Gomorra Gomorra

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fukafredo Opinione inserita da fukafredo    11 Luglio, 2015
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Avtomat Kalašnikova

Come si può vivere tutta quella delinquenza?Perché lo stato è impotente?Corpi di Cinesi nei container,rifiuti tossici,colpi di kalashnikov...Ho ventisei anni napoletano e leggendo gomorra mi viene da piangere.Tutti sanno e nessuno fa niente.Questo libro è un documento storico che andrebbe conservato negli annales.Prima pensavo che Saviano fosse uno dei tanti che sfrutta le disgrazie del suo luogo per diventare famoso,beh famoso lo è diventato anche tanto ma ha rinunciato alla libertà e per me ora è un EROE!

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Rollo Tommasi Opinione inserita da Rollo Tommasi    13 Dicembre, 2014
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Raccontare il male

Porto di Napoli. Un container sospeso a mezz'aria da una gru. Difetto di fabbricazione, o distrazione umana, o qualsiasi altro fattore imponderabile: uno sportello si apre, e grandinano giù cadaveri. Teste che si spaccano sull'asfalto. Ossa che si rompono. Corpi congelati che piovono dall'alto come chicchi di grandine, ma grossi come oblunghe meteoriti.
I cinesi che non muoiono mai: quel giorno (invece di sparire anonimamente dalla circolazione e riapparire salme nel paese di provenienza) si spappolano su una banchina portuale. Il gioco di prestigio è finito: scoperto il trucco. Trucco miserabile come tutto ciò che riguarda la criminalità organizzata. Che ha un solo scopo: accumulare soldi e potere sulla pelle di altri.

Avere ventisette anni. Infiltrarsi nei gradi più bassi della manovalanza criminale, per osservare con i propri occhi, per la necessità di capire. E poter semplicemente descrivere ciò che si è visto.
Non stupisce che “Gomorra”, tra i libri di impegno civile pubblicati in Italia negli ultimi decenni, sia diventato quello più venduto, più letto, più citato, più tradotto, più copiato.
Ha tra l'altro documentato la vergogna della “terra dei fuochi”, con grande anticipo rispetto a tante indagini successive (in parte le ha addirittura ispirate). Ha persino spiegato il perché di qualcosa che sembra essere fuori da ogni logica umana: “I boss non hanno avuto alcun tipo di remora a foderare di veleni i propri paesi, a lasciar marcire le terre che circoscrivono le proprie ville e i propri domini. La vita di un boss è breve, il potere di un clan tra faide, arresti, massacri ed ergastoli non può durare a lungo. Ingolfare di rifiuti tossici un territorio, circoscrivere i propri paesi di catene montuose di veleni può risultare un problema solo per chi possiede una dimensione di potere a lungo termine e con responsabilità sociale. Nel tempo immediato dell'affare c'è invece solo il margine di profitto elevato e nessuna controindicazione”. C'è una “logica dell'immediato”, nulla da dire... che però sulla lunga distanza non può che far pensare a come la banalità del male si sia evoluta: è ormai diventata la stupidità del male.

Quante volte abbiamo pensato (o magari dubitato) che un libro può cambiare le cose?
Roberto Saviano, pubblicando nel 2005 il suo primo saggio, ci riesce: la pubblica opinione inizia ad interessarsi di qualcosa di cui non sapeva nulla; lo Stato si mette alle calcagna di uno spietato clan camorristico – quello dei Casalesi (l'equivalente dei Corleonesi per la mafia, o dei Pesce per la 'ndrangheta) – e lo demolisce, smontandolo pezzo per pezzo. Perché lo Stato è più forte dei Casalesi? No, lo Stato non è più forte: non può esserlo perché è anche lo Stato dei Totò Cuffaro e dei Bruno Contrada (in attesa di una parola definitiva su personaggi come Nicola Cosentino o sui sospettati di aver condotto da protagonisti la trattativa con la mafia).
E' la legge ad essere più forte di qualunque organizzazione criminale. Solo quella.
E la legge non ha altra sostanza che la civiltà ed altra forma che la parola. Stessa sostanza e forma di cui, nei casi migliori, risulta essere fatto un libro...

