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Orgoglio e pregiudizio
 
Orgoglio e pregiudizio 2012-04-23 09:24:27 Fabiana83
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Fabiana83 Opinione inserita da Fabiana83    23 Aprile, 2012
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Dejavu Letterario

Sfogliando le prime pagine di questo piccolo capolavoro, che ha resistito ai tempi e alle mode, ogni parola, ogni frase mi rimandava a quell'immagine sbiadita della Signora March, seduta in poltrona, con le sue quattro figlie (Meg, Jo, Beth,Amy) riunite intorno al focolare, mentre legge le belle storie che le ragazze seguono in un religioso silenzio.
Da qui l'idea "un tantino" coraggiosa di pensare ad un parallelo letterario tra due grandi opere rimaste intatte fino ad oggi con il fascino della loro vicenda: "Piccole Donne" e "Orgoglio e Pregiudizio".

Lousa May Alcott scrisse "Piccole Donne" nel 1868 e come ben sappiamo, prese a modello del romanzo la sua famiglia, se stessa, la casa in cui visse, la propria adolescenza; eppure l'opera si ispira largamente alla trama austeniana. Certamente non si tratta di un copia-incolla ben riuscito, piuttosto di una rivisitazione del capolavoro di Jane Austen in salsa americana.
Difatti la lettura in sequenza dei due romanzi si rivela stimolante perchè consente di osservare il modificarsi di un tema universale che percorre trasversalmente sia la Letteratura e sia la vita : l'amore.
L'amore non dovrebbe essere uguale a tutte le latitudini ed in tutti i tempi?
Jane Austene e Louisa May Alcott, con le loro opere, sembrano rispondere decisamente di no, perchè le due scrittrici declinano questo tema all'epoca in cui sono vissute, portando in scena esempi di società così diverse come quella inglese (a ridosso della Rivoluzione Francese) e quella americana (durante la Guerra di Secessione).

Jane Austen trasforma il suo romanzo in un ironica critica sociale attraverso cui sperimenta una conciliazione tra l'amore romantico e l'istituto sociale in cui è chiamato a realizzarsi (il matrimonio).
Su carta,viene descritta quella dura battaglia necessaria a spogliare l'individuo di ogni "armatura sociale" per consacrare l'unione di due giovani socialmente distanti (Lizzy e Darcy) ma vicini sul piano dell'intelligenza, dell'eleganza, perchè è la somiglianza culturale che porta ad una parità sociale. L'avvicinamento di due mondi così diversi (aristocrazia terriera per Darcy,borghesia per Elizabeth) passa attraverso il matrimonio ma potrà avere inizio solo quando Darcy saprà rinunciare al suo "orgoglio di classe" e si renderà generoso e timido, e quando Lizzy invece imparerà a frenare la sua natura perchè si è ormai scoperta intelligente ma troppo avventata nei giudizi.

Louisa May Alcott, con leggere pennellate tratteggia un ambiente americano non molto dissimile da quello inglese: in entrambi i casi, si tratta dell'epoca dei grandi "balli di società" dove le ragazze dovevano accogliere l'invito a ballare come una promessa di matrimonio, il pegno di un amore eterno: ecco perchè diventa fondamentale la scelta dei nastri, dei guanti e delle scarpe. Tuttavia in "Piccole Donne" la critica sociale non assume mai un ruolo primario e cede il passo all'aspetto educativo e pedagogico, motivo per cui ancora oggi, il piccolo capolavoro della Alcott viene considerato, a torto, solo un "romanzo di formazione", una moderna favola.

Ebbene sono entrata nelle case dei signori Bennet e March, mi sono seduta a loro fianco, li ho spiati, e ho vissuto i loro drammi. Sorprendenti sono le analogie che avvicinano due scrittrici così diverse e lontane nel tempo e nello spazio e soprattutto nel modo di rappresentare il loro mondo.

-La prima analogia attiene alla questione temporale: "Piccole Donne" si svolge in un anno, così anche le vicende della famiglia Bennet si snodano in un tempo relativamente breve.

-Si tratta inoltre dello stesso mondo familiare e tutto al femminile, anche perchè il signor March e il signor Bennet sono personaggi- ombra: il primo è lontano da casa per prendere parte alla "Guerra di Secessione" e vi farà ritorno, stanco e malato, solo alla fine del romanzo; l'altro invece è murato vivo nella sua biblioteca, difeso da una curiosa e buffa indolenza.

