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Un oceano senza sponde Un oceano senza sponde

Un oceano senza sponde

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Una telefonata improvvisa al mattino, mentre il sole sta sorgendo. «Ero certo di trovarti sveglio» dice una voce, e senza indugi si lancia in una preghiera di aiuto, in una richiesta disperata di soldi. Nella sua casa di New York, Kip Woods si è addormentato all'una e mezza di notte. Lavora come impiegato in una società di investimenti, non ha problemi economici, e riconosce immediatamente quella voce. A chiamarlo è Thaddeus, si sono incontrati al college e la loro lunga amicizia non è mai stata alla pari. Seducente e pieno di grazia, sempre attento agli altri, capace di ascoltare e di dare affetto, a sua volta alla ricerca di una costante approvazione, Thaddeus è entrato da subito nei pensieri del giovane Kip, che però è consapevole della realtà: «Sarei stato un idiota a illudermi che lui pensasse a me anche solo la metà di quanto io pensavo a lui». Thaddeus è stato un aspirante scrittore, poi uno sceneggiatore dal successo in declino. È sposato con una artista che fatica a sfondare, insieme hanno due figli adolescenti, e la famiglia vive in una villa sull'Hudson il cui mantenimento sta dilapidando il loro patrimonio. Per questo ha bisogno di soldi, e solo Kip può salvarlo. Thaddeus non ha mai colto la devozione di Kip, oppure l'ha sempre volutamente ignorata, creando uno sbilanciamento e una dipendenza che può solo far presagire un disastro. A distanza di anni dal loro primo incontro, ormai insofferente della gabbia nella quale si è recluso, Kip affronta un amore che forse non verrà mai corrisposto, consapevole di poter distruggere un'amicizia in nome del desiderio.



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Un oceano senza sponde 2024-02-22 07:32:49 68
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68 Opinione inserita da 68    22 Febbraio, 2024
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Quale amore?

C’è un modus amandi in cui sostano ricordi, desideri, sogni, emozioni e sentimenti che non lasciamo per paura di perderli, ignorando il dolore che ci riguarda, affascinati dall’ idea che tutto sarà come avevamo creduto e desiderato.
C’è un sentimento di appartenenza che tralasceremo, ancorati al giardino d’ infanzia, a un amore idealizzato, soggiogati dalle circostanze, da una socialità deviante, da egoismo, paura degli altri, scarsa conoscenza di se’.
E allora la vita deraglia, legandosi all’ ignoto, all’ impossibile, all’ improbabile, soffocati da domande e risposte inevase in uno stillicidio di desideri perduti con un’ identità abbandonata in un vicolo buio.
Inizi del nuovo millennio, questa è la storia di Christopher Woods, detto Kid, e della sua impareggiabile devozione per Thaddeus, caro amico d’ infanzia, che oggi gli chiede sostegno economico, un amore non corrisposto che lo imprigionera’ nei ricordi, limpidi e lancinanti, tra New York e il poco tempo che gli rimane prima della reale incarcerazione.
Thaddeus è uno scrittore di racconti triti e ritriti, sull’ orlo del fallimento, la cui ambizione supera il talento, una carriera hollywoodiana infranta, un lungo matrimonio con Grace, pittrice inesplorata, una figlia forse non sua, un uomo carnale che insegue l’ ammirazione, incoerente, contraddittorio, persuasivo, affascinante, una vita cercando di accontentare persone che non potevano essere accontentate, i suoi genitori, due librai da cui è stato tollerato, non amato, l’ alfa e l’ omega della sua ansia di compiacere.
Kid, ai suoi occhi, è l’ amico ricco, colui che può salvarlo dalla rovina permettendogli di tenersi la residenza di Okney, un’ oasi di successo che rischia di perdere, sommerso dai debiti, senza guadagni, un amico gay che ha negato di esserlo, che lo ama disperatamente, soggiogato al bisogno di essere amato, fragilmente esposto alle sue dissertazioni e a un giogo da cui è difficile sottrarsi.
Okney e’ un castello di carta da mantenere a tutti i costi, i soldi la discriminante, il fine supremo, l’ unico parametro di riferimento, ti comandano, ti parlano, ti definiscono.
La stretta relazione tra Kid e Thaddeus ha origini lontane, si nutre di sogni irrealizzabili e di sostanziale materialismo, reale e immaginario hanno costruito due versioni diverse.
Chi è Thaddeus e cosa nasconde, lealtà, recita, quanto tiene a Kid, cosa prova per lui, da cosa e da chi vuole essere salvato, dal matrimonio, dall’ amico, dal disastro economico?
Di certo conosciamo i sentimenti di Kid, ciascuno conserva una verità che non vuole ascoltare ma che inevitabilmente ritorna. E allora la tensione cresce, recita invadente e avvilente, la vicinanza menzogna e sofferenza, la lontananza alimenta il pensiero dell’ altro, interrogandosi sul senso del proprio amore, dubitando di se’ e della bugia che ci si è raccontati in un viaggio di non ritorno per chi ha deciso di nascondersi.
Amore non corrisposto, ossessione, farsa, pura recita a soggetto?
La passione non corrisposta insegue la vanità, le debolezze, il respiro, l’ ombra dell’ altro, il suono della sua voce, l’ odore della sua testa, in fuga dal proprio mondo per entrare in un luogo oscuro pieno di fantasie, di ricordi archiviati, di simboli e insensatezze.
Si arriva a un punto in cui l’ illusione e la speranza di un probabile amore non corrisposto vanno rimosse, in cui è doveroso confessare o uccidere i sentimenti destinando il proprio amore a qualcun altro o qualcosa d’ altro, per contro non resta che convivere con il proprio dolore.
Amicizia e gratitudine, parole ovvie e sincere, terribili e inascoltabili possono portare a una svolta, una fine lacerante per un nuovo inizio, evasi da un’ ossessione che libera quella parte di se’ a lungo inesplorata e sottratta.
Scott Spencer, conosciuto e apprezzato in “ Un’ amore senza fine “, suo romanzo d’ esordio, si conferma autore di spessore e talento in grado di costruire con poche tracce, un amore non corrisposto, una trama corposa e ricca di suspance.
Un inizio contrapposto, la distruzione di un amore e la speranza di un amore, una fine sovrapponibile e necessaria per liberarsi di un’ ossessione protratta, una prosa matura e riccamente vestita, dettagliata e finemente esposta, anche se la struggente veridicità dell’ esordio si lascia preferire nella propria implacabile semplicità, quel turbamento interiore che qui odora del colore dei soldi e di una socialita’ troppo invadente, sottraendo intimità, identità, profondità e intensità allo spessore dei protagonisti.

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