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I tre piani (secondo Freud)
Il numero tre, nelle società umane, ha sempre assunto un significato emblematico, misterioso, esoterico. Della “magia” associata a questo numero perfetto se ne è appropriato anche lo scrittore israeliano Eshkol Nevo ma senza alcun elemento trascendente (nonostante la sua nazionalità), bensì con l’intento di riferirsi alla psicanalisi ed alla teoria di Freud che distingue 3 differenti livelli di frammentazione dell’anima.
L’idea alla base del romanzo è quella di rappresentare, attraverso tre racconti, ogni livello freudiano associandolo ad un piano di un condominio abitato da diverse famiglie, ognuna delle quali si fa così portatrice di determinati valori ed esperienze. Al primo piano troviamo la famiglia “dell’Es” contradddistinta da pulsioni ed istinti, tra i quali si fanno strada quelli più tribali e nascosti, come ad es. il sesso, il tradimento, il sospetto ed anche l’ira. Talvolta si è disposti a tutto pur di raggiungere i propri obiettivi, anche a mettere a rischio la vita coniugale ed i propri affetti più cari. Al secondo piano abita invece la famiglia “dell’io”, quella che “cerca di conciliare i nostri desideri con la realtà”. Quando la paranoia alimentata dall’insoddisfazione personale, ci spinge a trovare un equilibrio per uscire da un'empasse, siamo disposti ad affidarci anche ad un parente (quasi) sconosciuto che bussa improvvisamente alla porta di casa. Al terzo piano abita infine la famiglia del “super-io” che “ci richiama all’ordine con severità e ci impone di tenere conto dell’effetto delle nostre azioni sulla società”. Alla fine si è disposti a sacrificare anche il proprio figlio ed a perdere il suo affetto, pur di difendere l’immagine e la rispettabilità conquistata. Nascono così tre storie, tre differenti confessioni, raccontate a fantomatici destinatari da parte di protagonisti che si trovano in uno stato di confusione. Si tratta di personaggi che sono in cerca di un’identità, che hanno necessità di redimersi, di aprirsi con un interlocutore per sfogarsi e soprattutto confessare le preoccupazioni ed il dolore che si portano dietro. Parlare, raccontare la propria storia, diventa pertanto un’esigenza. Ma come ben sintetizza la protagonista del terzo racconto “se non c’è nessuno ad ascoltare, allora non c’è nemmeno la storia…..L’importante è parlare con qualcuno. Altrimenti, tutti soli, non sappiamo nemmeno a che punto ci troviamo, siamo condannati a brancolare disperatamente nel buio”. I tre piani dell’anima esistono infatti “nello spazio tra noi e l’altro, nella distanza tra la nostra bocca e l’orecchio di chi ascolta”.
Nevo cerca di scavare le profondità umane affidandosi a Freud e pur realizzando un prodotto gradevole e interessante per i temi trattati, non riesce però ad arrivare fino in fondo al cuore del lettore. Si ha infatti l’impressione che il lettore stesso, più che il vero confessore dei suoi personaggi, sia in realtà uno spettatore che osserva e riflette, magari con attenzione, ma senza sentirsi realmente coinvolto, come se tra lui e la storia ci fosse uno schermo separante
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Al momento, lo accantono. Dell'autore conosco solo "La simmetria dei desideri" , libro fin troppo sbandierato a suo tempo e ora pare già caduto nell'oblio. Mi era piaciuto ma senza alcun entusiasmo, testo di un autore non ancora maturo, un po' come i suoi personaggi.