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Boh!... Potrei sbagliarmi ma non ricordo che, all'uscita di questo libro, ne esistessero altri concepiti allo stesso modo...
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Janpy Opinione inserita da Janpy    05 Dicembre, 2014
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Triste realtà

Il voto è dettato dalla tristezza che, da napoletano, ho provato nel leggere Gomorra.
Purtroppo ero già al corrente della maggior parte degli episodi narrati, e, purtroppo, Gomorra non ha sortito l'effetto sperato. Come un boomerang letale ha segnato la condanna a morte di Saviano, nell'indifferenza di un paese che non cambierà mai.
Il libro è comunque da leggere, per far capire al resto d'Italia cosa grida la parte buona di Napoli: aiuto.

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Se Steve Jobs fosse nato a Napoli
Il camorrista
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Mendax Opinione inserita da Mendax    29 Settembre, 2013
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La forza della verità

Da napoletano è difficile accettare di provenire dalla città di Vico, di Croce, di Totò.
Ecco, sembra sempre che i miti siano lontani e non ci appartengano più.
Ma se un ragazzo, consapevole di affrontare i mitra con le parole, di pagare la verità con la libertà, accetta di scrivere un libro di tale potenza, io non posso che rimanerne affascinato e diventare finalmente fiero della mia provenienza.
Gomorra è il libro che, oggigiorno, tutti dovremmo avere nelle nostre librerie. Non perchè è scritto bene, non perchè dice la verità, ma perchè va ben oltre la concezione di libro.
Queste pagine, infatti, sono un (im)pegno: con queste parole Saviano dona la propria vita a favore della nostra, se solo fossimo così coraggiosi da seguirne l'esempio.

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Opinione inserita da cambé    19 Giugno, 2013

Un libro da leggere

La non fiction da bravo giornalista di Saviano è preziosa. Perché racconta i fatti e apre gli occhi alle persone. Ed è bello scoprire che grazie ad un libro, di solito i libri sono confinati agli scaffali, la gente inizi a svegliarsi e a pensare. Io non la definirei tanto "letteratura", è piuttosto inchiesta, reportage, ciò che il giornalismo dovrebbe fare quotidianamente sulle pagine dei giornali ma che ormai non fa più. La letteratura a mio avviso è un'altra cosa, ma senza formalizzarci è importante che esistano libri come questo, per tutti noi. Consiglio oltre alla lettura anche la visione del film diretto da Garrone.

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marlon Opinione inserita da marlon    06 Mag, 2013
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ne usciremo ?

Siamo tutti complici. Ogni giorno alimentiamo la criminalità con le nostre scelte, anche le più banali. L'egoismo che contraddistingue noi italiani ha consegnato il paese a criminali che a loro volta controllano TUTTO. Non solo droga,prostituzione,appalti,politica. Ma anche moda,ristorazione, distribuzione alimentare e smaltimento di ogni tipo di rifiuto. Anche le tombe e le ossa di morti ormai "datati". Naturalmente tutto sepolto sotto di noi, portando all'avvelenamento delle falde acquifere e contaminando tutti i cibi che troviamo al supermarket sotto casa. per non parlare di quando acquistando un capo di abbigliamento firmato. si, firmato, ma creato dalle sapienti mani di schiavi cinesi o italiani in qualche scantinato di periferia. Noi comunque lo paghiamo caro... molto caro... Comunque per i pochi ormai che non hanno letto questo libro lo consiglio vivamente. WAKE UP!!!!

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Cristina72 Opinione inserita da Cristina72    09 Luglio, 2012
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“Maledetti bastardi, sono ancora vivo!”

“Robbe', cos'è un uomo senza laurea e con la pistola?”
“Uno stronzo con la pistola.”
“Bravo. Cos'è un uomo con la laurea senza pistola?”
“Uno stronzo con la laurea.”
“Bravo. Cos'è un uomo con la laurea e con la pistola?”
“Un uomo, papà!”
“Bravo, Robertino!”

Suo padre ce l'ha messa tutta per inculcargli un certo modo di stare al mondo, ma Roberto Saviano ha capito da solo che l'arma della parola non è meno potente, e ha deciso di usare quella per sentirsi un uomo.

Il suo libro più famoso, oltre a mettere drammaticamente in luce l'ambiente in cui è nato e cresciuto, dà l'esatta percezione del tempo in cui viviamo. Sensazione a volte fastidiosa ma necessaria, come la verità nuda e cruda.

Lo immagino percorrere chilometri con la Vespa attraverso la sua terra sfruttata, avvelenata, insanguinata, spinto dalla necessità di capire tutto, di conoscere a fondo le dinamiche di un'economia criminale di portata mondiale, che nasce in un territorio “dove la ferocia è annodata agli affari, dove niente ha valore se non genera potere”. Ferocia delle più brutali (ci sono pagine davvero sconvolgenti), mezzo veloce ed efficace per oliare all'occorrenza certi meccanismi inceppati.

