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La cantatrice calva
 
La cantatrice calva 2012-04-06 10:58:31 Rosaliaa
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
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Contenuto 
 
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Piacevolezza 
 
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Rosaliaa Opinione inserita da Rosaliaa    06 Aprile, 2012
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Ti hanno mozzato la lingua?

Opera manifesto del Teatro dell'assurdo, genere quanto mai indefinito, a Ionesco il soggetto venne in mente mentre imparava l'inglese su uno di quei manuali che fanno studiare a memoria le conversazioni e, ripetendole, si accorse che quelle frasi mancavano di logica e comunicazione. Guardandosi attorno, capì che l'incomunicabilità, che involontariamente insegnava quel libro, era la norma in quell'Europa occidentale del dopoguerra, che aveva visto osteggiare l'identità umana, le certezze morali mancare, il buon senso ucciso. L'Europa che aveva conosciuto il nazismo, ossia l'universo antiumano, non si era allontanata dalla dimensione psicologica del regime, isolandosi: l'uomo aveva perso il senso della relazione, diventando un involucro di se stesso, agilmente interscambiabile con qualunque altra persona. E' questa la situazione dei protagonisti della breve pièce (non dura più di 45 minuti), gli Smith e i Martin. Essi, per quanto finemente radicati nel loro ruolo familiare, non esistono: esiste il signor Smith, non esiste l'uomo Smith, perché ha perso la capacità di parlare. Il linguaggio, così essenziale nel ciclo della vita di un essere umano, nella pièce di Ionesco è forma mentis e strumento di individualità e di pensiero. Perdendo la capacità di trasmutare la parola pronunciata (il significante) in un oggetto con significato, l'uomo perde anche la capacità di ragionare, di ascoltare, di provare sentimento. Conseguentemente anche tutto ciò che circonda l'uomo perde consistenza: il tempo, nell'opera rappresentata da un orologio a pendolo, batte i rintocchi a caso, senza rispettare il tempo; lo spazio, cioè il salotto degli Smith, è privo di calore e di personalità, tanto che alle ultime battute cambierà addirittura proprietario, diventando dei Martin.
La lettura è estremamente consigliata, è un libro poi molto piccolo: può essere curioso leggerlo sul pullman o sul treno, mentre si vive l'incomunicabilità del pendolarismo.

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Commenti

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Quindi, tendenzialmente è un libro per me :)) io e l'incomunicabilità del pendoralismo ci conosciamo da diverse anni, specie quando ai pendolari rode parecchio per varie ragioni pendolaresche ... :))
In risposta ad un precedente commento
Rosaliaa
10 Aprile, 2012
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Io non sono una pendolare, però amo sempre tanto quel clima. Quelle poche volte che prendo la metro sono sempre felice, mi pare di entrare nella vita di tutti. Io non sono affatto come i personaggi di Ionesco, a quanto pare! ;-)
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