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Il libro dei Baltimore
 
Il libro dei Baltimore 2016-10-31 15:03:07 cesare giardini
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    31 Ottobre, 2016
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Una grande nostalgica saga familiare

Joel Dicker ripropone il personaggio protagonista di “La verità sul caso Harry Quebert” Marcus Goldman, in questo nuovo lungo romanzo. Marcus fa parte dei Goldman di Montclair, una famiglia della classe media, che abita in un modesto ma dignitoso appartamento del New Jersey, mentre i Goldman di Baltimore (zii di Marcus) godono di grandi ricchezze, abitano in un prestigioso quartiere residenziale di Oak Park e, apparentemente, sembrano baciati dalla fortuna. Una grande simpatia lega Marcus ai cugini, tanto da indurli a formare, con altri amici, un clan affiatato, che vive spensieratamente gli anni di una beata giovinezza, tra scuola, vacanze, complicità e progetti. E’ forse la parte più affascinante del romanzo, ove i ricordi d’infanzia, i rapporti con le rispettive famiglie, i primi dissapori, gli innamoramenti, i sogni, le speranze in un sereno futuro inducono i lettori (magari non tutti, ma una buona parte sì) a rivivere con nostalgia i tempi della propria giovinezza e ad abbandonarsi a ricordi e rimpianti. Ma gli eventi incalzano, i Goldman che sembrano inattaccabili dalle sventure (quelli di Baltimore) ne sono lentamente ma inesorabilmente travolti, i giovani, un tempio spensierati, sono ormai cresciuti, prendono strade diverse, la bella compagnia si disgrega sino ad una incombente “Tragedia” finale, preannunciata sin dalle prime pagine del libro. Ma il sogno d’amore di Marcus, ormai affermato scrittore, supera ogni avversità…. Il romanzo è sicuramente una grande e complessa saga familiare, che si dipana nell’arco di circa trent’anni fin quasi ai giorni nostri, accostabile, con le debite proporzioni, a certi grandi romanzi dell’Ottocento: non disturbano i frequenti salti temporali, che inducono il lettore a riflettere e ad immedesimarsi nella trama narrativa sino a rendersene quasi partecipe. Alcuni personaggi sono memorabili, come lo zio Sam, il cugino acquisito Woody, la dolce Alexandra, un enigmatico giocatore di scacchi amico di Marcus che forse rappresenta la voce sommessa della coscienza, con i suoi rimproveri, i consigli, gli incitamenti.. E c’è perfino un cane, Duke, cui manca solo la parola… L’unico dubbio, arrivati alla fine dell’ultimo capitolo, è quello di aver assistito alla rappresentazione di una fiction televisiva, ma la trama coinvolgente e appassionata narrata da un grande scrittore come si sta rivelando Joel Dicker è ben lontana dalla banalizzazione dei sentimenti tipica della soap opera. In conclusione un bel romanzo, di cui si consiglia senz’altro la lettura.

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"La verità sul caso Harry Quebert" dello stesso autore.
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