“Gomorra” è un libro scomodo, tocca i nervi scoperti di molti e punta il dito contro il volto “pulito” del sistema, quello mondato dal sangue, che si afferma fuori dalle terre di camorra creando sviluppo e lasciandosi la “monnezza” alle spalle.

Perché questa è la logica di fondo del crimine: se qualcuno di camorra ci muore, qualcun altro ci vive, e alla grande. A tutti gli altri non resta che voltare la testa dall'altra parte e cercare di tirare a campare. Ribellarsi, rivendicare la forza della parola contro chi ti impone il silenzio, può costarti caro.
Ma Saviano è uno di quelli che ha scelto di correre il rischio, l'unico modo “per considerarsi ancora uomini degni di respirare”.

Nell'ultima pagina – fra le più intense - riprende le parole gridate a squarciagola da Papillon, l'evaso dalla Cayenna protagonista del romanzo di Henri Charrière e dell'omonimo film:
“Maledetti bastardi, sono ancora vivo!”. Messaggio rabbioso, intrepido grido di libertà.

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enricocaramuscio Opinione inserita da enricocaramuscio    12 Febbraio, 2012
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Coraggioso viaggio all’ interno del “Sistema”

Roberto Saviano ci guida in un viaggio all’ interno del sistema camorristico aiutandoci a comprenderne il funzionamento e la mentalità, raccontandone la storia e illustrandone lo smisurato giro d’ affari. Per la camorra niente è più importante del lucro e questa organizzazione criminale riesce a trarre profitto da qualsiasi tipo di merce e ad entrare in ogni fase del ciclo vitale della stessa, dalla produzione fino allo smaltimento. Vestiti, scarpe, prodotti tecnologici, cibo, costruzioni, rifiuti, droga: il “Sistema” riesce a mettere le mani dappertutto e il suo giro d’ affari si estende praticamente a tutto il globo, aiutato da legami politici, da accordi commerciali con marchi famosi e dall’ omertà della gente comune. Tutto ciò che si frappone tra il sistema e il guadagno va eliminato con ogni mezzo e il mezzo più utilizzato è il piombo: in terra di camorra si spara a volto scoperto, in mezzo alla gente, in chiesa, davanti ai bambini e a volte proprio ai bambini. Si uccide con una facilità disarmante, tutti sanno, tutti vedono ma nessuno parla, anzi quando qualche cammorrista viene arrestato i più inveiscono contro le forze dell’ ordine coprendole di insulti, sputi, minacce e violenza. Uno dei punti di forza dell’ organizzazione è prorpio l’ appoggio e la solidarietà della gente comune derivante dal fatto che molte famiglie campano del lavoro che gli viene dato attraverso le sue attività illecite; inoltre, soprattutto per i più giovani i boss sono modelli da seguire, idoli, persone da imitare perché hanno potere, rispetto e soprattutto soldi, macchine di lusso, donne da capogiro, ville hollywoodiane. L’ autore riesce a descrivere con semplicità una realtà complessa e spaventosa come questa, trasformando una sorta di dossier fatto di informazioni, date e nomi in un libro che oltre ad essere interessante e capace di aprire gli occhi risulta anche scorrevole e piacevole da leggere. Da ammirare soprattutto il coraggio di un ragazzo di 27 anni che ama la sua terra al punto che pur di denunciare e rendere pubblico il marciume che la attanaglia si è autocondannato ad una vita da recluso, dovendo vivere oramai perennemente sotto scorta, barattando la sua libertà con la verità e la speranza (forse vana purtroppo) che svelando ciò possa cambiare qualcosa.

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fee Opinione inserita da fee    13 Gennaio, 2012
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Romanzo-coraggio

Coraggioso Saviano a raccontare la camorra. Di solito si sanno queste cose, si pensano, si suppongono ma mai nessuno le aveva messe nere su bianco, facendo nomi, cognomi, luoghi.
Non si può definire un vero e proprio romanzo poichè non vi è presente la classica trama, i classici personaggi e la classica storia. Non è nemmeno un saggio, ma il racconto di una realtà difficile e dura.
La camorra, la mafia, la sacracoronaunita, la 'ndragheta sono sempre stati forti del silenzio della paura. Saviano con il suo Gomorra dà una stoccata alla camorra parlando, facendo parlare di sè e del suo libro.
Assolutamente da leggere non solo per sapere cosa davvero accade, ma anche perchè fa capire il carattere delle persone che abitano in quelle zone, persone a stretto contatto con la non-legalità.