-Le giovanissime signorine March sono 4: la maggiore, Meg (la più carina, estremamente dolce con i suoi modi aristocratici, giudiziosa e paziente) ricorda la Jane Bennet di Orgoglio e Pregiudizio; Jo March ha la stessa intelligenza vivace, lo stesso piacere di ridere degli altri e di se, la stessa curiosità, la stessa energia di Elizabeth Bennet; Beth March vive in un mondo tutto suo, dal quale esce di rado e studia pianoforte, proprio come Mary (la bruttina di casa Bennet che si sforza ad apparire colta e a modo). Mary Bennet legge libri e ne ricopia parti intere, mentre Amy March, "la piccola Raffaello di casa" ha uno spiccato talento artistico e si diverte a copiare fiori e paesaggi. Tuttavia, entrambe hanno già un opinione alta di se e volutamente cercano di inserire nei loro discorsi vocaboli o concetti difficili.
Kitty e Lydia sono le figlie sciocche dei signori Bennet, con l'inguaribile vizio di correre dietro agli ufficiali. In particolare, Lydia, la più giovane, ha una vitalità prorompente che spesso si traduce in sfacciataggine e in spavalderia. Sarà lei a dare scandalo

- Entrambe le famiglie vivono un disagio di carattere economico: i March hanno conosciuto l'agiatezza ma per aiutare un amico in difficoltà, hanno perso tutto ritrovandosi quasi nella miseria. Una condizione tuttavia che viene vissuta da tutta la famiglia con estrema dignità e coraggio.
Il patrimonio del signor Bennet consiste in una proprietà terriera che rende 2000 sterline all'anno ma sfortunatamente per le figlie, la proprietà in mancanza di un erede maschio è vincolata ad un lontano parente (signor Collins). Il rischio che le donne di casa possano ritrovarsi senza un tetto sulla testa viene vissuto con angoscia e timore, soprattutto dalla Signora Bennet.

-Le piccole donne non avrebbero mai potuto desiderare una madre migliore della signora March, una donna dall'aspetto benevolo, saggia, altruista, e sempre pronta a dispensare ottimi consigli alle figlie.
La signora Bennet invece è una donna di scarsa cultura, invadente ed imbarazzante, pettegola,sprovvista di tatto e di decoro, il cui unico scopo è quello di assicurare alle figlie un matrimonio "redditizio".

-Proprio nel modo che le due madri hanno di educare, di avviare alla vita le loro figlie, si registra uno scarto incolmabile tra i due racconti:
emblematiche le parole pronunciate dalla signora March, in vista del matrimonio di Meg con un giovane insegnante privo di mezzi: "Sono contenta di vedere Meg cominciare modestamente perchè se non mi sbaglio,possiederà con ricchezza il cuore di un uomo ONESTO, e ciò vale quanto un capitale".
La signora Bennet invece accoglie in casa, con un inspiegabile cortesia, l'ufficiale Wickham, un TRUFFATORE che aveva attentato all'onore della giovane Lydia e che si era risolto a sposarla solo dopo aver ricevuto la rassicurazione che ogni suo debito verrà saldato.
E ancora, la signora March, sempre a proposito del matrimonio della sua figlia maggiore: "sarei contenta di sapere che il signor Brook riesce a procurarsi un buon lavoro, che gli frutti una rendita sufficiente a non far debiti e a procurare una vita comoda a Meg. Non ho l'ambizione che le mie figliole trovino fortune straordinarie,posizioni aristocratiche o grandi nomi."
Di altro tenore le parole della signora Bennet quando apprende del fidanzamento di sua figlia Lizzy con il signor Darcy : "Come sarai ricca e importante! Quanti soldi, quanti gioielli, quante carrozze avrai.Sono così contenta, così felice! 10 mila sterline all'anno e probabilmente di più. Quel Darcy vale quanto un Lord".
"Meglio avere figlie zitelle e felici che mogli sfortunate o ragazze indecorose alla ricerca di un marito", questo è il motto della signora March, ben lontano dal mondo della signora Bennet dove il decoro non vale mai quanto un "perfetto matrimonio".

