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Purity
 
Purity 2016-03-14 13:08:10 annamariabalzano43
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
annamariabalzano43 Opinione inserita da annamariabalzano43    14 Marzo, 2016
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L'importanza di chiamarsi Purity

Oscar Wilde aveva intitolato una delle sue commedie “The importance of being earnest”, giocando ironicamente sull’equivoco tra il termine earnest (serio, onesto, zelante) e il nome del protagonista Ernest.
Nell’ultimo romanzo di Jonathan Franzen, Purity è sia il nome del personaggio intorno al quale si snoda tutta la vicenda, sia l’apparente scopo del Sunlight Project, l’organizzazione clandestina che diffonde via web informazioni riservate, portando alla luce numerosi traffici illeciti. Più che evidente è il riferimento a Wikileaks e a Julian Assange, che si citano esplicitamente nel corso della narrazione.
Il simbolismo è d’altra parte sempre presente nella letteratura americana, sin dai tempi di Hawthorne e Melville. Ciò è palese anche nelle scene più drammatiche, dove la caduta spirituale del personaggio nell’abisso del peccato è scandito dal rumore della pioggia e ogni movimento è rallentato e compromesso da un mare di fango.
La struttura di quest’opera corposa è costituita di sette lunghi capitoli: i primi tre introducono i personaggi più importanti, mentre negli altri si chiarisce come si intreccino le vite di ognuno. La narrazione è impersonale, a eccezione di un capitolo in stile diaristico in cui Tom racconta di sé.
Sono tanti gli argomenti affrontati dall’autore in questo romanzo, dal condizionamento esercitato dalla moderna tecnologia sulla vita di ognuno, con conseguente perdita della privacy, alla difficoltà per il giornalismo vecchio stile di sopravvivere nell’era di internet, che trascura completamente il lato umano dei fatti e delle persone. Si trattano sia il tema della sicurezza di un paese come gli Stati Uniti che producono armi nucleari che talvolta non riescono a custodire con tutte le garanzie del caso, sia il tema della democrazia imperfetta del mondo occidentale, e quello dei danni scaturiti da un regime totalitario con riferimento alla Germania Est fino alla caduta del muro (“un intero paese di vite sprecate”).
In questo serio groviglio di argomenti, ciò che colpisce, come sempre nelle opere di Franzen, è il ruolo della famiglia nella società, delle tensioni, delle incomprensioni, dei fenomeni di incompatibilità tra genitori e figli che possono spesso ripercuotersi sulla collettività. Il difficile rapporto tra Purity e sua madre, il disprezzo che Clelia nutre per Annelie, l’odio feroce di Andreas per Katya vengono descritti con parole accorate, lasciando intendere la sofferenza dei personaggi che in alcuni casi sembrano non avere speranza. È sempre lacerante il mondo di Franzen. Le sue donne sono dotate di una forza dominante, che le rende autonome ma spietate. Eppure dietro questa maschera quasi shakespeariana, questi personaggi femminili celano un bisogno incompreso d’amore, una sofferenza generata dall’incapacitá di comunicare che le rende fragili. È ancora la strenua lotta per l’emancipazione da uno stato di subalternità rispetto all’uomo che non si è ancora conclusa.
E d’altra parte neanche l’amore trova facile realizzazione nei romanzi di Franzen. Il sesso sostituisce spesso i sentimenti e viene sperimentato nei modi più trasgressivi, quasi come volontà di affermazione di un ego tolto bruscamente dal grembo materno e ancora in cerca di tenerezza e calore.

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Commenti

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Sempre interessanti i tuoi commenti, AnnaMaria, anche se non conosco ancora questo scrittore.
Grazie Emilio. Tra gli scrittori americani è uno dei più quotati. Molto interessante, ma a volte un po' eccessivo.
ottima presentazione Anna Maria, per un titolo di cui ho letto in parecchi articoli quanto fosse atteso.
Tu hai letto i precedenti di Franzen? Trovi che voglia cavalcare l'onda di certe tematiche?
Quell'"eccessivo" detto da te mi sembra celi un'incertezza sul romanzo. Gli altri Franzen sono migliori?
Ciao Silvia. Certo le tematiche che Franzen affronta in questo libro sono tante. Per la prima metà l ho trovato il racconto veramente coinvolgente, la seconda metà non mi è sembrata all'altezza della prima.
Ciao Mario. L'eccessivo è effettivamente riferito a certe situazioni descritte che, se pure realistiche, non credo siano proprio così comuni d'una realtà quotidiana. Ma forse era questo lo scopo di Franzen. Poi certo ognuno giudica in base alle proprie esperienze. L'accanimento sulla descrizione di rapporti cosi feroci tra genitori e figli, per esempio. Non nego assolutamente che esistano situazioni così negative, anzi . I fatti di cronaca attuali ce lo confermano, ma qui ogni personaggio ha dei seri problemi con i genitori o con i figli. Ciò comunque non toglie che si tratti di un buon romanzo. Il migliore per me resta Le correzioni, anche più di Libertà.
Davvero interessante Anna, in libreria l'avevo notato ma andando di fretta non mi ero soffermata a leggerne la trama. Grazie per la dettagliata e lucida recensione. Apprezzo sempre i tuoi paragoni con i grandi classici.
Grazie Marcy!
Ciao Anna Maria,
sempre preziosa nei tuoi contributi, mi hai fatto incuriosire rispetto all'autore. So che è molto apprezzato ma sono diffidente...
Ciao Laura. E' sicuramente un autore da conoscere. Certamente si può amare o detestare. Se devi iniziarne la lettura, leggi Le correzioni. Grazie per il tuo commento. Un caro saluto.
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