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R๏гy.o° Opinione inserita da R๏гy.o°    17 Luglio, 2011
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Il coraggio nero su bianco

Un libro di denuncia che ogni uomo, ragazzo, bambino dovrebbe leggere. Qui non si tratta solo di camorra ma del male in generale: qui ci sono i limiti a cui un uomo può arrivare e spesso sconfinare.

Vorrei conoscere Saviano, questo grand'uomo. Intelligente e colto, forse troppo. Nessuno gli perdonerà di aver alzato la testa.

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Desy81 Opinione inserita da Desy81    26 Aprile, 2011
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Coraggioso Saviano

Testo ricco di avvenimenti, raccontati nei minimi dettagli, con nomi e cognomi. Per i quali l'autore ha sacrificato la libertà.
Applauso a Saviano per il suo coraggio e per la sua professionalità nel raccontare i fatti a qualsiasi costo.
Consigliatissimo

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Annie72 Opinione inserita da Annie72    22 Aprile, 2011
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Mai mischiare fantasia e realtà

Esploso come il fenomeno letterario del XXI secolo, in realtà alla lettura s'è afflosciato come certi palloncini da fiera quando incontrano una sigaretta accesa. Elementi di cronaca analizzati come se Napoli fosse l'ombelico del mondo (e non lo è). Nessuna analisi del perché certi fenomeni nascano e una certa cultura proliferi (le mafie operano anche al nord, ma la mentalità mafiosa è un'altra cosa...). Insomma la malattia c'è ma il malato sembra essere altrove (latitante?). Delusa, anzi delusussima rispetto alla confusione fatta (tanto tuonò che non piovve nemmeno una goccia). Di predicatori questo paese ne ha già tanti e non se ne sentiva proprio il bisogno di uno nuovo, ma per fortuna c'è tanta gente che la sua medaglia al petto se la merita ogni giorno che onestamente campa senza cadere in tentazione. Resto della mia opinione, molto meglio come autore letterario Andrea Saviano, ma il lume della ragione spesso non è in grado d'illuminare certi fenomeni letterari. Ovviamente, la mia è un'opinone del tutto personale, non me ne vogliano i tanti fan di Roberto.

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Nè a chi apprezza i saggi (privi di elementi fantastici), né a chi ama i romanzi (non c'è una trama).
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dcql84 Opinione inserita da dcql84    11 Gennaio, 2011
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Gomorra

Un testo indispensabile, da salvaguardare, unico, da adottare nelle scuole; le critiche sul successo di Saviano stanno veramente a zero: il racconto agghiacciante di una parte dell'Italia raccontato con maestrìa dall'autore campano, il film non gli rende onore.

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Fridakahlo1987 Opinione inserita da Fridakahlo1987    15 Dicembre, 2010
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Come sentirsi una bomba nello stomaco

Il primo impatto è stato devastante. Volevo rinunciarci subito. Invece ho proseguito,e ne sono felice. Un Saggio pieno di Vita & Morte allo stesso tempo. Definito da me un Necrologio vivente. Saviano è il vero protagonista indiscusso. E' stato coraggioso a raccontarci gli eventi,le relazioni e i rapporti dei Casalesi. Grazie Roberto

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kiko Opinione inserita da kiko    10 Agosto, 2010
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Una denuncia forte

Un libro che mette in luce il sistema camorra: droga, traffici di armi, lavoro nero, smaltimento di rifiuti tossici, immigrazione clandestina. Attraverso tanti episodi si snoda un racconto sconvolgente, in cui si evidenzia un infiltrazione criminale in ogni elemento della vita quotidiana in questi territori.
Sicuramente Gomorra rappresenta una voce forte capace di risvegliare le coscienze, provando a ridare dignità e speranza ad un territorio e alla sua gente.

