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La peste
 
La peste 2020-06-06 08:29:15 Pelizzari
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    06 Giugno, 2020
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Corsi e ricorsi storici

E’ stata l’emergenza coronavirus ad indurmi a scegliere questa lettura, che, soprattutto nella prima parte, mi ha spiazzato. Perché sembrava di leggere gli articoli del Corriere e della Repubblica di questi giorni, con un linguaggio decisamente meno moderno, ma con gli stessi elementi. I primi segnali, il paziente zero, la sorpresa dei primi tempi che, a poco a poco, si trasforma in panico, il comitato scientifico, i focolai infettivi, l’aumento del numero di casi, perfino i famosi “congiunti”. La ricerca dei posti letto negli ospedali, i prefetti ed il governo centrale, la chiusura della città, il limbo in attesa della riapertura e la riapertura. Tutta la storia è raccontata da un narratore ed è una relazione scritta con obiettività e fatta con buoni sentimenti. Anche i protagonisti di questo libro sono tutti nel medesimo sacco e capiscono che, in un qualche modo, ne devono uscire, devono cavarsela. Camminano in avanti, nelle tenebre, un po’ alla cieca, con tutta l’incertezza, soprattutto, ma non solo, quella dei primi tempi e cercano di fare ognuno del proprio meglio e comunque tutti un po’ di bene. Comprendono che la fantasia, in un qualche modo, aiuta nella sopravvivenza. E, nel male, c’è comunque del bene. Il buono della figura dei medici. Il fatto che un evento di questa portata apre gli occhi e costringe a pensare. Perché quanto l’uomo può guadagnare al gioco della peste e della vita è la conoscenza e la memoria. Ed il più grande insegnamento che se ne può trarre è che dobbiamo fare tesoro, di questa conoscenza e di questa memoria.

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Commenti

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Ciao Marika.
Sicuramente Camus sa scrivere. Ho letto questo libro tanto tempo fa e quando avevo scarsa esperienza di letture. Ma anche con "Lo straniero" , letto recentemente, trovo che questo autore lascia, almeno parlo per me, come storditi e inariditi. Inutile dire che non è assolutamente fra i miei scrittori più amati.
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Pelizzari
08 Giugno, 2020
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Forse questa sua aridità è la causa dello stile che ha scelto. In questo libro secondo me vuole essere un narratore oggettivo, vuole descrivere i fatti, non vuole farsi prendere dall'emozione, dalla paura.
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Molly Bloom
08 Giugno, 2020
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Marika, mi piace molto come riesci a condensare in poche frasi con semplicità ma anche con eleganza, libri di così grande portata. Bravissima. Io di Camus ho letto solo La caduta che mi era piaciuto moltissimo, spero di recuperare presto altri titoli.
Sono d'accordo con Ioana, hai la lodevole facoltà di fissare l'essenziale di ogni libro senza essere logorroica. Soprattutto esprimi chiaramente le tue impressioni di lettura e ciò è veramente utile in una recensione.
Detto da me che sono molto logorroica... prendimi in parola.
Camus non è certo un autore allegro che comunica serenità, non lo leggi per consolarti o evadere. Ti aiuta a scandagliare e rivela realtà scomode molto meglio di Sartre, che invece non mi è tanto piaciuto.
In tema covid, hai letto Cecità? Io non ancora.. Eresiaaaa
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Pelizzari
19 Giugno, 2020
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Grazie mille del complimento. Tendenzialmente cerco di essere abbastanza sintetica, scrivendo le emozioni e cosa un libro mi ha lasciato, piuttosto che magari raccontare ed argomentare la trama che si può trovare da molte altre parti, meglio descritta di come sono capace di fare io. Grazie ancora.
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Pelizzari
19 Giugno, 2020
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Grazie anche a te. Sì, Cecità è un libro che mi è rimasto addosso come se avessi preso un pugno. Bellissimo. Indimentabile. Uno stile incredibile. Te lo consiglio vivissimamente.
Grazie ancora
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