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Nord e sud
 
Nord e sud 2012-05-09 13:36:54 Angelica Elisa Moranelli
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3.8
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
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Angelica Elisa Moranelli Opinione inserita da Angelica Elisa Moranelli    09 Mag, 2012
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Alla ricerca della Bellezza Perduta

Apparso per la prima volta a puntate tra 1854 e 1855 sulla rivista Household Words e pubblicato qualche anno più tardi con l’aggiunta di nuovi capitoli e una prefazione a cura dell’autrice, Nord e Sud di Elizabeth Gaskell ha dovuto attendere più di un secolo e mezzo prima di imporsi all’attenzione del pubblico nostrano. Il romanzo è, dal 16 novembre di quest’anno, disponibile finalmente anche in italiano per la Jo March (http://www.jomarch.eu/) in un’edizione curata da Valeria Mastroianni e Lorenza Ricci. La traduzione è di Laura Pecoraro, affiancata da Marisa Sestito che, dopo aver lavorato su altri testi della scrittrice inglese, si è occupata di rendere nella nostra lingua i versi delle poesie contenute nel volume, oltre a firmare anche l’introduzione. Le motivazioni della tardiva fortuna di Elizabeth Gaskell in Italia sono forse da attribuire alla presenza concomitante di personalità del calibro di Charlotte Brontë, Charles Dickens, George Eliot, solo per citarne alcune, che hanno dominato la scena letteraria della loro epoca nell’immaginario collettivo; per coloro che hanno potuto apprezzare in versione originale le opere della Gaskell (conosciuta soprattutto per la raccolta di storie intitolata Cranford) non vi sono dubbi sul suo diritto a presenziare fra i maggiori scrittori dell’800: la pubblicazione italiana di Nord e Sud, in un’edizione di notevole valore che, oltre all’ottimo contenuto, offre un packaging curato in ogni minimo dettaglio, non fa che confermare quest’idea. Affine per l’atmosfera ai drammi dickensiani, il libro non può essere semplicemente considerato una storia di corteggiamento e matrimonio, il cui fulcro risiede nella crescita morale dei suoi personaggi, o almeno non è solo questo. Come suggerisce il titolo, è la storia dell’incontro/scontro fra realtà apparentemente opposte incarnate dai due protagonisti: l’austera e orgogliosa Margaret Hale e il rigido industriale John Thornton, rispettivamente il Sud e il Nord. Il romanzo è ambientato nell’immaginaria città di Milton, nel Nord dell’Inghilterra, all’epoca della seconda rivoluzione industriale, in una fase storica in cui la potenza delle nuove scoperte in campo tecnologico sovvertì completamente lo stile di vita europeo.
L’eroina, Margaret Hale, è appena giunta in città con sua madre e suo padre, il quale nutrendo dubbi sulla Chiesa ha lasciato l’incarico di pastore per trasferirsi nel Nord e lavorare come insegnante. Il Sud, da cui Margaret proviene, è lo spaccato di un ambiente rurale ormai in declino che nella mente della protagonista si eleva a romantica Arcadia, in netto (e inconsciamente desiderato) contrasto con la sporcizia, la miseria, la fame e l’asprezza incontrati nel Nord. All’inizio della storia Margaret è dominata dal pregiudizio, come l’Elizabeth Bennet di austeniana memoria, un pregiudizio che si traduce principalmente nello sguardo di condanna rivolto a John Thornton, giovane industriale di Milton, la cui immagine rigida e informale non combacia con quella di gentiluomo cui Margaret è abituata, e proprio come Elizabeth Bennet, anche Margaret è costretta a rivoluzionare le perentorie posizioni prese all’inizio contro l’industrializzazione e i suoi fautori per giungere ad una visione della realtà diametralmente opposta, complici i rapporti che man mano stringe con la classe operaia, rappresentata dagli Higgins e con quella imprenditoriale di John Thornton, di cui finirà per innamorarsi. Vi si scorge la riflessione stessa dell’autrice rispetto ai tempi che cambiano: uno sguardo commosso al passato che si sgretola a favore di un futuro all’apparenza spietato, poiché reca in sé la morte di una realtà conosciuta, un passaggio necessario o, quanto meno, ineluttabile. Nel contrasto tra Margaret e John c’è quindi il contrasto tra due mondi diversi che sono destinati ad influenzarsi a vicenda, essendo l’uno la naturale conseguenza dell’altro. La rivoluzione industriale comportò un mutamento territoriale, con lo spopolamento delle campagne e la crescita demografica delle città, uno stravolgimento di usi e costumi, la nascita di nuove classi sociali e, soprattutto, un modo completamente diverso di vedere le cose. La trasformazione che avviene sia in Margaret che in John è lo specchio di quanto accadde in un intero paese. La pubblicazione nel nostro paese di Nord e Sud, trainata forse dal successo ottenuto nel 2004 dall’adattamento per la televisione della BBC con Daniela Denby-Ashe e Richard Armitage nel ruolo rispettivamente di Margaret e John, rinvigorisce le speranze di una maggiore divulgazione delle opere della scrittrice e rappresenta l’indice dell’ascendente che, nel bene e nel male, la televisione ha sulla cultura; se, come sosteneva John Keats, “una cosa bella è una gioia per sempre” l’edizione italiana di Nord e Sud ci restituisce un frammento di eternità.

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