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Opinione inserita da Lavinia88    06 Giugno, 2010

Non te lo scordi più

L'ho letto nel giugno del 2006.
Ancora non se ne sentiva discutere molto,neppure sui giornali.
Per me erano vicini gli esami di maturità e mi andava di leggere un libro che mi distraesse dalla noiosissima ripetizione del programma dell'ultimo anno. Avevo messo in conto di leggerlo "a piccole dosi"e invece...........l'ho divorato!Più precisamente l'ho preso in mano("rubandolo" dal comodino di mio padre) alle sei di pomeriggio e l'ho mollato alle sette della mattina seguente,fermandomi spesso a rileggere alcuni passaggi,visto che quasi stentavo a credere a certe storie.
E' vero che i racconti di mafia mi piacciono parecchio(è stato il primo motivo per cui Gomorra mi ha incuriosito)però non si può nascondere che Saviano è uno scrittore vero,come pochi ce ne sono.
E' lui : la sua cifra silistica:la sua capacità d'analisi invidiabile a costituire il valore aggiunto del romanzo.Gli aneddoti inseriti, presi a mò di cronaca,asetticamente ,non sarebbero allo stesso modo attraenti e tremendi.
Molte sfumature senza l'io-narrante che,prima, te le mostri e,poi,te le sveli sarebbero difficili da decodificare.La maniera di inanellare ogni singola sequenza logica coerente ad una tesi di fondo,il talento nel trovare il vocabolo esatto(che proprio non puoi sostituire perchè è quello giusto),la bravura nello scovare la similitudine più vivida senza cadere nell'estetismo vuoto,stupido di chi vuole limare il rigo come un verso, sono notevoli.La maturità e la linearità della scrittura impressionano.
Molti libri ti tengono svegli fino a notte fonda, preso da una smania piacevolissima,pochi non ti fanno dormire la notte dopo:ti sconvolgono, perchè ti ritrovi a chiedere:cavolo queste cose succedono veramente!Perchè io-che sono per di più meridionale-sapevo poco o niente,e nessuno me ne aveva mai parlato nella maniera degna di essere raccontata?
Di morti ammazzati il tg della mia regione ne parla a volte,ma con un'indolenza palpabile,che te le fa vedere come roba lontana:affari di delinquenti di infimo grado,di miserabili semianalfabeti o magari dei soliti tossici disgraziati.......in ogni modo sempre e solo di gente ai margini.
Dell'economia che li fa proliferare giorno dopo giorno,specie con quel fatturato annuo e ramificata così capillarmente, mai una parola.
E poi, grazie ad un ragazzo di allora 26 anni,scopri scenari inaspettati.
Gomorra turba, sa incidere nella memoria e ti cambia drasticamnte la percezione verso certi fenomeni.
Dopo-e non è per nulla un'esagerazione- ti guardi intorno in maniera diversa.
Mi sento in debito con l'autore,perchè ti fa capire meccanismi che necessitavano di uscire allo scoperto,per forza accessibili alla conoscenza da parte del grande pubblico.

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quelle continue esternazioni secondo cui la mafia italiana è sopravvalutata e chi ne parla diffama il nostro paese
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andrea70 Opinione inserita da andrea70    05 Novembre, 2009
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La morte del libero arbitrio

Questo libro non è un romanzo anche se ne ha la forma, è un reportage giornalistico crudo e violento sulla camorra e sul suo impero politico, economico, imprenditoriale, del terrore.

Uno stato nello stato ma anche di più, uno stato dove che tu ne faccia parte o non ne faccia parte non puoi comunque sbagliare perchè chi sbaglia paga...con la vita.

C'è il racconto della crescita politica e imprenditoriale dei vari clan e anche le manie e le fisse dei boss come in un tragico gossip di sangue.

E' il racconto della morte del libero arbitrio: non hai una vera scelta , puoi solo scegliere il tuo carnefice, il possessore dei tuoi sogni , dei tuoi valori , la mano che ti nutrirà nascondendo una pistola dietro una carezza.

E' impressionante la vastità dell'impero camorristico, l'enormità di contatti, imprese, capitali, la feroce determinazione per perseguire uno scopo ma soprattutto il senso di impotenza che ti lascia: ti sembra tutto troppo grande, troppo radicato e ti chiedi da quale goccia di oceano dovrai cominciare per asciugare il mare...

Il senso di tutto sta nel finale a pagina 330 , è il testamento di un uomo che nasce e che vive in un luogo che non ha un mero confine di spazio e tempo perchè spazio e tempo si dilatano o si restringono secondo le logiche dei clan : se sgarri non sei al sicuro neanche nell' inferno più lontano del mondo perchè l'inferno ti insegue ti bracca , non c'è prescrizione o perdono , se non paghi oggi pagherai domani, dopodomani, tra trent'anni, pagheranno i tuoi figli , i loro amici in un drammatico domino dove si smette di cadere solo in una fossa magari senza neanche il tuo nome sopra.

