Narrativa straniera Romanzi La cugina americana
 

La cugina americana La cugina americana

La cugina americana

Letteratura straniera

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Hampstead Garden, nordovest di Londra, è il quartiere della buona borghesia ebraica. Adam e Rachel si conoscono da sempre, si amano dall'adolescenza, e stanno per fidanzarsi. La comunità segue l'evolversi della relazione da quando è nata, tutti aspettano il matrimonio, i figli. Tutto va come dovrebbe andare fino a quando, da New York, città di liberi costumi e strane usanze, arriva Ellie, la cugina di Rachel: bellissima, fragile, dolce, infelice. Tra Adam ed Ellie è amore al primo sguardo. Entrambi resistono, si evitano, si cercano. Fino a quando Adam, avvocato nello studio del padre di Rachel, viene incaricato di risolvere la situazione incresciosa, pericolosa, che Ellie si è lasciata alle spalle a New York. I due sono costretti a incontrarsi, per lavoro, fino a quando una malattia di Ziva, la nonna di Ellie e Rachel, fornisce ai due innamorati impossibili l'occasione di infrangere le regole.



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La cugina americana 2015-10-07 17:13:12 Valentina992
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Valentina992 Opinione inserita da Valentina992    07 Ottobre, 2015
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Un intrigo d'amore

"La cugina americana" (Francesca Segal) è un romanzo ambientato in una comunità ebraica di New York basata sul conformismo e dove si sa tutto di tutti. Il contesto non è stato molto battuto in letteratura, è quindi interessante e l'autrice riesce a descriverlo minuziosamente non annoiando mai, con oggettività ed ironia. In tale contesto si dipana l'intrigo amoroso tra Adam, la fidanzata Rachel e l'anticonformista cugina di lei, Ellie che si presenta nel momento in cui i due ragazzi decidono di convolare a nozze. Nonostante il binomio tra stabilità e passione/novità sia stato abbastanza trattato, la storia mi ha presa e mi è piaciuta per lo stile dell'autrice e perchè questo romanzo è stato una riprova che la passione può essere fatta di sguardi, di baci, di "momenti sottintesi" e non per forza di esplicite scene di sesso. Insomma, mi ha colpita per il suo essere sentimentale e delicato al tempo stesso, senza scadere in clichè o in qualcosa "tipo Harmony".

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-L'età dell'innocenza (Edith Wharton);
-Rossovermiglio (Benedetta Cibrario);
-Orgoglio e pregiudizio (Jane Austen).
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La cugina americana 2013-11-16 17:27:52 violetta89
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violetta89 Opinione inserita da violetta89    16 Novembre, 2013
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troppo simile a "l'età dell'innocenza"

Avendo già letto "l'età dell'innocenza" di Edith Wharton, sono rimasta molto delusa nel vedere che questo libro ha esattamente la stessa trama! Il primo è ambientato nella New York benestante della fine 1800, l'altro nella Londra moderna nel quartiere ebraico, al di là di questo le due trame sono praticamente identiche. Avendo letto recentemente il libro della Wharton, via via che leggevo questo sapevo già esattamente cosa aspettarmi, e quindi ho perso tutta la curiosità, la voglia di scoprire cosa c'è nella pagina dopo, che di solito mi accompagnano quando leggo un buon libro.
Purtroppo non sapevo che si ispirasse così tanto a "l'età dell'innocenza" altrimenti non lo avrei letto o avrei aspettato molto più tempo, fatto sta che così mi ha dato l'impressione di leggere una copia, anzi una brutta copia, perchè la Segal ha tenuto uno stile comunque a mio parere piuttosto pesante, invece che dargli quella vena di modernità che magari l'avrebbe fatto sembrare più accattivante.

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La cugina americana 2013-07-08 09:34:46 Raffa73
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Raffa73 Opinione inserita da Raffa73    08 Luglio, 2013
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Passione e dovere

Ho letto questo libro in pochissimi giorni, mi ha rapita, bello dall'inizio alla fine, anzi proprio la fine mi ha soddisfatta di più.
L'autrice si ispira al capolavoro della Wharton, l'età dell'innocenza, dove in questo caso è New York la città dalle ampie vedue e Londra, più precisamente Hampstead Garden, il quartiere ebraico, legata alle tradizioni.
Ho apprezzato di questo libro la descrizione di una cultura che non conoscevo, pur notando che la comunità ebraica, borghese e perbenista, dai bei valori, non si discosta molto dalla cultura mediterranea. Le mamme onnipresenti nella vita dei figli, i pranzi interminabili, il conoscersi tutti e condividere tutto della propria vita, mi ricorda tanto la famiglia italiana, solo che in questo caso, la ricerca della normalità, di punti fermi e di abitudini è dettata dalla voglia di dimenticare un passato che ha segnato orribilmente gli ebrei.
I personaggi principali, Adam, Rachel e Ellie, sono il punto forte di questo romanzo.
Non c'è il personaggio perfetto, tutti e tre hanno le loro lacune, come tutti noi, tanto che a tratti provavo simpatia, compassione o antipatia prima per uno e poi per l'altro: Rachel ingenua, infantile e a volte pedante; Ellie, apparentemente svampita, fragile ed egoista, Adam succube degli eventi, combattuto tra passione e senso del dovere, tanto da non riconoscere la linea che separa l'amore per Rachel e il desiderio di compiacere il suocero, la comunità.
Poi mi accorgevo, penetrando nei loro pensieri, quanto fossero complesse le loro emozioni: amore, passione, traumi infantili, insicurezze mi hanno fatto assolvere ognuno di loro, accettando di buon grado, a metà del libro, la prospettiva che qualunque finale mi avrebbe lasciato l'amaro in bocca.
Altro aspetto che mi ha affascinato è la caratterizzazione dei personaggi secondari, la nonna, con la sua filosofia di prendere dalla vita ciò che arriva, perchè è questo che ti aspetti dopo la persecuzione, dopo la morte del tuo grande amore; o la mamma di Adam, che litiga con suo marito defunto perchè le ha mostrato tutto della vita, ma non della morte, le ha detto quale religione seguire, ma non le ha detto se credere o no in Dio.
E poi il finale, è sorprendente.

