Dettagli Recensione

 
Che tu sia per me il coltello
 
Che tu sia per me il coltello 2012-06-15 19:08:04 Alessandro G
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
Opinione inserita da Alessandro G    15 Giugno, 2012

Una lama che penetra lentamente...

All'inizio non mi piaceva per niente, lo trovavo morboso e noioso e mi trascinavo stancamente pagina dopo pagina. Mi sono anche chiesto chi me l'avesse fatto fare ad iniziarlo, talvolta mi ritrovavo a ridere di ridicolo per quello che leggevo. Mi sembrava che Yair, il protagonista, facesse panegirici patetici verso la sua compagna di penna Myriam solo per nascondere le sue reali intenzioni: portarsela a letto. Ho detestato il personaggio di Yair, trovavo che Grossman a volte esagerasse davvero nel portare a tale livello di esasperazione le elucubrazioni mentali del protagonista. Insomma per buona parte del libro ho pensato che non avrei dato un giudizio positivo su di esso. Il punto di svolta nel giudizio su questo libro è arrivato nella parte della narrazione in cui Yair si condanna ad un esilio volontario a Tel Aviv per "espiare" la colpa di aver perso la testa per Myriam ( e lì compie la sua "purificazione" che poi lo spingerà a prendere definitivamente le distanze dal suo amore visionario). Ma, soprattutto, ho iniziato ad amare davvero il libro quando l'io narrante è diventato quello di Myriam e lo scrittore ha deciso di svelare che in realtà, quello che stavamo leggendo fino a quel momento, non era altro che il diario di Myriam nel quale ella aveva trascritto fedelmente tutte le lettere di Yair. Geniale e davvero chapeau a Grossman per questa finezza narrativa. Il finale del libro comunque è straordinario, la catarsi al cardiopalma dei suoi protagonisti nella parte finale è stata capace di farmi rivalutare il libro intero. E credo che la volontà dell'autore fosse tutta finalizzata a questa corrente ascensionale di emozioni. L'io bambino di Yair è finalmente svelato e portato in salvo dalla vecchiaia precoce di Myriam. Il dolore che ella ha saputo trasformare in polarità di energia poisitiva e da cui egli si è lasciato sopraffare fino a castrarsi tra le righe di una fittissima corrispondenza epistolare come rifugio. Davvero entusiasmante questa idea di Grossman. Il mio giudizio sulla piacevolezza non è altissimo ma in quanto a stile è uno dei libri migliori che abbia mai letto. Consigliato per chi reputa che la nostra parte più vera emerga solo muovendoci a tentoni nel buio dell'inconsapevolezza.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Domani nella battaglia pensa a me , L'Amore fatale
Trovi utile questa opinione? 
40
Segnala questa recensione ad un moderatore

Commenti

3 risultati - visualizzati 1 - 3
Ordina 
Per inserire la tua opinione devi essere registrato.


28 Settembre, 2012
Segnala questo commento ad un moderatore
Trovo la tua recensione appropriata rispetto a quello che anch'io ho provato nel leggere il libro. Anche se io l'ho amato fin da subito. E anche a me è piaciuta molto di più la parte di Myriam. Farei solo una precisazione. Quando scrivi "L'io bambino di Yair è finalmente svelato e portato in salvo dalla vecchiaia precoce di Myriam". In realtà l'io bambino di Yair non è salvato dalla Myriam-vecchia, ma dalla Myriam-madre, dalla Myriam che ha appena scoperto che lo diventerà, dal suo senso di madre che esplode sia nei confronti del piccolo Yidò tormentato dal padre che al "piccolo" Yair che si comporta peggio di lui.
In risposta ad un precedente commento

16 Aprile, 2015
Segnala questo commento ad un moderatore
Ho letto molte recensioni, alcune con troppo entusiasmo ma che sembrano non aver colto l'essenziale, altre di persone che non hanno assolutamente capito il libro, questa e' l'unica in cui mi ritrovo pienamente.
In risposta ad un precedente commento

03 Novembre, 2019
Segnala questo commento ad un moderatore
Trovo questo commento davvero bello....
Ma davvero ci trovate tutti questi significati reconditi e nascosti!?
Il romanzo è stato pubblicato nel 1998.....fosse stato scritto nel 2008, anziché un rapporto epistolare avrebbe potuto benissimo raccontare con le stesse parole un rapporto vissuto su una chat... dove due persone impegnate evadono la realtá, ognuno per i suoi motivi e purtroppo uno dei due (lei, Miryam) rimane coinvolto da questo gioco e l'altro no (lui, a mio parere un habituè di tale divertissement)...
Non vedo alcun miglioramento o catarsi in lui,avvenuti in seguito allo scambio di lettere con lei ....l'episodio finale, del figlio abbandonato sotto la pioggia, perché non chiedeva scusa, conferma che lui è ancora un bambino immatuturo...Del finale mi piace il fatto che dopo aver sofferto per lui, lei ha una gioia inaspettata.... finalmente riuscirá ad avere un figlio suo (perché da quanto ho capito il bambino che cresce è del suo secondo marito,Amos).. Del libro,quindi, se proprio desidero salvare qualcosa, salvo il personaggio femminile!
Lo so,potrà sembrarvi riduttivo, ma questo libro l'ho vissuto così...anzi dirò di più: mi sembrava di spiare dal buco della serratura i due fedigrafi e stavo male per loro,per la loro infelicitá!
3 risultati - visualizzati 1 - 3

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Sirene
Valutazione Utenti
 
2.8 (1)
Il castagno dei cento cavalli
Valutazione Utenti
 
4.1 (2)
Mare di pietra
Valutazione Utenti
 
2.8 (1)
Sulla pietra
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
L'ultimo conclave
Valutazione Utenti
 
1.3 (1)
Qualcun altro
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Il bacio del calabrone
Valutazione Utenti
 
4.1 (2)
Stivali di velluto
Valutazione Utenti
 
3.5 (1)
Una morte onorevole
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
La notte mento
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
You like it darker. Salto nel buio
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Eredi Piedivico e famiglia
Valutazione Utenti
 
3.5 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Sirene
Giorno di vacanza
Génie la matta
Mattino e sera
Eden
L'anno che bruciammo i fantasmi
T
La notte mento
Il mondo invisibile
Moriremo tutti, ma non oggi
L'estate in cui mia madre ebbe gli occhi verdi
Una primavera troppo lunga
La vedova
Il bambino e il cane
Giù nel cieco mondo
Il mantello dell'invisibilità