Non c'è pace o tregua , solo una guerra silenziosa nella quale anche la persona che ti cammina accanto può costituire un movente per eliminarti, ogni gesto va pesato e misurato e se riesci a dormire appena prima di chiudere gli occhi ti chiedi se non perquisiscano anche i pensieri...un libro assolutamente agghiacciante.

Forse solo Saviano e chi , come lui , ha il coraggio di denunciare alita un soffio di speranza .

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chicca Opinione inserita da chicca    07 Settembre, 2009
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indispensabile

Grande Saviano che è riuscito a portare a conoscenza di un pubblico molto vasto ciò che accade per colpa della camorra. Non solo a Napoli, ma in tutta Italia.L'impresa non era facile, passare attraverso la saggistica, il reportage giornalistico, il romanzo, in opera sola. Complimenti.

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Mirco Opinione inserita da Mirco    29 Mag, 2009
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Esagerato

Certo Napoli ha molti problemi, non ultimo la camorra, ma di sicuro Napoli non è l'ombelico del mondo e nel suo porto accadono le medesime cose che accadono in altri porti. Da una parte a qualcuno fa comodo far credere che certe cose succedono solo a Napoli, a qualun altro fa comodo spararle talmente grosse da diventare il fenomeno librario mondiale (diritti cinematografici compresi).

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Opinione inserita da anna maria    23 Aprile, 2009

Gomorra

gomorra è uno dei libri più interessanti che ho letto negli ultimi tempi. parla di un'atroce realtà, quella della camorra che continua a fare del male a diverse persone. saviano con questo gesto ha dimostrato di avere coraggio, e merita un grazie;g razie perchè è uno dei pochi che ha avuto il coraggio di parlare e di dire le cose come stanno! bravo roberto!

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Opinione inserita da antonio    17 Febbraio, 2009

difficile realtà campana

...un libro che racconta, per certi versi in maniera riassuntiva,l'irrompente fusione e inserimento che la camorra ha avuto negli anni, con politica,aziende d'importanza internazionale e quant'altro. racconti di ordinaria ferocia assassina, che ormai da anni investono le strade di napoli e provincia;disoccupazione che si intreccia con lavoro illecito e camorra. una realtà campana ormai infestata di delinquenza e corruzione su tutti i fronti.

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Opinione inserita da Roberta 78    01 Settembre, 2008

Semplicemente devastante

La storia di Saviano prende fin dalle prime battute, quando parla del porto di Napoli e dei vari traffici ad esso legati.

Con il passare dei capitoli si ha la sensazione di essere come risucchiati dal Sistema, pur stando seduti comodi in poltrona a casa propria, magari a centinaia di km di distanza dai luoghi dove si svolgono i fatti e senza mai esserne stati sfiorati, se non dalle notizie dei telegiornali all'ora di cena.

Non è possibile leggere le cronache di Saviano e rimanerne distaccati: Gomorra lascia l'amaro in bocca e una sorta di sgomento nel cuore, dato dalla sensazione di non poter fare niente di fronte a tutto ciò.

Ma Saviano invece ha avuto coraggio: ha preso carta e penna e ha scritto.

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Mara Opinione inserita da Mara    04 Luglio, 2008
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Ottima lettura

L'anima del libro è racchiusa, nelle parole scritte da Roberto Saviano, a pagina 330.
"Sono nato in terra di camorra, nel luogo con più morti ammazzati d'Europa, nel territorio dove la ferocia è annodata agli affari, dove niente ha valore se non genera potere. Dove tutto ha il sapore di una battaglia finale. Sembrava impossibile avere un momento di pace, non vivere sempre all'interno di una guerra dove ogni gesto può divenire un cedimento, dove ogni necessità si trasforma in debolezza, dove tutto devi conquistarlo strappando la carne dall'osso. In terra di camorra combattere i clan non è lotta di classe, affermazione del diritto, riappropriazione della cittadinanza. Non è la presa di coscienza del proprio onore, la tutela del proprio orgoglio. E' qualcosa di più essenziale, di ferocemente carnale. In terra di camorra conoscere i meccanismi d'affermazione dei clan, le loro ciniche d'estrazioni, i loro investimenti significa capire come funziona il proprio tempo in ogni misura e non soltanto nel perimetro geografico della propria terra. Porsi contro i clan diviene una guerra per la sopravvivenza, come se l'esistenza stessa, il cibo che mangi, le labbra che baci, la musica che ascolti, le pagine che leggi non riuscissero a concederti il senso della vita, ma solo quello della sopravvivenza. E così conoscere non è più una traccia di impegno morale. Sapere, capire diviene una necessità. L'unica possibile per considerarsi ancora uomini degni di respirare."
Bella la copertina, con la riproduzione dell'opera "Knives" di Andy Warhol.
Buona lettura:)

