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Cime Tempestose
 
Cime Tempestose 2015-02-24 11:38:40 Aurora_
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
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Contenuto 
 
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Aurora_ Opinione inserita da Aurora_    24 Febbraio, 2015
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Un dolce e amaro viaggio nell'umanità

“Cime tempestose”, primo nonché unico romanzo della romantica e sensibile Emily Bronte, è un’opera che offre migliaia di spunti di riflessione, che regala moltissimi significati. Un’opera di cui si potrebbe discutere in eterno, tanti sono i significati e le tematiche da essa affrontati. Chiunque potrebbe trarne un significato proprio, chiunque potrebbe leggervi un messaggio diverso e, sono sicura, benché si possa ripetere la lettura di quest’opera magistrale, ogni volta ci si ritroverebbe a discutere di un significato nuovo, dapprima nascosto e, apparentemente, ignorato. Perché questo è “Cime tempestose”: un piccolo mondo nascosto in qualche pagina di libro, una riflessione attenta e precisa sulle molte sfaccettature dell’uomo, dell’umanità tutta. Da ciò deriva la difficoltà nel poter esprimere in qualche parola di una, forse insignificante, recensione il significato dell’intera opera. Chiunque abbia l’intenzione di leggere quest’opera, è invitato a farlo con attenzione, con occhio critico e analitico. Apparentemente, quest’opera potrebbe sembrare una storia d’amore qualsiasi, ricca sì di grandi significati e con una trama complessa, ma niente di più. In realtà, sono convinta, che una piccola riflessione al termine della lettura o anche una rilettura dell’opera stessa, non potrà che offrire al lettore nuovi reconditi significati e, allora, si potrà leggere la passione, l’amore, l’impegno, la dedizione che Bronte ebbe nello scrivere questo romanzo. Cercherò, con tutta la passione e l’impegno che mi sono possibili, di invogliare il lettore a leggere questo romanzo, riflettendo su alcune delle molteplici tematiche che vengono qui affrontate. La natura, la solitudine, la religione e l’amore sono le principali tematiche cui presterò maggiormente attenzione.

Wuthering Heights, Gimmerton e Trushcross Grange sono le principali ambientazioni del romanzo; la brughiera è protagonista di quest’opera. Una natura solitaria, quasi triste e malinconica, con la nebbia che fa da protagonista e sembra immergere l’uomo in un mondo parallelo, in un mondo fiabesco. Figura centrale nell’opera è la borghesia inglese dell’Ottocento: una classe dominata dall’avarizia, dall’ipocrisia, dalla competizione e dall’invidia ma, anche, dalla cultura, dalla passione per le Arti e dall’Amore.

L’opera si apre con l’arrivo a Wuthering Heights del sig. Lockwood che soggiornerà nella casa in affitto del sig. Heathcliff. La storia, infatti, viene principalmente raccontata dalla sig. Ellen Dean, domestica presso la casa del sig. Lockwood. Però, un’iniziale nonché superficiale descrizione dei personaggi protagonisti di questa storia ci viene offerta dall’occhio quasi misantropo e amante della solitudine del sig. Lockwood. Protagoniste iniziali del romanzo sono, infatti, la misantropia e la solitudine che, all’apparenza, accomunano il sig. Lockwood e il sig. Heathcliff. L’odio e il fastidio recato dall’eccessiva compagnia umana che spinge i personaggi ad allontanarsi, ad abbandonare una stanza, alla ricerca della solitudine e dell’esclusiva compagnia della natura e del silenzio. Si tratta, anche, di una noia data da ogni tipica manifestazione emotiva umana, una tendenza, quindi, a rigettare ogni forma di ipocrisia o “diplomatica cortesia”. Questi uomini, quindi, si presentano quasi come degli automi, incapaci di emozioni, di riguardo nei confronti degli altri; questo è quello che vogliono farci credere.

L’autrice, nell’opera, insiste molto su un altro tema cui viene offerta una duplice interpretazione: la religiosità. Il sentimento del sacro viene qui vissuto in due modi completamente diversi: da un lato, troviamo l’ipocrisia e la bigotteria di Giuseppe, dipendente del sig. Heathcliff e, dall’altro, la passione e la fervida fede di Ellen, dipendente del sig. Linton e, successivamente, del sig. Lockwood stesso. In un caso, la religione viene vissuta quasi come un obbligo, come un qualcosa cui appellarsi per salvare la propria coscienza, per ripulirla dei propri peccati. Questa non è che una semplice concezione utilitaristica della fede, in cui la religione diventa un mezzo per raggiungere i propri scopi e un potere da esercitare contro gli altri. Nell’altro caso, la religione viene vissuta con passione e sentimento e diviene una vera e propria legge di vita. L’amore per il prossimo, il porgere l’altra guancia e il rifiutare qualunque genere di vendetta sono insegnamenti profusi da Ellen. L’amore per Dio e per la fede sono centrali nella figura di Ellen che non manca mai di impartire, laddove ne ha l’opportunità, i suoi insegnamenti religiosi.

