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La Russia di Gogol'
Secondo il progetto di Gogol' "Le anime morte" sarebbe dovuto diventare un lungo poema suddiviso in più libri, una sorta di Divina Commedia russa. Tra l’altro pare che l’idea sia germinata dal fitto rapporto di corrispondenza con Puškin che tanto ha contribuito alla vena artistica di Gogol’. Il destino però ha voluto che l’opera giungesse a noi incompleta a causa della crisi personale ed al dissidio interiore dell’autore.
Tuttavia ciò non toglie valore ad un'opera che si pone l'obiettivo di descrivere la realtà russa del XIX° secolo, della provincia rurale, lontana dai bagliori pietroburghesi. Gogol’ focalizza l’attenzione infatti su un mondo borghese di campagna costituito principalmente da proprietari terrieri – “barin” in russo – e dai loro “muziki” – termine che designa sostanzialmente i contadini servi della gleba addetti a lavorare le terre del padrone. Accanto a costoro si affiancano funzionari pubblici come governatori, presidenti di tribunale etc., addetti alla gestione dell’amministrazione statale, oltre ad una fitta rete di “cinovnik” – piccoli burocrati sottoposti ai funzionari più elevati. Di tutta questa vasta “tribù” Gogol’ enfatizza e ridicolizza i tratti: trasversalmente parlando infatti la società russa è caratterizzata da grande avidità, tutto ruota attorno al denaro ed alla ricerca del proprio interesse personale, il pettegolezzo domina ed i comportamenti amorali si osservano ovunque.
Partendo da questi presupposti, in questa palude umana, emerge la figura di Cicikov, il protagonista del romanzo dal comportamento moralmente discutibile. Nel suo continuo girovagare lungo le strade di Russia, incontra una pletora di proprietari terrieri sui generis, che tenta di convincere a vendergli le "anime morte": quei contadini deceduti ma non ancora dichiarati tali nei pubblici registri statali, per i quali il padrone deve ancora pagare una tassa allo stato. Ebbene sollecitandoli proprio sull’aspetto finanziario li convince a stipulare atti di vendita per appropiarsene, con l'obiettivo di risultare lui il proprietario di anime ed ottenere così assegnazioni di terre ed altri contributi pubblici.
“- E cosi se non ci sono impedimenti, a Dio piacendo si potrebbe procedere alla stipulazione di un atto di vendita- disse Cicikov. - Come un atto di vendita di anime morte?
- Ah no! Disse Cicikov. Noi scriveremo che sono vive, cosi come effettivamente risulta dalla lista del censimento "
Cicikov è l’emblema della Russia di Gogol’, un ritratto folcloristico, satirico ed anche spietato della società del suo tempo. Attraverso di lui diventa possibile osservare che le vere anime morte non sono tanto i contadini deceduti ed acquistati, bensì gli ex proprietari in quanto morti dentro, dediti all'accumulo di ricchezze ed alla ricerca di privilegi personali.
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E' un libro letto parecchi anni fa. Penso sia un capolavoro di grande interesse sicuramente letterario ma anche per il suo valore storico-sociale, umano.