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Legami lunghi una vita e oltre
«[…] Lei pensa che io le stia remando contro, lo vedo dalla sua espressione, ma non è così. È solo che prima di metterci al lavoro dobbiamo fare chiarezza. Sì, se non fosse tornata in acqua sarebbe, ancora viva, ma non saremmo stati insieme più di trent’anni se per esempio avessi provato a impedirle di entrare in acqua quando voleva.»
Sono i romanzi come “Baumgartner” a ricordarci come sia nella normalità la bellezza della vita. Tra queste pagine si respira emozione, si è davanti a un romanzo profondamente intimista che ha quale obiettivo quello della elaborazione del letto per mezzo della voce di un uomo che ha perso la moglie Anna di cui era innamoratissimo. Baumgartner, ex docente universitario, è adesso in pensione e anche se dal giorno della separazione con la donna sono trascorsi dieci anni, continua a vivere con il ricordo indelebile di lei e dei momenti che hanno trascorso insieme, nel bene e nel male.
La donna era una poetessa, non amava far leggere i propri versi perché fortemente introversa, traduttrice di professione, sportiva e anche scrittrice di diari di anni di gioventù custoditi adesso come cimeli. Da qui anche il senso di interrogazione dell’uomo che, tornando ai giorni della fine, pensa a come sarebbero andate le cose se l’avesse fermata, se avesse agito in modo diverso. Eppure, al contempo, la parte razionale della sua mente, sa anche che se l’avesse fermata non sarebbero stati insieme tutti gli anni che sono stati perché sarebbe venuto meno quel principio di libertà e rispetto altrui che ha sempre determinato il loro rapporto. Il legame tra loro è così forte che lui continua a parlarle ancora, anche se lei non c’è più. Al contempo si diletta a ordinare oggetti quali libri solo per scambiare quattro chiacchiere con l’addetto alla consegna. Quando le poesie della moglie saranno attenzionate da una giovane studiosa che Baumgartner ospiterà, il libro avrà un vero e proprio smacco che mai però metterà in secondo piano l’alternarsi di flashback su esistenze fatte di certezze e presenze.
«[…] I suoi pensieri si allontanano piano piano dai capitomboli da mimo di stamane e tornano al passato, il lontano passato che balugina ai confini della memoria e, un pezzo minuscolo alla volta, gli torna tutto in mente […].»
Ed è proprio questo il tema centrale di questo titolo intimo e profondo: le presenze che si inseriscono nella nostra vita, i legami che ogni giorno instauriamo, le relazioni che portiamo avanti, anche le più semplici. Queste sono la linfa per il nostro percorso su questa terra, sono ciò che ci mette in moto e arricchisce il nostro percorso. Per effetto, un ruolo centrale, lo ha la perdita di quel legame, l’interruzione, il frantumamento, l’evento che ci porta alla separazione.
Cosa aspettarsi da una lettura come “Baumgartner”? Un libro che solletica l’anima con semplicità, che ci entra dentro con naturalezza, che ci ricorda quanto sia nell’unicità della nostra esistenza la bellezza del nostro vivere. Anche se semplice, anche se fatto di costanti, anche se privo di eventi apparentemente sconvolgenti.
Un romanzo maturo di Paul Auster che regala tanti spunti di riflessione.
«[…] Sarebbe il caso di indagare come in alcuni momenti fugaci e imprevedibili restano impressi nella memoria, e invece altri, in teoria più importanti, svaniscono per sempre.»
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Commenti
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La tua recensione mi è piaciuta e mi ha incuriosito, anche perché ultimamente l'autore mi ha deluso : "Diario d'inverno" , più che altro mi ha annoiato. E non ho apprezzato neanche "Follie di Brooklyn" . Solo "L'invenzione della solitudine" m'è parso all'altezza.
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