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Giobbe. Romanzo di un uomo semplice
 
Giobbe. Romanzo di un uomo semplice 2016-02-21 06:18:13 siti
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
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Contenuto 
 
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Piacevolezza 
 
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siti Opinione inserita da siti    21 Febbraio, 2016
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Bestemmie e miracoli

Già nel 1932 questo stupendo romanzo poteva essere letto in lingua italiana grazie alla pubblicazione voluta dai fratelli Treves e sull’onda di un successo internazionale e sulla spinta esercitata negli ambienti culturali nostrani dall’amico Zweig.
Apparso per la prima volta nel 1930, segue opere come La tela di ragno, Hotel Savoy, Fuga senza fine e precede La marcia di Radetzky. È il romanzo che canta il mondo ebraico-orientale e che rappresenta la decadenza dell’ebraismo orientale e la sua disgregazione, è anche il romanzo che consegna al lettore nella metafora dell’esilio ebraico una delle più alte rappresentazioni della condizione dell’essere umano in vita “esiliato dalla pienezza e dalla totalità della vita vera”(Magris, “Lontano da dove”, 1971). È soprattutto la storia di un “uomo semplice”: bella, struggente, universale nel suo significato.
La narrazione muove il suo corso con tono fiabesco e ci cala subito in un tempo passato e in una terra lontana: Zucknow, villaggio sperduto nell’immensa pianura russa, assoggettata al volere dello zar. La presentazione dei personaggi è magistrale. Mendel Singer è un modesto maestro, è sposato con Deborah, ha due figli maschi e una femmina e lo conosciamo mentre sta per nascere il suo ultimogenito, Menuchim. È un uomo pio, dalla coscienza pura e dall’animo casto. Il bambino però, è chiaro fin da subito, è un minorato. Mentre la moglie assume un atteggiamento attivo e cerca una soluzione al problema affidandosi al rabbi, Mendel soccombe al volere divino, intanto duri destini attendono tutti i componenti della famiglia e la fede, già messa a dura prova, comincia a vacillare. Con l’approssimarsi del primo conflitto mondiale la famiglia si disgrega, un figlio si vota ai cosacchi, l’altro diserta, emigra in America e vi trascina il resto della famiglia, tranne Menuchim...
Gli eventi cruciali sono narrati con una maestria che ferma il tempo, consegna palpabili emozioni e ne rende pienamente partecipe il lettore.
I conflitti interni alla famiglia, la sua disgregazione, il crollo delle certezze contribuiscono a creare un quadro cupo e desolante e man mano che viene meno la fede di Mendel Singer si è portati a sperare in luoghi e tempi migliori. L’America però non rappresenterà la salvezza ma la distruzione e quando intorno tutto è buio, il lettore non potrà certo credere al mito americano. Subentra un nichilismo impressionante che culmina con il coinvolgimento dell’America nel conflitto europeo con il suo carico di nuovi dolori e il tramonto definitivo di ogni illusione. Il finale del libro è però conciliante e terapeutico e riecheggia la giusta ricompensa del biblico Giobbe.
Non perdete questa lettura, rinfrancherà il vostro cuore.

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Commenti

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Bella recensione, Laura, per un grande autore.
siti
21 Febbraio, 2016
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Ciao Anna Maria, devo dire che questo filone della sua produzione si sta profilando come davvero succulento. non vedo l'ora di leggere gli altri.
Bella recensione, Laura, anche se non conosco il libro. L'autore è, comunque, un grande scrittore. "La marcia di R..." è uno dei romanzi più belli del Novecento.
Complimenti! Una gran bella recensione!
In risposta ad un precedente commento
siti
22 Febbraio, 2016
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Ciao Emilio, devo dire che anche questo scritto è bellissimo, non corposo quanto i testi che cantano la fine dell'impero ma importante per delineare il ritratto dell'artista come cantore della disgregazione culturale e identitaria del popolo ebreo (provenienza Europa orientale) in un momento storico cruciale.
In risposta ad un precedente commento
siti
22 Febbraio, 2016
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Grazie Claudia, gentilissima.
Bellissima recensione! Ho adorato questo libro insieme a tutti gli altri di J. Roth! Ti consiglio di leggere anche i suoi interessanti e lucidissimi articoli sull' Italia fascista.
Tra tutti i romanzi di Roth Joseph il mio preferito rimane sempre La leggenda del Santo bevitore
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