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I miserabili
 
I miserabili 2017-09-13 13:32:58 Giuliacampy
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Giuliacampy Opinione inserita da Giuliacampy    13 Settembre, 2017
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L'autentica grandiosità di un miserabile

Un'opera come quella di Hugo, la cui fama grava, possente su qualsiasi appassionato lettore che si accinga a sfogliarne le pagine, non può essere sintetizzata né commentata da poche e semplici parole né da interminabili e complessi discorsi: quando si ha a che fare con un capolavoro è sufficiente un termine per spiegare tutto, INEFFABILE. Non è possibile descrivere un romanzo di questo calibro, non si può che leggere e apprezzare in ogni singola frase, ciascuna delle sue oltre 1500 pagine di perfezione. La storia dei personaggi cattura fin dal primo momento il lettore, avvolgendolo in una voragine di emozioni e profonde esperienze da cui è difficile uscire, tale è l'autentica bellezza che le caratterizza. L'amore, il patriottismo, la storia: ecco gli ingredienti fondamentali della ricetta di una grande opera. Hugo alterna parentesi storiche narrate con sincerità e oggettività, a poetiche pagine colme di profonde verità individuali; dipinge sapientemente i personaggi e ci fa piangere con loro quando soffrono, sorridere nei loro momenti di gioia. I miserabili sono gli unici a poter rappresentare e abitare la Parigi dell'epoca, questa città personificata, ricca di insidie e di tenebre, ma anche di raffinatezza e luminosità. Come una donna dall'inspiegabile sensualità che cattura gli uomini nei suoi vicoli ciechi, nelle strade buie, nelle fogne fangose, ma che diviene anche teatro di grandiose gesta e atti di coraggio, infiammata dalla passione dei giovani come Enjolras. Tuttavia, colui che emerge e che domina l'intero romanzo, nella sua miserabile santità, è Jean Valjean. L'uomo che trova la forza di liberarsi dai propri demoni grazie alla benevolenza del sacerdote Myriel, che ritrova la parte migliore di sé e la pone al servizio degli altri, in particolare di Cosette. Un miserabile, un individuo povero ma che riesce a costruire la propria fortuna e che ama condividerla con gli altri. Jean Valjean, papà Madeleine, il signor Fauchelevent, molteplici nomi ma una sola, integra personalità: quella di colui che vive al servizio della proprio coscienza, duro con se stesso, generoso con il prossimo, che biasima con fermezza le proprie colpe e commette sommessamente semplici gesta eroiche. Dall'altra parte Thenardier, anch'egli miserabile, ma non di quelli che si ergono al di sopra della melma fangosa, che si innalzano con ciascuna fibra del proprio corpo per raggiungere la luce, bensì un individuo che impara a nuotare in quelle acque paludose e scure, che sopravvive e non si cura di nessuno se non di se stesso. Tuttavia, come dimostrato al termine del romanzo, per quanto dura possa essere la vita e ingiusta la legge, di fronte al giudizio divino, tutti i conti vengono parificati e solo colui che ha dimostrato di possedere un volto sporcato dalla terra e dal sangue, ma un animo lipido come l'acqua cristallina di una fonte, riceve l'amore e la tranquillità che merita, trasformandosi in un meraviglioso angelo che veglia sui suoi cari; l'altro, al contrario, per quanto possa tentare di lavare via il fango da quella coscienza macchiata dal crimine e dalla malvagità, è destinato all'eterna solitudine.
E come dimenticare la tenerezza di Gavroche? Un ragazzino costretto a crescere troppo in fretta, povero di denaro ma ricco di gentilezza, che pur essendo orfano è in grado di comportarsi come un padre. Potrei inoltre spendere fiumi di parole su Marius e Cosette, ma non voglio rivelare troppo di questo romanzo, preferisco lasciare a voi il giudizio e soprattutto il piacere di leggere un capolavoro di questa portata. Non nascondo che la mole del libro può scoraggiare all'inizio e rende incredibilmente soddisfatti alla fine, quando ci si rende conto che non è stato affatto difficile nè gravoso completare una lettura così piacevole, ma credo che ritornerò a sfogliarne le pagine una seconda volta in futuro, quando osserverò i personaggi con gli occhi dell'esperienza e magari dopo aver approfondito una parentesi essenziale della storia non solo francese, ma mondiale: Napoleone e le eredità della Rivoluzione Francese.

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Commenti

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Una bella recensione, Giulia. Coi grandi classici è difficile sbagliare!
siti
14 Settembre, 2017
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Bel commento!
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