Narrativa straniera Romanzi Quando eravamo grandi
 

Quando eravamo grandi Quando eravamo grandi

Quando eravamo grandi

Letteratura straniera

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Rebecca ha cinquantatré anni quando, per la prima volta, tira le somme della sua vita e scopre di aver vissuto un'esistenza che forse non avrebbe voluto. Si è sposata appena ventenne, ha lasciato college e fidanzato per un uomo più grande di lei e già padre di tre bambine. Dopo poco è rimasta vedova, ha allevato tre figliastre e una figlia, ha provveduto alla suocera e a un vecchio fratello del suocero e ha mandato avanti l'attività di famiglia affittando la loro grande casa per ricevimenti e feste di nozze. Tutto questo l'ha resa una donna molto diversa dalla ragazza che era. Da qui parte un fantasticare su come sarebbe stata la sua vita se avesse fatto scelte differenti.



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Quando eravamo grandi 2013-07-22 16:33:42 Nikly
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Nikly Opinione inserita da Nikly    22 Luglio, 2013
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Vita vissuta e vita sognata

Rebecca, una donna di cinquantatré anni, vive in una grande casa, è vedova ma è circondata da uno stuolo di parenti ( figlia, tre figliastre e relative famiglie, un prozio quasi centenario) e la sua professione è quella di organizzare feste. Da tutti è apprezzata per la sua gaiezza, eppure lei incomincia ad interrogarsi sulla sua vita. Da ragazza era una studentessa modello e aveva un fidanzato serio, anche se non propriamente brillante. All’improvviso, il sorriso di Joe , in modo del tutto inaspettato e repentino, l’ha portata a compiere scelte che hanno indirizzato la sua vita in modo completamente diverso rispetto a quello a cui sembrava destinata. Forse ha osato troppo? E’ stata una scelta impulsiva sposare Joe e prendersi carico della sua ingombrante famiglia quando era appena ventenne? Ha sbagliato ad abbandonare Will, il ragazzo di allora, e gli studi? Questi gli interrogativi che spingono Rebecca a pensare a ciò che poteva essere e non è stato, a tentare di riprendersi la vita che anni addietro aveva abbandonato e che ritiene essere quella “vera”. “Quando eravamo grandi” di Anne Tyler è un romanzo delicato in quanto tratta il tema del bilancio della propria esistenza, che ognuno è chiamato, prima o poi, ad affrontare. Siamo tutti destinati a riflettere se , effettivamente, abbiamo reso onore alla nostra vita, scegliendo per noi il massimo da quello che ci è stato offerto. Eppure, spesso, come la protagonista, abbiamo l’impressione di aver sbagliato qualcosa e di esserci preclusi, così, una vita più affascinante o, almeno, più semplice. Ma è proprio così? Come si può fare un confronto tra quello che si è vissuto e quello che, probabilmente, poteva essere? Il tema affrontato da Anne Tyler è serio, spesso si leggono riflessioni piuttosto amare che rendono la lettura impegnativa, ma ugualmente piacevole, in quanto il modo e lo stile scelto dall’autrice per raccontarcelo è semplice. La scrittrice sceglie un personaggio molto caratteristico per intraprendere questo percorso di riflessioni, ricordi e nostalgia: Rebecca la quale, nonostante pensi di essere diventata la persona “sbagliata”, è sicuramente più fascinosa e ricca di aspettative ora che è donna matura rispetto a quando era una coscienziosa ragazza. Oltre alla protagonista, il romanzo è popolato da tantissimi altri personaggi, tutti un po’ particolari: all’inizio mi sembravano in numero eccessivo e mi confondevano un po’ ma, poi, mi sono ricreduta in quanto utili per evidenziare ulteriormente la differenza tra la vita che Rebecca ha scelto di vivere e quella che ha abbandonato. Un libro che mi sento di consigliare alle donne mature, perché, probabilmente, i pensieri di Rebecca potrebbero essere simili ai loro. Anche le donne un po’ più giovani della protagonista, però, potrebbero trovare interessante questo testo per comprendere che serve un po’ più di vissuto e di saggezza per capirsi e giudicarsi. Inoltre, come già detto, il tema affrontato riguarda ciascuno di noi; il libro regala spunti per importanti riflessioni e ciò lo rende valido.

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