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Tre piani
 
Tre piani 2021-09-28 12:49:30 lapis
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
lapis Opinione inserita da lapis    28 Settembre, 2021
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Più di testa che di cuore

Tre piani di un condominio in un quartiere residenziale vicino a Tel Aviv. Tre storie separate, che si sfiorano appena. Tre personaggi che, raccontandosi in prima persona a un interlocutore invisibile, si sfogliano, come gli strati di una cipolla, lasciando trapelare la parte più profonda e nascosta dell’anima: il segreto della propria vulnerabilità.

A suggerire l’originale idea narrativa alla base di questo romanzo è la teoria topografica di Freud sull’anima. “Al primo piano risiedono tutte le nostre pulsioni e gli istinti, l'Es. Al piano di mezzo abita l'Io, che cerca di conciliare i nostri desideri con la realtà. E al piano più alto, il terzo, abita sua altezza il Super-Io, che ci richiama all'ordine con severità e ci impone di tenere conto dell'effetto delle nostre azioni sulla società”.

Questa lotta tra pulsioni, realtà, etica è messa in scena attraverso le dinamiche familiari e affettive che attraversano un condominio, da un lato, e le diverse fasi della vita, dall’altro.
Al primo piano troviamo quindi il giovane padre Arnon, con il suo bisogno di proteggere la propria figlioletta e la sua incontenibile urgenza di verità, che può diventare agitazione, furia, ossessione. Al secondo c’è Hani, donna matura con un marito sempre in viaggio e senza un lavoro, che incarna la difficoltà di trovare un equilibrio tra i propri sogni inconfessabili e un’esistenza solitaria e insoddisfacente. E in ultimo Dvora, vedova e giudice in pensione, che ha sempre vissuto secondo gli integerrimi schemi e principi imposti dalla propria professione e dal proprio ruolo familiare, anche a costo di scelte strazianti, e che ora deve fare i conti con nuove possibilità e interrogativi.

Con una narrazione limpida, dotata di grande fluidità e arricchita da un tocco di ironia, Eshkol Nevo ci racconta i fallimenti, le fissazioni e le paure che affliggono una società moderna sempre più fragile e smarrita. Non c’è una ricetta da fornire o una tesi da dimostrare, non a caso tutte le storie rimangono di fatto aperte, lasciandoci immaginare il finale e scegliere così la nostra verità. Nonostante la qualità di scrittura e la validità dell’idea, però, il racconto non riesce, a mio avviso, ad animarsi e a coinvolgere completamente dal punto di vista emotivo. La sensazione è che, dietro al racconto, sia sempre visibile in trasparenza una griglia di scelte autorali che tolgono autenticità e sentimento alla narrazione. Rimane un interessante viaggio nella psiche, più di testa che di cuore.

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Commenti

4 risultati - visualizzati 1 - 4
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Ciao Manuela, ho letto questo romanzo qualche anno fa e ci ho ripensato proprio in questi giorni dopo aver visto il film di Nanni Moretti... che dire... la penso proprio come te sulla valutazione del romanzo. E anche il film devo dire che mi ha lasciato un po' la stessa sensazione.
Manuela, la tua bella recensione ha destato in me un certo interesse verso questo libro, soprattutto per la 'lettura' freudiana . Pensavo però fosse migliore rispetto a come emerge dalla tua valutazione che tuttavia mi è utile per non avere troppe aspettative.
In risposta ad un precedente commento
lapis
30 Settembre, 2021
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Ciao Chiara! Devo confessarti di avere fatto proprio lo stesso tuo percorso, ripensando al romanzo, letto anni fa, a fronte del film. A distanza di tempo, mi sono accorta che nella memoria mi era rimasta solo l'idea di base, mentre tutto il resto era scolorito, non mi aveva coinvolto davvero, e in fondo non lo ha fatto nemmeno il film. Grazie mille per il commento!
In risposta ad un precedente commento
lapis
30 Settembre, 2021
Segnala questo commento ad un moderatore
Grazie, Emilio. Il romanzo è valido e offre anche spunti interessanti, ma per me è stata una lettura tiepidina, senza entusiasmo, con personaggi che si dimenticano anche in fretta. Come dici tu, da leggere senza troppe aspettative. Un caro saluto.
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