-Altra differenza: mentre le signorine Bennet amano oziare e divertirsi, le donne March lavorano.
La stessa signora March ha trovato un occupazione in un laboratorio di sartoria. Meg, grazie alla sua cultura scolastica e alla sua buona educazione, lavora come istitutrice presso la famiglia King; Jo è la dama di compagnia della zia March e Beth è l'angelo del focolare.
E' proprio la signora March a spiegare alle sue figlie, attraverso un efficace "esperimento", quello che accade in casa, quando ognuno pensa a se stessa, scegliendo di non essere collaborativa. "Il lavoro è benefico, fa been alla salute e allo spirito e procura un senso di forza e di indipendenza molto più di quanto ne procurino il denaro e la società".
Neanche a dirlo, diversa è l'opinione della signora Bennet che aspramente redarguisce il povero signor Collins colpevole di aver anche solo pensato che quel pranzo fosse stato preparato da una delle signorine. In risposta, la signora Bennet precisa che quella è un incombenza che spetta alla cuoca, non alle sue figlie.
Ma ancora più paradossale è quello che accade nel "campeggio Laurence" quando il signor Brook mette a tacere una giovane inglese, che aveva criticato,sia pur velatamente, il lavoro di Meg, con : "le signorine americane amano la loro indipendenza come l'amavano i loro antenati e sono ammirate e rispettate per il fatto di sapersi mantenere da se". Il femminismo della Alcott qui supera di gran lunga quello di Jane Austen.

- In entrambi i racconti fanno ingresso gli uomini: Laurie,il nipote del ricco signor Laurence (come Darcy è il nipote della ricca Lady Catherine), è solitario e sensibile. Si invaghisce di Jo, chiederà la sua mano (in "Piccole donne crescono") ma verrà respinto.
John Brooke è povero ma serio e assennato. La sua forte amicizia con Laurie, di cui è anche il precettore, ricorda quel forte legame che univa il signor Bingley a Darcy. Sarà il signor Brooke a chiedere la mano di Meg, ma come Darcy viene rifiutato. Meg scoprirà di amarlo solo dopo il discorso della zia March. Poichè le era stato ordinato perentoriamente di non amarlo (così fece la zia March con Meg e così fece Lady Catherine con Lizzy), Meg si risolse ad accettarlo.

- I Gardiner compaiono in entrambi i romanzi: Sallie Gardiner, amica delle sorelle March, è simpatica e cordiale, come sono altrettanto cordiali gli zii Gardiner delle signorine Bennet (a loro Lizzy e Darcy devono la loro unione).

-Forte è il legame che unisce Meg e Jo in "Piccole Donne" e Lizzy e Jane in "Orgoglio e Pregiudizio".
Jo vive con disperazione il matrimonio di Meg, perchè consapevole di perdere una sorella ed un amica ("vorrei che portassimo ferri da stiro sulla testa per impedirci di crescere").
Quando il sign Bingley compra una proprietà in una contea vicina al Derbyshire si realizza il sogno di Lizzy e Jane ossia quello di poter vivere a sole 30 miglia di distanza l'una dall'altra.

-Non mancano scene analoghe: al ballo nessuno si avvicina a Joe, come Lizzy che è costretta a rimanere a lungo senza cavaliere.
Jo scivola in un vano nascosto da tendaggi ma una persona timida (come lo era Darcy) aveva scelto lo stesso rifugio : si tratta di Laurence che confessa di trovarsi lì perchè "conosceva poche persone e si sentiva un estraneo" (la stessa sensazione che Darcy confessa di aver provato).

-Comune è anche l'uso dell'ironia, del sarcasmo caustico e sprezzante.

-Per entrambi i romanzi, indispensabile è la corrispondenza epistolare perchè molte delle notizie più importanti, vengono apprese tramite delle lettere: per esempio la malattia del signor March in "Piccole Donne" o la confessione del signor Darcy in "Orgoglio e Pregiudizio".

Il Massachussetts e Loungbourn non sono mai stati così vicini....

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Un po'lunga come rece :)
Ma molto interessante il parallelo Alcott-Austen.
Non avevo mai analizzato le similitudini pur essendo entrambi romanzi che amo molto
Janet
18 Febbraio, 2013
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Gran bella recensione!
Il parallelismo tra le due opere a mio avviso è ovvio anche se ritengo sia dovuto proprio al genere dei due romanzi, che a una precisa volontà di rifarsi l'uno all'altro.

Devo dire che il tuo è un bello scritto che mi ha fatto sorridere, anche perchè Piccole Donne è uno dei libri della mia infanzia e vederlo paragonato così apertamente ad Orgoglio e Pregiudizio (che ho letto da poco) mi ha provocato un tuffo al cuore.

Infine se posso permettermi, mi è spiaciuto che tu non abbia contrapposto i due modi di scrivere delle due scrittrici, tocco che avrebbe reso la recensione più completa.

Comunque sia la tua è proprio una bella recensione!
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