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fabiomic75 Opinione inserita da fabiomic75    07 Giugno, 2008
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Inquietante

Lettura estremamente interessante. Saviano racconta retroscena davvero impressionanti sul "Sistema camorra" e gli immensi capitali da esso gestiti a scapito di tutto e tutti. Racconta i fatti da persona che, suo malgrado, ha potuto toccare con mano e vedere con i propri occhi la realtà disastrosa delle zone nelle quali è nato e vissuto. Vengono affrontati e approfonditi con dovizia di particolari argomenti quali lo scandalo rifiuti, il traffico di droga, la guerra tra clan e molto altro. L'amaro in bocca è assicurato. Assolutamente consigliato!

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galloway Opinione inserita da galloway    23 Mag, 2008
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Maneggiare con cura

Attenzione: maneggiare con cura. Questo é un libro dal contenuto esplosivo. Un pacco a stampa che ti può far saltare in aria, può far decollare dolcemente la tua testa su di un piatto d'argento, può farti secco dietro una curva alle nove del mattino mentre esci di casa, può farti dissolvere nel nulla come se non fossi mai venuto al mondo. Una scrittura che sembra polvere da sparo, uno sparo nel buio di chi sa ma non dice, di chi sente ma non ascolta, di chi parla ma non articola parola, di chi vede ma non capisce. Uomini come scimmie, scimmie come animali, animali come uomini, animali come scimmie. Maneggiare con cura e possibilmente dimenticare. Almeno leggetevi l'incipit!

Il container dondolava mentre la gru lo spostava sulla nave. Come se stesse galleggiando nell'aria, lo sprider, il meccanismo che aggancia il container alla gru, non riusciva a domare il movimento. I portelloni mal chiusi si aprirono di scatto e iniziarono a piovere decine di corpi. Sembravano manichini. Ma a terra le teste si spaccavano come fossero crani veri. Ed erano crani. Uscivano dal container uomini e donne. Anche qualche ragazzo. Morti. Congelati, tutti raccolti, l'uno sull'altro. In fila, stipati come aringhe in scatola. Erano i cinesi che non muoiono mai. Gli eterni che si passano i documenti l'uno con l'altro. Ecco dove erano finiti. I corpi che le fantasie più spinte immaginavano cucinati nei ristoranti, sotterrati negli orti d'intorno alle fabbriche, gettati nella bocca del Vesuvio. Erano lì. Ne cadevano a decine dal container, con il nome appuntato su un cartellino annodato a un laccetto intorno al collo. Avevano tutti messo da parte i soldi per farsi seppellire nelle loro città in Cina. Si facevano trattenere una percentuale dal salario, in cambio avevano garantito un viaggio di ritorno, una volta morti. Uno spazio in un container e un buco in qualche pezzo di terra cinese.

Quando il gruista del porto mi raccontò la cosa, si mise le mani in faccia e continuava a guardarmi attraverso lo spazio tra le dita. Come se quella maschera di mani gli concedesse più coraggio per raccontare. Aveva visto cadere corpi e non aveva avuto bisogno neanche di lanciare l'allarme, di avvertire qualcuno. Aveva soltanto fatto toccare terra al container, e decine di persone comparse dal nulla avevano rimesso dentro tutti e con una pompa ripulito i resti. Era così che andavano le cose. Non riusciva ancora a crederci, sperava fosse un'allucinazione dovuta agli eccessivi straordinari. Chiuse le dita coprendosi completamente il volto e continuò a parlare piagnuco- lando, ma non riuscivo più a capirlo.

Tutto quello che esiste passa di qui. Qui dal porto di Napoli. Non v'è manufatto, stoffa, pezzo di plastica, giocattolo, martello, scarpa, cacciavite, bullone, videogioco, giacca, pantalone, trapano, orologio che non passi per il porto. Il porto di Napoli è una ferita. Larga. Punto finale dei viaggi interminabili delle merci. Le navi arrivano, si immettono nel golfo avvicinandosi alla darsena come cuccioli a mammelle, solo che loro non devono succhiare, ma al contrario essere munte. Il porto di Napoli è il buco nel mappamondo da dove esce quello che si produce in Cina, Estremo Oriente come ancora i cronisti si divertono a definirlo. Estremo. Lontanissimo. Quasi inimmaginabile. Chiudendo gli occhi appaiono kimono, la barba di Marco Polo e un calcio a mezz'aria di Bruce Lee. In realtà quest'Oriente è allacciato al porto di Napoli come nessun altro luogo. Qui l'Oriente non ha nulla di estremo. Il vicinissimo Oriente, il minimo Oriente dovrebbe esser definito. Tutto quello che si produce in Cina viene sversato qui.

