Pasto nudo Pasto nudo

Pasto nudo

Letteratura straniera

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Qui per la prima volta, in anni (era il 1959) in cui questi temi e queste realtà venivano sottaciuti, Burroughs ci offre il racconto allucinato dell'inferno di un tossico. Lacerato tra la necessità impellente della "roba" e il richiamo molesto della carne, braccato da poliziotti e spacciatori, Lee, il suo Doppio, trascorre le giornate in sordidi luoghi pervasi dai miasmi del corpo e dalle fobie della mente. Scavando nelle proprie ferite con l'acume della paranoia e un'acrobatica inventiva stilistica, Burroughs tratteggia, sfrontato e perentorio, un ritratto dell'America all'acido fenico, un ritratto cui la vita quotidiana - oltre che il cinema e la letteratura dell'orrore - ha tentato con gli anni di adeguarsi. L'America di Burroughs è schiava dell'"algebra del bisogno", dominata da una inveterata forma di "dipendenza" che affonda le radici nei tessuti di corpi fantasmatici e nelle cellule di cervelli in sfacelo.



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Pasto nudo 2012-03-25 15:53:17 Giovannino
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Giovannino Opinione inserita da Giovannino    25 Marzo, 2012
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Pura Follia.

Inizio col dire che sono realmente in difficoltà a commentare questo libro. Dopo aver letto "La scimmia sulla schiena" ho deciso di leggere quello che viene considerato il capolavoro di William Burroughs, Pasto Nudo appunto. Un po' perchè ero incuriosito dalla tecnica del cut-up ( non presente nella prima opera) e un po' perchè il precedente libro mi era piaciuto. Beh, c'è da dire una cosa innanzitutto, questo libro è pura follia...Il libro non segue una trama, ed ogni capitolo è assestante, collegato solo da personaggi o fatti ricorrenti, come il Dottor Benway. Il contenuto è a dir poco fantascientifico, si parla di mondi inesistenti (Annexia), dimensioni mentali (Interzona) e personaggi assurdi, come i Moscibecchi, esseri orrendi, senza fegato che si nutrono esclusivamente di dolci e che producono dal pene eretto un liquido che dà assuefazione e prolunga la vita rallentando il metabolismo….Il libro, come detto, è scritto con le tecnica del cut-up quindi capita spesso durante la lettura di perdersi per poi ritrovarsi righe o pagine dopo, questo tipo di tecnica ti scuote letteralmente il cervello, fai fatica a tratti a stargli appreso, ma serve per farti entrate nel modo tossico e distorto dell'autore, e ci riesce benissimo. I temi ricorrenti sono quelli cari a Burroughs, principalmente le droghe e i suoi effetti ( nell'appendice del libro è presente anche una lunga lista delle varie sostanze provate dall'autore e degli effetto che esse producono) e il mondo omosessuale, censurato e punito ai tempi dell'autore. È sicuramente un gran libro, ma non lo considero un capolavoro, in quanto l'esposizione lo rende un libro non adatto a tutti. Sono sicuro che Burroughs sappia benissimo quello di cui parla, ma a noi non arriva in maniera chiara. Ognuno di noi potrebbe dare ad ogni capitolo un’interpretazione personale senza avere né torto né ragione. In conclusione, stiamo parlando sicuramente di un gran bel libro, che però per come è scritto e per i temi che tratta non credo vada bene per tutti, calcolando anche che nel complesso risulta in alcuni casi un po’ pesante. Se amate Burroughs e la Beat leggetelo, altrimenti scegliete altro.

“Non eri lì all’inizio. Non sarai lì alla fine…Hai solo una conoscenza superficiale e relativa di quel che succede…”

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Consigliato a chi ha letto...
Solo agli amanti di Burroughs e della Beat.
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