Narrativa straniera Romanzi La casa dell'oppio
 

La casa dell'oppio La casa dell'oppio

La casa dell'oppio

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Il villaggio di Fengyangshu si estendeva per venticinque chilometri, venticinque chilometri di strada di terra bruna coperta dalle orme dei tuoi antenati. Su metà delle terre si coltivava una strana pianta: il papavero da oppio..." "La casa dell'oppio" è considerato tra le espressioni più rappresentative della letteratura d'avanguardia cinese, genere letterario in cui la riflessione e la sperimentazione del linguaggio rispondevano all'esigenza di superare la lingua schematica e standardizzata della comunicazione politica, che aveva saturato per decenni la letteratura e ogni aspetto della vita quotidiana cinese. Il romanzo racconta il lento e tragico declino di una famiglia di proprietari terrieri arricchitisi con la coltivazione ed il commercio dell'oppio in un immaginario villaggio del sud della Cina, microcosmo rappresentativo di tutta la Cina rurale, dove l'indifferenza, la crudeltà, la fame, l'iniquità e gli istinti primordiali muovono gli uomini e regolano le loro relazioni.



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La casa dell'oppio 2022-09-23 18:31:46 silvia71
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silvia71 Opinione inserita da silvia71    23 Settembre, 2022
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Decadenza

La casa dell'oppio è un romanzo breve ambientato nella Cina nella prima metà del Novecento, periodo che precede la fondazione della Repubblica Popolare.
Il nucleo narrativo ruota attorno alle vicissitudini e al declino di una famiglia di latifondisti, intenti allo sfruttamento delle proprie terre convertendole dall'agricoltura alla coltivazione del papavero da oppio. L'autore ne racconta fortuna e declino, meschinerie, miserie e crudeltà sia tra le mura domestiche sia verso braccianti e contadini.
Un mondo gretto, sordido, ingiusto e anche immorale, dove oltre alla fame, regna violenza e indifferenza nelle relazioni sociali e umane.
Il villaggio seppur immaginario di Fengyangshu diviene microcosmo per rappresentare l'intera Cina rurale, arretrata e depressa dove i contadini perdono i connotati umani per assumere la valenza di strumenti di lavoro, da usare e di cui abusare senza il minimo sentore di pietà.
Decadenza morale che mette le radici nel profondo, tra coniugi, tra genitori e figli e tra fratelli.

Il filone letterario percorso dallo scrittore Su Tong appartiene alle cosiddette avanguardie che oltre a mettere a nudo la complessità delle situazioni sociali, scoperchiando pentole che il governo voleva blindate, fanno ricorso ad un nuovo linguaggio crudo senza orpelli stilistici.
I personaggi sono molteplici, appena abbozzati ma delineati con pochi tratti forti che ne rendono nell'immediato lo spessore psicologico. La scena è data da un groviglio di volti e voci che si accavallano e dialogano sovrapponendosi, generando un flusso narrativo ininterrotto che mescola all'interno della stessa frase il discorso diretto e indiretto.

Una scrittura fatta di immagini, di oggetti simbolici, di tanti personaggi che rappresentano ciascuno un punto di vista, nessuna strada tracciata da percorrere, anzi ciò che sembra un percorso di vita già compiuto, viene travolto e annientato.
Una lettura pertanto non agevole, complessa ma ricca di spunti di grande interesse.

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