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Le nostre anime di notte
 
Le nostre anime di notte 2024-01-31 18:21:33 Bruno Izzo
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Bruno Izzo Opinione inserita da Bruno Izzo    31 Gennaio, 2024
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Non ho l'età per amarti

Non ho l’età per amarti, per uscire da sola con te.
Sono i versi di una canzonetta di una volta, che rispecchiano esattamente il costume di quei tempi: al giorno d’oggi, nella nostra società moderna, libera ed emancipata, tutt’al più il testo suscita un sorriso.
Ma tant’è, le intenzioni allora erano buone, la morale del tempo lo esigeva, il contesto lo accettava.
Amare, innamorarsi, condividere un affetto, vivere una relazione è una cosa dolcissima: una giusta maturità aiuta a vivere con consapevolezza una qualsiasi unione, dopotutto si usa dire ogni cosa a suo tempo. Eppure, ancora c’è qualcuno convinto che, paradossalmente, ciò non sia accettabile per chi è fin troppo maturo!
I vecchi, gli anziani, i vegliardi, non possono più innamorarsi, stare insieme mano nella mano, occhi negli occhi, appaiono sciocchi, imbarazzanti, ridicoli.
Trattasi di un’autentica esagerazione, se non una vera aberrazione.
Rughe, capelli bianchi, corpi non più tonici e traballanti, nulla hanno più a che fare con i sentimenti, nel caso contrario è segno evidente di decadenza, di demenza, o peggio di lascivia.
Kent Haruf, con la sua scrittura a voce unica, potente, omnicomprensiva, con il suo tono monocorde e però sempre discorsivo, incisivo, esaustivo, questo ci racconta: quelli avanti negli anni, gli stessi che conta lo scrittore stesso quando scrive questo libro, hanno una loro valenza, un loro spirito, una loro essenza, e come tutti si innamorano, esattamente con gli stessi palpiti dei più giovani.
Lasciamoli vivere la loro affettività: l’energia di un nuovo amore brilla, sfavilla, riluce, li eleva.
Si appresta così anche per chi ha un’età avanzata questo spettacolo dolcissimo, mirabile, spendente: il librarsi libere nel cielo stellato delle loro anime di notte.
Lo scrittore americano, alla pari di Ernest Hemingway, è un mirabile cantore del tessuto connettivo della società americana del suo tempo, quello della sua provincia rurale; che è quello più vero, cristallino, genuino e rappresentativo, con pregi e difetti, fatti e personaggi descritti nei particolari, seppure in poche righe. Qui ci offre un breve testo, più un racconto lungo che un romanzo, in cui contesta chi afferma che taluni non hanno più l’età per provare sentimenti, e questo è davvero l’ultimo lavoro dello scrittore americano, redatto in pochi giorni appena prima del termine alla sua esistenza.
Il testo della canzonetta citata Haruf la declina all’incontrario: l’età per nutrire un sentimento affettuoso, e si badi si intende qui più una comunione di anime che un’attrazione fisica ed emozionale, qui ci sarebbe anche, e di parecchio di più. I due protagonisti, Addie e Louis, ambedue vedovi, sono anziani, per non dire vecchi, insomma davvero assai avanti con gli anni, liberi da impegni con figli e parentado vario, economicamente indipendenti e tutto sommato in accettabili condizioni di salute fisica e mentale. Adulti e consenzienti, liberi e indipendenti, a chi devono dar conto di una loro scelta affettiva? Invece il loro desiderio di unire le reciproche esistenze, è decisamente ostacolato, diremmo di più, aspramente disapprovato, contrastato, negato esclusivamente per egoismo dai loro prossimi e dal contesto generale della comunità in cui vivono, peggio della storia di Romeo e Giulietta dei bei tempi andati. Si sa, sono sempre le ragazze a prendere l’iniziativa, Addie non è una ragazzina, non ha tempo da perdere, sa perfettamente che alla sua età i giorni contengono poche gocce di nettare, vanno centellinati tutti con cura per gustarli a fondo; perciò, con grazia e schiettezza si rivolge un giorno direttamente a Louis: “Mi chiedevo se ti andrebbe qualche volta di venire a dormire da me”.
Niente di pruriginoso, di fisico, di sessuale. Solo compagnia, affetto, fuga dalla solitudine, voglia di tenerezza, e quant’altro di dolce, se viene, è ben accetto, tanto di guadagnato, riempie gli ultimi giorni.
Un cane, per esempio, o gli strilli gioiosi di un nipotino che gioca in giardino.
Sic et simpliciter, questo di Haruf è una grande storia d’amore, e niente più.
Ma ben presto, la storia di due anziani che vanno a convivere insieme, agli occhi dei benpensanti, parenti prossimi compresi, si trasforma, non è più una voglia di stare insieme gli ultimi giorni, è uno scandalo al sole. Inammissibile: sono due vecchi, perciò non capiscono quanto di sconcio possa essere la loro insana relazione. Uno stare vicini che è in realtà un rapporto candido ed innocente, che soccombe, si frantuma sotto i colpi dell’egoismo altrui.
Devono comportarsi bene, ad ogni costo. Devono solo avere paura di morire, come si fa alla loro età.
Prima o poi, inizia per tutti un lungo viaggio al termine della notte.
Quando il cielo è completamente buio, allora si vede meglio la strada che percorriamo, aiutandoci con la luce delle stelle, e se abbiamo fortuna anche con quella della luna, i più fortunati con quella del plenilunio. Ma sul finire della notte, ai primi grigiori, l’ultimo tratto è ancora fievole di luce chiara, si procede alla cieca, confusi, scoordinati, serve un’altra fonte luminosa, e questa la fornisce solo l’amore, l’affetto, la solidarietà, sono le uniche cose che fanno brillare le nostre anime di notte, perché appunto non è vero che non si ha più l’età per amare.
Questi anziani che amano…lasciamoli andare, senza fargli pressione di alcun genere.
Non metteteli alle strette, sono solo canzonette.

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Kent Haruf
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Commenti

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Accidenti che bella presentazione.
Argomento davvero molto interessante.
Mi chiedevo se la parte sessuale venga affrontata o se invece viene ancora una volta relegata solo alla gioventù.
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Emilio Berra  TO
01 Febbraio, 2024
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Bruno, mi hai incuriosito. Titolo in lista.
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Bruno Izzo
01 Febbraio, 2024
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In verità, se ne fa un accenno, è contemplata nell'incontro e successiva conoscenza reciproca dei due protagonisti; e tuttavia, è un particolare, un tratto marginale che nulla aggiunge e nulla toglie alla storia, come dice il titolo, qui si parla più di anime che di corpi. Cordialità!
In risposta ad un precedente commento
Bruno Izzo
01 Febbraio, 2024
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Emilio, Kent Haruf, tutta la saga di Holt e non solo questo titolo, te lo consiglio spassionatamente. Un autore simil Hemingway, solo che il buon Ernest viaggiava in lungo ed in largo per descrivere l'umanità, Haruf si fa bastare un microcosmo. Con pari efficacia. Un carissimo saluto.
In risposta ad un precedente commento
Emilio Berra  TO
03 Febbraio, 2024
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Bruno, dell'autore ho letto "Vincoli", che mi è piaciuto molto, e "Canto della pianura", apprezzato abbastanza ma sicuramente meno. Non ho letto però il libro recensito.
In risposta ad un precedente commento
Bruno Izzo
08 Febbraio, 2024
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Allora te lo consiglio, fidati, non avrai a pentirtene. Un caro saluto!
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