio affidato dall'autore giapponese alla sua ultima opera.

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Neve di primavera
Cavalli in fuga
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Il tempio dell'alba 2013-06-03 12:38:46 C.U.B.
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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    03 Giugno, 2013
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Akatsuki no tera

Siamo ad un soffio di tempo da Pearl Harbor, il conflitto e' ormai imminente.
Terzo capitolo del ciclo IL MARE DELLA FERTILITA', IL TEMPIO DELL'ALBA impone la lettura dei due romanzi precedenti, il cui legame logico e' imprescindibile.
Il giudice Honda, abbandonato il suo ruolo di magistrato e' ora un ricco avvocato di successo. Il forte legame con l'amico Kiyoaki persevera nei decenni e Honda sembra non trovare pace se non nella consapevole ricerca della liberazione spirituale per mezzo della trasmigrazione.
Ying Chan, principessa thailandese di appena sette anni si rivelera' essere il corpo che racchiude, di nuovo, l'alito della nuova vita di Kiyoaki .
Ying Chan, che in eta' matura sara' per Honda passione ossessiva ed intangibile.

Se la penna di Mishima e' di una bellezza incantevole, se ho esitato su intere pagine leggendo e rileggendo, abbagliata dal tiepido calore della luce di un tramonto sospeso nel tempo, devo dire che il romanzo e' complessivamente abbastanza impegnativo.
Bella la trama e la continuita' concettuale coi capitoli precedenti, l'autore si perde pero' in frequenti digressioni spirituali ed elucubrazioni sensuali che a lungo andare stancano.
La sua ostinazione verso l'incarnazione dell'amico lo porta a disquisire sulla spiritualita' buddhista prima ed induista poi, approfondendo nelle varie sfumature religiose i concetti di samsara, karma, trasmigrazione.
Cio' che in quarta di copertina viene definito come "amore di esasperata sensualita'" , in realta' e' piu' un'ossessione, l'erompere del fervore verso l'ignoto dove la percezione e' invalidante, dove la tentazione del sublime porta a desideri spregevoli che infrangono il mito della bellezza virginale.
Non amore, non sesso, ma il possesso esclusivo della bellezza ; entrare nella mente contorta di Honda e dei suoi tratteggi feticisti non e' stato semplice.
Splendidi invece i personaggi satellite, che hanno conferito quel pizzico di leggerezza in piu' all'opera.
In conclusione, una meravigliosa scrittura per un libro abbastanza faticoso.
Ma se si inizia la tetralogia, bisogna proprio finirla quindi...concentrazione, pazienza e buona lettura.

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