Centrale, nell’opera, è indubbiamente l’Amore e, in particolar modo, quello nei confronti di Catherine da partire del sig. Linton e del sig. Heathcliff. Amore, anche in questo caso, vissuto in due modi contrapposti, in un binomio irrisolvibile. Da un lato, troviamo l’amore, oserei dire, più razionale ma non meno sentito e forte di Linton. Il suo è, tuttavia, un amore che non si aspetta dimostrazioni, che viene vissuto con pazienza e tolleranza nei confronti dell’altra. Un amore gentile, manifestato in maniera delicata, elegante e con premura. Questo è l’amore del sig. Linton: un amore profondo, ma mai violento, aggressivo o possessivo. Al contrario, l’amore di Heathcliff è un amore aggressivo, appassionato. Un amore che può quasi essere scambiato per desiderio di possessione, di un totale controllo della donna amata. Il suo è un sentimento che non ammette rifiuti, che odia l’intromissione di terzi. Heathcliff è un uomo forte, un uomo coraggioso; l’unica in grado di rompere questa forte corazza è proprio Catherine, la quale è in grado di indurre Heathcliff a sprigionare le sue più recondite emozioni, i suoi sotterrati sentimenti e le sue fervide passioni. Catherine è in grado di spogliare Heathcliff della sua corazza, di mostrarlo al mondo in tutta la sua debolezza e di legarlo a sé per l’eternità. Sembra essere l’unica ad avere questo potere ed, in effetti, è proprio così. Il personaggio di Heathcliff è estremamente particolare: è un uomo rude, crudele, avaro, distante e odioso. E’ un uomo enigmatico, che non lascia trasparire nulla di sé a nessuno, se non a Catherine, la quale sembra possedere la combinazione giusta per aprire il suo cuore. Bronte insiste su questo binomio, su questa duplice personalità presente in Heathcliff, sottolineando la crudeltà di quest’uomo che si lascia conquistare dalla sete di vendetta e dall’odio nei confronti dei suoi nemici, arrivando ad azioni impensabili e disumane. Dall’altro lato, invece, troviamo un Heathcliff amorevole, premuroso, estremamente sensibile e romantico nei confronti di Catherine. Cime tempestose è, quindi, un romanzo il cui reale protagonista, in realtà, è proprio l’Amore, di cui Bronte ci fornisce molte sfaccettature. L’amore infantile di Isabella, la sorella di Linton, nei confronti di Heathcliff è un amore ingenuo, che si lascia conquistare dalla rudezza di quell’uomo e spera in un risvolto fiabesco, ossia in un Heathcliff capace di lasciarsi andare e di amare. L’amore quasi materno, maturo e responsabile di Ellen nei confronti di Cathy, l’amore premuroso, attento e delicato di Cathy nei confronti di Hareton.

E’ evidente che questo romanzo sia, in realtà, un piccolo tesoro pieno di ricchezze, che il lettore deve essere capace di cogliere e di gustare. Si potrebbe, dunque, parlare a lungo di “Cime tempestose” e spendere ore interminabili nel discutere i molteplici significati di quest’opera. Ho preferito una recensione che ponesse l’attenzione sui significati di questo romanzo, piuttosto che sulla trama in sé, sebbene sia indubbiamente una trama ricca di vicende, di sorprese e di dettagli. E’ un romanzo di cui si può gioire sia prestando l’attenzione esclusivamente alla trama, sia prestandola ai suoi molteplici significati. Come già sottolineato, ogni lettore vi troverà una propria personale interpretazione e tenderà a ritenere centrale nel romanzo ciò che io, magari, ho trascurato. Questa è, a mio parere, la bellezza di un libro: la capacità di indurre in ogni lettore sentimenti diversi e diverse riflessioni, a seconda della personale esperienza di ciascuno. Buona lettura!

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Commenti

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Bellissima recensione che analizza in maniera critica e profonda non solo il testo narrativo ma le sfaccettature dell'animo umano. Lessi quest'opera diversi anni addietro senza, però, affrontare le riflessioni che tu proponi. Penso, quindi, di poter rileggere il romanzo tenendo conto altri punti di vista. Grazie. Ciao.
Ferruccio
In risposta ad un precedente commento
Aurora_
24 Febbraio, 2015
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Grazie mille per il tuo preziosissimo commento! :)
Sono contenta di aver stimolato in te la voglia di rileggere il libro. Sono sicura che, a lettura terminata, troverai ulteriori spunti di riflessione che io, magari, ho ignorato. Buona lettura e grazie ancora!
Complimenti per la bellissima recensione! Mi ha fatto molto riflettere su questo capolavoro che ho appena letto...hai proprio ragione quando dici che bisognerebbe stare ore a parlarne tanti sono gli argomenti!
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