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La casa della gioia
 
La casa della gioia 2020-08-16 20:49:36 archeomari
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
archeomari Opinione inserita da archeomari    16 Agosto, 2020
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Storia di un bellissimo giglio

“Perché chiamiamo illusioni le idee generose, e quelle meschine le chiamiamo verità?”.

Questa è la storia di Lily Bart, un bellissima giovane donna, nata per allietare e decorare i salotti dell’alta società newyorkese di fin de siecle, con la sua intelligenza, i suoi modi, il suo spirito.
Lily: il nome evoca la bellezza e la delicatezza di un giglio che spande il suo profumo tutt’intorno. Bella, delicata e sola. Diseredata dall’unica sua familiare che nel testamento le lascia solo le briciole, abbandonata dalle amicizie ipocrite che prima se la contendevano come un ninnolo prezioso nel proprio salotto, Lily sarà esposta ai pettegolezzi, alle chiacchiere nate dagli equivoci e verrà esclusa da quel mondo, da quel milieu, in cui lei aspira vivere, che aspira frequentare quale suo habitat naturale.
“Quando c’è di mezzo una donna, la verità è la versione più facile a credersi”.

Edith Wharton nel suo quarto romanzo, pubblicato nel 1905, ha toccato un materiale incandescente, scomodo, e lo ha sfruttato per creare un personaggio indimenticabile, anello debole di una catena destinata ad estinguersi, sorretta dalle ipocrisie e dai lustrini delle apparenze. La scrittrice americana con la sua raffinatezza si è sempre distinta nei suoi romanzi per la costante lotta alle ipocrisie del bel mondo newyorkese e per il suo anticonformismo.


“Il cuore del saggio è nella casa del pianto, ma il cuore degli stolti è nella casa della gioia”. Questo versetto dell’Ecclesiaste ispira il titolo dell’opera e la storia di Lily Bart.
Non una casa, ma tante le case che ospitano la nostra eroina nelle varie vicende che abbracciano circa due anni, dalla lussuosa villa dei Trenor a Bellomont, alla country House di pessimo gusto dei Gormer, fino alla spoglia e disadorna cameretta delle ultime pagine. Una parabola discendente con parallelismo di tipo “architettonico”: dal successo mondano all’esclusione del mondo, dalle ville lussuose agli ambienti più umili e desolanti. Tale il percorso di Lily.

Non è possibile vivere nei salotti del bel mondo se mancano i tanto prosaici soldi. Chi li possiede non si dà pensiero di loro, ma essi assillano chi ne è a corto. Serve denaro per procurarsi i vestiti all’ultima moda dalla sarta, cappelli e accessori per mostrarsi sempre “fresche e raffinate e divertenti”, mantenere una carrozza, andare all’opera, provvedere alle proprie necessità ed ai propri lussi e vizi, tra cui giocare a bridge con le proprie amiche e fumare pregiate sigarette. Gli amici che si propongono di ‘aiutarla’ sono pazzi di lei e vogliono ricompense non propriamente economiche; lettere compromettenti , intrighi, ricatti, occhi ed orecchie che spiano, equivoci e la reputazione di Lily è perduta. L’unica persona che può offrirle il proprio cuore in maniera disinteressata è l’avvocato Lawrence Selden, un personaggio outsider, che frequenta il bel mondo, osservandolo dai margini e che possiede un buon gusto proprio, naturale, una filosofia di vita che lascia ammirata Lily “forse, lei lo ammira perché era in grado di trasmettere il netto senso di superiorità che solo i più ricchi sapevano ispirare”.
Selden in un appassionato dibattito con Lily aveva detto che “la mia idea di successo è la libertà personale (...) libertà da tutto: dai soldi, dalla povertà, dalla ricchezza e dall’ansia, da tutti gli ostacoli materiali. Vivere una sorta di repubblica dello spirito: ecco quello che definisco successo”.
Una repubblica dello spirito da cui Lily è esclusa a priori visto le sue ambizioni e le sue ristrettezze, non solo, ma per lei Selden non è un partito adatto ai suoi sogni brillanti di successo mondano.
Questo romanzo mi è piaciuto tantissimo soprattutto per lo stile della scrittrice, per la capacità di analizzare fino alle radici una società in trasformazione, inquinata da un degrado morale tacitamente accettato in maniera ancora più incisiva rispetto al suo romanzo più famoso, “L’età dell’innocenza”. Il personaggio di Lily, dalle prime pagine troppo vanitoso, troppo consapevole della propria bellezza, presa dal desiderio ossessivo di piacere a tutti prende in seguito tutte le simpatie e tutta la solidarietà del lettore. Una penna che rende in maniera originale e cristallina tutte le sfumature di un animo femminile in dissidio e tormentato.
Un libro che si divora. Avvertenza al lettore sensibile: il finale è commovente.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Interessante il confronto con l’eroina de “Il risveglio”della Wharton, per le affinità nonostante la diversità di linguaggio e di ispirazione dei due romanzi
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Commenti

5 risultati - visualizzati 1 - 5
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Pardon. “Il risveglio “ di Kate Chopin (1899) e non della Wharton. Impossibile modificare la sezione
Che bella recensione Marianna! Sto leggendo Ethan Frome proprio di questa autrice, ora corro a mettere in lista anche questo!
In risposta ad un precedente commento
archeomari
19 Agosto, 2020
Ultimo aggiornamento:
19 Agosto, 2020
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Visto! Appena posso andrò a leggere la tua recensione! In questo libro la critica alla società del bel mondo di NewYork è espressa ai massimi livelli, secondo me. Credo che altri libri dell'autrice superano di gran lunga "L'età dell'innocenza". Ciao!

26 Marzo, 2021
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Ricordo che mi era piaciuto moltissimo
In risposta ad un precedente commento
archeomari
28 Marzo, 2021
Segnala questo commento ad un moderatore
Ciao! A me piacciono tutti i romanzi della Wharton!
5 risultati - visualizzati 1 - 5

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