Non tutto è perduto Non tutto è perduto

Non tutto è perduto

Letteratura italiana

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Il commissario Bordelli è andato in pensione e la malinconia si fa sentire, nonostante la presenza sempre più stretta della bella Eleonora e le immancabili cene della Confraternita. Il giovane sessantenne fa lunghe passeggiate in collina, ripensa al passato, e a poco a poco si fa strada nella sua mente l'idea di risolvere l'unico caso della sua carriera rimasto insoluto: un ragazzo, figlio di un industriale fascista, ucciso nel 1947 con diverse coltellate... forse una vendetta? Era la sua prima indagine, e all'epoca non era riuscito a venirne a capo, anche perché molto presto era arrivato l'ordine di lasciar perdere, non era il clima giusto per rovistare nelle tragedie della guerra, l'Italia aveva bisogno di pace e di serenità. Ma adesso, dopo ventitré anni, può provare a risolverlo, anche se non ufficialmente. Nel frattempo cerca di dare una mano a Piras, diventato vice commissario, e finisce per ritrovarsi alle prese con due crimini odiosi che reclamano giustizia, una giustizia che forse andrà cercata al di fuori delle regole...



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Non tutto è perduto 2024-06-05 13:32:24 Lonely
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Lonely Opinione inserita da Lonely    05 Giugno, 2024
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Un commissario in pensione

Il commissario Bordelli ha varcato la soglia della pensione. Ora ha tanto tempo libero da passare con il suo cane in mezzo ai boschi, con la bella e giovane Eleonora, e con i suoi amici, organizzando quelle belle cene dove tutti raccontano un pezzo di vita e un pezzo di storia.
Ma Bordelli decide di rispolverare un vecchio caso di circa venticinque anni prima , che lui stesso, alle prime armi, non era riuscito a risolvere, praticamente il suo unico caso insoluto.
Con tutta la tranquillità che il tempo, ora, gli regala, si mette a indagare su questo vecchio caso di omicidio.
Ma il tutto è diluito nelle lunghe giornate di riposo forzato, l'ex commissario non ha più nessuna fretta , ha solo curiosità e tanta voglia, o meglio necessità, di riempire la giornata con qualcosa di stimolante da fare. Tutto procede a rilento, tanto che fino alla fine del romanzo non ne verrà a capo, e si impegnerà ad aiutare Piras, a risolvere due casi, che il suo ex vice ha per le mani in questo momento.
Ho trovato questo romanzo di Vichi, un po' scollegato, come se anche lui non sapesse che farne del suo commissario. I pensieri di Bordelli sono praticamente sempre gli stessi e spesso risultano ridondanti e ripetitivi. Anche le indagini sono scollegate e senza un filo logico, insomma è come se il protagonista annaspasse nella sua libertà senza sapere che farsene. E si sofferma più a rifletterci che a godersela. Forse è voluto dall'autore, ma il risultato è dispersivo.
Meritevoli sono i racconti suoi e dei suoi amici, davanti a una bella cena e del buon vino, quelli hanno sempre il prezioso sapore della storia del nostro passato, che non dobbiamo mai dimenticare.

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