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Alla ricerca del tempo perduto
 
Alla ricerca del tempo perduto 2013-01-24 17:54:12 pupa
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pupa Opinione inserita da pupa    24 Gennaio, 2013
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Patrimonio dell'umanità

Narrazioni minuziose e puntigliose, indivisibili tra loro, che fanno comprendere i vari significati della vita, dell'arte, del tempo e della realtà sono gli scritti proustiani in cui sofferenza ed indagine introspettiva si fondono in una continua ricerca artistica e psicologia interiore. È la forma d'arte la vera vita perchè conoscenza della realtà, una visione che da soli non potremmo percepire se non avessimo la nostra conoscenza ed esperienza. L'io narrante, lungo ed articolato, è il lavorio della produzione artistica dell'autore che tramite esso, se ne identifica e se ne appropria attraverso i personaggi, i luoghi, i rituali quotidiani, le situazioni e le descrizioni. È uno scorrevole cammino, un fluire e rifluire di parole che danno l'idea del passare del tempo, i trascorsi temporali non sono altro che ricerca di se stessi: la caratterizzazione dei protagonisti e di un epoca forse ancor lontana da noi, ma pur sempre attuale nei nostri cuori. Attraverso gli occhi di un adolescente ed alle sue fantasticherie viene descritta una società più attenta alle apparenze che alla sostanza, più propensa alla malvagità che alla comprensione. Comincia così, a Combray, la storia che Proust con introspezione psicologica dipana man mano, con uno sguardo attento al tempo, ai luoghi, all’arte e alla memoria. Solitudine e malattia liberano il narratore dal mondo e dalla vita sociale e gli offrono l’occasione di diventare analista di se stesso e delle passioni umane, ma anche il talento e la consapevolezza di averlo gli sono indispensabili per la composizione di una grande opera. La Recherche è romanzo di memoria, filosofico, la ricerca della verità dell’io e delle possibilità dell’arte. Nabokov la definisce come l’insieme di una caccia al tesoro dove il tesoro è il tempo e il nascondiglio il passato. Le parole passato, memoria e tempo sono, dunque, l’asse portante della struttura e della tecnica narrativa di Proust. Infatti, per l’autore, il passato è una serie di eventi vissuti, finiti, che non vanno al di là dell’esperienza reale. Il passato è anche una serie di luoghi fuggitivi, i luoghi della nostra vita, che il tempo ha distrutto irreparabilmente. Il passato è, infine, ciò che siamo stati, tutti i nostri io che sono nati e sono morti: . Il passato , in quanto . La memoria, invece, è legata intimamente all’oblio. La Recherche è una storia di vita, dall’infanzia all’età matura, del Narratore, che solo alla fine si rivela; è un’investigazione puntigliosa del mondo e della sua variegata popolazione. È, dunque, libro di memoria e di passato dal momento che la chiave dell’arte è nell’evocazione di ciò che è stato. Ma è anche libro che guarda al futuro, tutt’altro che inattuale, anzi sconvolgentemente attuale nel senso dell’essere in sintonia con i dati culturali del tempo presente e senza svalutare i nessi storico – culturali che si allacciano alla tradizione. Il sapore della madeleine, biscotti tuttora fatti in casa o venduti dalle grandi catene alimentari, non è altro che il tempo trascorso, la reminiscenza e la traslazione del ricordo, la memoria involontaria, un mondo intero che riemerge dal rituale di una tazza di tè. È la contrapposizione dell'oblio, la coscienza della sofferenza; è il tempo che si può ritrovare e vivere solo nell'arte che ci permette il recupero del passato che si perde appunto nel trascorrere della vita stessa: emotività involontaria, connessioni intellettive e rimembranze cognitive non sono che alcuni dei temi dell'opera proustiana. Proust nel tratteggiare il carattere dei vari personaggi, dimostra una straordinaria finezza psicologica soprattutto quando comprende la complessità e molteplicità dell’uomo considerando al contempo le mutazioni dello stesso rispetto al trascorrere del tempo. Proust penetra involontariamente in un territorio a quei tempi poco esplorato dell’inconscio dove in modo apparentemente dimenticati si svolgono i drammi più dolorosi della persona umana. E vi è anche assonanza con Freud perché lo scienziato voleva far conoscere la dinamica psichica e l’attività inconscia per la cura dei pazienti mentre lo scrittore voleva conoscere sommariamente le stesse cose per la creazione dei personaggi e la comprensione di quell’io interiore che si nascondeva in lui. Opera di capitale importanza per la conoscenza interiore perchè fa capire meglio noi stessi, fa apprezzare maggiormente l'estetica della realtà; cronaca ricavata dal ricordo nella quale la successione del tempo è sostituita dal misterioso e spesso trascurato collegarsi degli avvenimenti, dell'io narrante che scruta la nostra anima, guardando all'indietro e dentro di sé; il sentire come l'unica cosa vera l'ideologia cronologica dettata dai sentimenti. Gli avvenimenti passati non hanno più potere su di lui, non finge mai che quanto da tempo è accaduto non sia ancora accaduto e che non sia ancora deciso quanto da tempo è deciso. Non c'è tensione, né drammaticità, la cronaca della vita inferiore scorre con armonia epica, poiché è soltanto ricordo e introspezione. È la vera epica dell'anima, la verità stessa, che qui irretisce il lettore in un dolce, lungo sogno in cui egli soffre molto, ma soffrendo gode anche la libertà e la pace; è il vero pathos del decorso delle cose terrene, quel pathos che sempre scorre, che mai si esaurisce, che costantemente ci opprime e costantemente ci sostiene. La Recherche, semplice, essenziale, a volte prolissa, ma è una tecnica usata dall'autore, racchiude sentimenti ed emozioni, paure e turbamenti, gelosie e indifferenze, che ognuno prova nel corso della vita. Proust annulla i concetti tradizionali di spazio e tempo, producendo nella letteratura una rivoluzione non meno profonda di quella operata da Einstein nelle scienze fisiche: costruisce una struttura assoluta per sostenere un mondo di apparenze. Un lungo viaggio attraverso le pieghe nascoste dell'animo umano, dove il particolare si fa universale. È impossibile mettere in parole l'emozione infinita che si prova pagina dopo pagina, ritornando bambini a Combray, vivendo le piccole paure che nel buio di una camera estiva divengono enormi, emozionandoci per la capacità di rendere reale il bacio della mamma, restituendo vita alle corde quasi dimenticate di un'infanzia ormai lontana che come d'incanto torna davanti a noi improvvisa. Ogni fase della vita viene descritta; Proust ci dona sensazioni, flussi di pensieri che generano le azioni che compie; tutto è già accaduto nel romanzo, ma tutto è sospeso in un tempo impalpabile che rischia di andare perduto, ma che viene ritrovato, ritrovato e donato a chi legge. Occorre riconoscere a Proust una fine sensibilità e una notevole capacità d’osservazione, la sua opera rimane sicuramente patrimonio dell'umanità senza dubbio alcuno tra le più belle composizioni letterarie ed impone la necessità di squarciare la propria anima lasciando la sensazione di essere più ricchi, più saggi, più umani.

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