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L'età dell'innocenza
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La cugina americana 2013-03-30 09:57:35 ramona balan
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ramona balan Opinione inserita da ramona balan    30 Marzo, 2013
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L' amore, il dovere, Londra

Francesca Segal, giovane esordiente figlia di Erich Segal (Love Story) e vincitrice del prestigioso 2012 Costa First Novel Award, ci catapulta nella Londra contemporanea nella comunità ebrea di Hampstead Garden. Protagonisti sono Adam e Rachel, due giovani amanti prossimi al matrimonio. I due si conoscono da sempre e si amano fin dall' adolescenza. Ma cosa succede se nella vita della tranquilla comunità ebrea irrompe la cugina di Rachel, Ellie, arrivata da New York? Ellie è bella e maledetta, una bad girl ribelle ma che ha anche bisogno dell' amore che i genitori (per una serie di sfortunati eventi) non hanno avuto la possibilità di dare. Tra Adam ed Ellie è amore a primo sguardo, ma le cose si complicheranno sempre più fino ad arrivare a un' incredibile svolta.
Ho amato fin dalle prime pagine, questo romanzo. Lo stile è semplice ma allo stesso tempo raffinato (senza essere troppo barocco) a tratti commovente, a tratti spiritoso e quasi ironico.
Abbiamo sotto la lente d' ingrandimento la comunità ebrea londinese ricca di contraddizioni e regole ferree. Così ci ritroviamo da una cerimonia nella sinagoga, ai grandiosi pranzi famigliari, tipici della cultura in questione.
"Alla sinagoga c'è posto per chi non crede, per chi crede, per chi è indeciso, o per chi crede solo durante i brevi attimi di turbolenza in aeroplano o negli ultimi cinque minuti di una partita di calcio, quando solo l' intervento divino potrebbe salvare la situazione".
Gli ambienti sono descritti in maniera veloce, non troppo minuziosa ma nemmeno troppo lacunare: quella della Segal, è la scrittura fatta equilibrio.
I personaggi sono indimenticabili ed è impossibile non innamorarsi di qualcuno. Abbiamo la tenera Rachel che "non riservava sorprese, e poterne anticipare le reazioni con assoluta certezza era per lui una dimostrazione della loro intimità. La vita è prodiga di imprevisti, come Adam ben sapeva. Preferiva guardare in prospettiva. Un copilota leale ed affidabile era più importante del fuggevole fremito che poteva scaturire da un temperamento più istintivo."
Intorno alla storia ruota anche il personaggio di Lawrence, padre di Rachel che è molto stimato anche da Adam data la sua presenza di capofamiglia. "Il semplice calore della sua presenza era avvolgente".
Traviamo Jaffa "che si era buttava nella vita di Londra e tra le braccia spalancate di Lawrence con grande facilità, come se avesse organizzato tutto in anticipo per cablogramma".
E poi c'è la bellissima Ellie. "E quello che pensava di lei perdeva importanza perché in sua presenza gli era impossibile pensare."
Il finale è incredibilmente azzeccato e supera ogni aspettativa.

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La cugina americana 2012-10-27 13:45:44 Pupottina
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    27 Ottobre, 2012
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L'apparente serenita' ...

Un romanzo diverso dagli altri perché ha i suoi punti di forza nella lentezza e nel senso di staticità con cui è scritto. Una tecnica giustamente adatta a far assimilare l’immobilità dell’ambiente che racconta, quello della borghesia ebraica, ancorata alle sue rassicuranti tradizioni.
Leggendo la trama, forse, si resta un po’ fuorviati dalla storia d’amore in primo piano che concentra le aspettative del lettore sui personaggi del triangolo amoroso. Ma l’argomento principale è la forza della comunità ebraica che diventa la forza del singolo individuo.
È un periodo in cui spesso mi ritrovo a leggere libri che parlano di ebraismo, i quali esercitano un notevole fascino, probabilmente proprio per questo legame stretto con una fitta rete di usanze, costumi e tradizioni.
La storia d’amore tra la coppia storica formata da Adam e Rachel subisce dei contraccolpi quando ritorna la tanto chiacchierata cugina americana di Rachel, Ellie, che è una ragazza dal passato doloroso e dal presente difficile per il suo modo di vivere anticonformista. Ellie è la bomba ad orologeria pronta a esplodere e ciò avviene in concomitanza del fidanzamento ufficiale di Adam e Rachel.
Le due cugine sono fisicamente e caratterialmente opposte e Adam, che ha sempre e solo avuto occhi per Rachel, prova un’attrazione al limite dell’ossessione per Ellie, che lo ricambia, pur essendo un personaggio estremamente volubile. L’apparente felicità di Adam sta per subire un terremoto emotivo che rischia di destabilizzare l’intera comunità.
È una storia che racconta la comunità ebraica, com’è oggi, e la perdita dell’innocenza da parte dei personaggi, divisi fra l’apparente serenità e la ricerca della vera felicità.
È un libro non semplice, ma è un bel libro. E se si pensa che è l’esordio della scrittrice Francesca Segal è davvero un memorabile inizio.

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