Come un secchiello pieno d'acqua girato in una buca di sabbia che con il solo suo rovesciarsi erode ancor di più, allarga, scende in profondità. Il solo porto di Napoli movimenta il 20 per cento del valore dell'import tessile dalla Cina, ma oltre il 70 per cento della quantità del prodotto passa di qui. È una stranezza complicata da comprendere, però le merci portano con sé magie rare, riescono a essere non essendoci, ad arrivare pur non giungendo mai, a essere costose al cliente pur essendo scadenti, a risultare di poco valore al fisco pur essendo preziose. Il fatto è che il tessile ha parecchie categorie merceologiche, e basta un tratto di penna sulla bolletta d'accompagnamento per abbattere radicalmente i costi e l'IVA. Nel silenzio del buco nero del porto la struttura molecolare delle cose sembra scomporsi, per poi riaggregarsi una volta uscita dal perimetro della costa. La merce dal porto deve uscire subito. Tutto avviene talmente velocemente che mentre si sta svolgendo, scompare. Come se nulla fosse avvenuto, come se tutto fosse stato solo un gesto. Un viaggio inesistente, un approdo falso, una nave fantasma, un carico evanescente. Come se non ci fosse mai stato. Un'evaporazione. La merce deve arrivare nelle mani del compratore senza lasciare la bava del percorso, deve arrivare nel suo magazzino, subito, presto, prima che il tempo possa iniziare, il tempo che potrebbe consentire un controllo. Quintali di merce si muovono come fossero un pacco contrassegno che viene recapitato a mano dal postino a domicilio.

Nel porto di Napoli, nei suoi 1.336.000 metri quadri per 11,5 chilometri, il tempo ha dilatazioni uniche. Ciò che fuori riuscirebbe a essere compiuto in un'ora, nel porto di Napoli sembra accadere in poco più d'un minuto. La lentezza proverbiale che nell'immaginario rende lentissimo ogni gesto di un napoletano qui è cassata, smentita, negata. La dogana attiva il proprio controllo in una dimensione temporale che le merci cinesi sforano. Spietatamente veloci. Qui ogni minuto sembra ammazzato. Una strage di minuti, un massacro di secondi rapiti dalle documentazioni, rincorsi dagli acceleratori dei camion, spinti dalle gru, accompagnati dai muletti che scompongono le interiora dei container. Nel porto di Napoli opera il più grande armatore di Stato cinese, la COSCO, che possiede la terza flotta più grande al mondo e ha preso in gestione il più grande terminal per container, consorziandosi con la MSC, che possiede la seconda flotta più grande al mondo con sede a Ginevra. Svizzeri e cinesi si sono consorziati e a Napoli hanno deciso di investire la parte maggiore dei loro affari.

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che la camorra non esiste
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isola74 Opinione inserita da isola74    16 Aprile, 2008
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Amara verità

Libro che si fa leggere tutto d'un fiato, perchè hai troppa curiosità, pensi "non ci potrà essere di peggio"... e invece scopri che il peggio c'è sempre. Saviano è molto bravo a scrivere di cronaca come se fosse un romanzo, ma purtroppo è tutto vero!
PS il voto basso che ho dato alla "piacevolezza" non è dovuto al libro, ma al fatto che quando lo finisci ti lascia l'amaro in bocca...e sono sicura che è quello che vuole l'autore.

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NRG Opinione inserita da NRG    16 Aprile, 2008
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Per stomaci forti

L'autore, che vive sotto scorta e cambia spessissimo città da quando ha scritto il libro, non scrive ma racconta, in un impeccabile stile giornalistico, una realtà agghiacciante che vede coinvolti tutti i settori: dall'imprenditoria, all'alta moda, dalla politica agli Istituti di credito e giù in fondo sino al più basso livello della camorra organizzata. Camorra che oggi usa altri metodi, entra a testa alta nell'alta finanza e nell'organizzazione imprenditoriale, anche e soprattutto all'estero.
Per stomaci forti.

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