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Purity
 
Purity 2016-05-10 14:23:08 f.martinuz
Voto medio 
 
2.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
2.0
f.martinuz Opinione inserita da f.martinuz    10 Mag, 2016
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Franzen, l'architetto del vuoto

Jonathan Franzen è un ottimo architetto. Il suo ultimo immane sforzo letterario assume le sembianze di un'enorme cattedrale di inchiostro, raffinata, ben congegnata, cesellata con abilità. La penna dell'autore si muove con precisa leggiadria per tutta la durata del romanzo convincendo il lettore ad un azzardato paragone con il maestro della letteratura americana, Philip Roth. Analogia non troppo lontana dal vero, almeno per quanto visto nello stile di questo lavoro, ma ingiusta nei confronti di Roth. Franzen erge uno scheletro imponente che, alla prova dei fatti, risulta vuoto lasciando riverberare in questo vuoto diverse domande, inevitabili per un lettore curioso: Dove vuoi arrivare? Cosa ci vuoi dire? Perché scrivi questo?

L'intera vicenda si articola in più sottotrame, ognuna delle quali potrebbe quasi costituire una novella a sé stante, che faticano a conciliarsi e fondersi in maniera corale, lasciando in bocca un gusto di incompiuto. Penso che l'eccessiva lunghezza abbia nuociuto a lungo andare sulla compattezza della trama che si offre annacquata da lunghe riflessioni, ricordi sgradevoli, esami di coscienza. Franzen adotta un approccio introspettivo e interiore a discapito dei fatti che difettano di sufficiente amalgama. Se poi l'autore abbia voluto indagare questo preciso aspetto sacrificando il plot allora probabilmente la mia opinione in merito è deviata.

Lo stesso concetto di purezza, contenuto già nel titolo, che pare essere l'elemento fondante dell'intero romanzo, appare e scompare ad intermittenza, come una lucciola che si nasconde agli occhi dei curiosi. Ogni personaggio è alla ricerca di questa fantomatica purezza che scoprirà essere ineffabile ed irraggiungibile in quanto l'assolutezza di qualcosa è ontologicamente impossibile. I protagonisti scoprono e disvelano le loro macchie e le personali zone d'ombra comprendendo che la "purity" tanto anelata è pura utopia. Quando le circostanze lo richiedono è necessario sporcarsi, compromettersi, rinunciare ad una parte di sé.

Colei che viene inizialmente presentata come protagonista è Purity Pip Tyler, giovane ragazza impiegata in un'azienda specializzata in impianti di energia rinnovabile, che nella parte centrale del romanzo lascia il posto all'egocentrico e maniaco Andreas Wolf e al tollerante ed eccessivamente benevolo Tom Aberant, sparendo in tal modo dai radar fin quasi alla fine del romanzo. Il mattatore vero e proprio è invece Wolf, emulo e sfidante del delinquente Julian Assange, capo di Wikileaks. L'intraprendente leaker proviene dalla Berlino Est degli anni '80 in cui, tutelato dal ruolo politico del padre, si divertiva a fornire consulenza psicologiche a giovani tedesche che culminavano in routinari rapporti sessuali. A seguito della caduta del Muro e del disfacimento della Stasi Wolf mette in piedi il Sunlight Project, un'agenzia di hacker dedita al disvelamento di documenti secretati e top secret, contenuti di database governativi e alla sottrazione di dati ai fini della verità. Tutto deve essere alla luce del sole; tutto eccetto il segreto che Wolf cela da anni e che teme che venga svelato dall'unica persona che ne è a conoscenza, il giornalista americano Tom Aberant. Per sordidi fini personali anche Pip, nonostante l'evidente deficit di conoscenze in materia informatica, viene coinvolta nel Project da Andreas con il quale instaura una relazione ambigua. L'intero libro procede toccando diversi temi di specchiato interesse che sarebbero potuti essere sviluppati molto meglio: la minaccia totalitaria che si cela dietro la maschera democratica di Internet, l'invasività stordente dei social network, i problemi legati alla privacy, il cyberterrorismo, la fuga e la gestione arbitraria da parte di colossi come Google e Facebook di miliardi di dati sensibili. Ma anche in questo caso l'autore ci offre qualche battuta, ficcante, puntuale e magnificamente ricamata, ma insufficiente.

Purity è quindi un romanzo ben scritto ma che cede alla verbosità dell'autore trascinandosi per lunghi tratti senza una meta precisa; una specie di narrazione-fiume senza scopo narrativo corposo e senza una trama compatta e avvincente, sebbene le premesse potessero suggerire il contrario. Sicuramente non è, come molti hanno scritto, il romanzo dell'anno, proprio no.

FM

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Commenti

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No.Questo è stato il suo primo romanzo e al momento non credo di sentirmela di reggere un altro suo romanzo.
Succede come per Camilleri:si lancia il libro come ennesimo capolavoro e tutti ci credono.
Bel commento
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