Malcolm Malcolm

Malcolm

Letteratura straniera

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È la storia - buffa, irritante e commovente al tempo stesso - di Malcolm, un ragazzo di soli quattordici anni "di una bellezza eccezionale", appena rimasto solo al mondo, letteralmente conteso dall'affetto invadente e possessivo di una galleria di personaggi memorabili: un becchino etiope, un famoso astrologo, una miliardaria alcolista, un pittore nano, un ex galeotto amante del jazz. A ogni nuovo incontro, Malcolm perde altrettanti veli della sua dolcissima innocenza, passando attraverso esperienze a lui prima ignote: conosce così arrivismo, invidia, tracotanza, avarizia; e sesso, prostituzione, droga, alcol.



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Malcolm 2013-05-26 17:43:21 gracy
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gracy Opinione inserita da gracy    26 Mag, 2013
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Un posto in panchina anche per me!

Seduto con le mani in mano sopra una panchina ad aspettare il padre misteriosamente scomparso, Malcolm ci proietta in un fantastico mondo fatto di eventi strani, inciuci bislacchi e dialoghi quasi metafisici. L’incontro con l’astrologo Mr Fox, col nanetto Kermit, con un gestore di pompe funebri, con un ex-galeotto, con i coniugi Gerard, con Melba e tutti gli altri personaggi quasi circensi, ridicoli, rapaci e buffi sembra quasi mettere in scena la metafora della ricerca della purezza, dell’autenticità dei sentimenti, della fragilità dei comportamenti nei rapporti interpersonali, utilizzando l’arma della seduzione e del convincimento su basi surreali.

Malcolm è troppo giovane, conosce poco la vita è praticamente inesperto, quindi è un puro, è un ragazzo autentico, solitario, ingenuo e davvero bello fisicamente. E’ una creatura perfetta, quindi è una preda appetibile che tutti vogliono come figlio, come amante, come amico, come compagno, come marito.

Chi non è attratto dalla semplicità e dalla purezza? Chi non può resistere di fronte all’innocenza e alla bellezza?
E’ difficile sottrarsi alla perfezione e a ciò che davvero fa piacere avere accanto.
Gli uomini cercano queste qualità, la bellezza profonda, intesa in senso lato e in senso stretto, perchè è quello che mette armonia, quello che da pienezza e soddisfazione perché rappresenta anche il vuoto che è più facile plasmare a proprio piacimento.
Fino a che punto Malcolm partecipa a queste condizioni di appartenenza? Fino a dove si spinge la sua volontà e la sua acerba personalità? Fino a che punto Malcolm si proietta verso la società che lo svezza per affrontare il futuro?
…..Ma Malcolm è cresciuto veramente?

“Vede, la mia difficoltà è che non riesco ad avere nessuna opinione di me stesso. Mi sembra quasi di non esistere.”

Con Malcolm, James Purdy ha creato una recita teatrale, un burlesque che ha tinte sbiadite, grottesche e divertenti, ma a chiusura del libro ti aspetta al varco e sembra che da una panchina ti osserva facendoti un ghigno, come per dirti “Caro lettore non te lo immaginavi, è qui che ti aspettavo!”

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"Il nipote" dello stesso autore ha un altro spessore.
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Malcolm 2013-02-13 15:33:54 Mario Inisi
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    13 Febbraio, 2013
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Cosa offre il destino

Ecco un libro sconclusionato come piace a me. Apparentemente sconclusionato. In realtà la lettura a un livello superficiale è piacevole e leggera ma il libro è difficile per chi volesse penetrare oltre il velo della storia. E' pieno di simboli e di figure simboliche che richiederebbero uno studio approfondito. Un ragazzo di 14 anni, Malcolm, aspetta ogni giorno il ritorno di suo padre, misteriosamente scomparso, seduto su una panchina dorata di un albergo di lusso. La panchina rappresenta la giovinezza e l'attesa del futuro. L'incertezza e quel momento della vita in cui tutte le vie sembrano percorribili, in cui si tagliano i legami con l'infanzia e la famiglia (l'albergo) ma non si sa cosa potrà succedere. Le possibilità sembrano in mano a Mr. Cox, l'astrologo (il destino) l'uomo che si incarica di portare al ragazzo gli indirizzi di varie persone e di cui tutti parlano male. Le persone che Malcom incontra sono figure simboliche, simili a divinità olimpiche; tutte si comportano in modo teatrale e fuori le righe, e rappresentano i pilastri della società, le cose a cui, in genere, si dà importanza. Per es Girard Girard potrebbe personificare il potere e il denaro, sua moglie la Letteratura o l'Immortalità dell'Arte, Eloisa l'arte al soldo della religione oltre che guastata dalla religione (il marito ex galeotto rappresenta la religione), il nano l'arte non guastata dalla religione (ma minore, quindi nana) e così via, Melba forse è la vita o la natura. Alla fine Malcolm, sedotto e abbandonato dalla vita, la più terribile tra le divinità, viene assistito (e salvato in qualche modo o forse no) da Madame Girard. Forse viene reso immortale dal diario che stava scrivendo e che Madame Girard conserva e rilegge. Malcolm è un bel personaggio, limpido, puro, un ragazzo che fino alla fine chiama le cose con il loro nome senza capire il significato di molti nomi. Non si lascia sedurre dal potere, dal denaro, dall'arte, dalla fama. Queste categorie sembrano essere loro ad avere bisogno di lui per essere riconosciute. Nemmeno in punto di morte, ormai abbandonato e tradito da Melba, rinnega la vita, e nemmeno in punto di morte riconosce madame Girard. Curioso il fatto che i valori per "aver valore" devono essere riconosciuti come tali da Malcolm. Il libro è bello ma non facile. Sarebbe necessario un aiuto dell'editore per capirlo meglio, magari anche un approfondimento sulla vita dell'autore di cui voglio leggere tutto quello che trovo.

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Una banda di idioti, I fiori blu
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