Cento poesie d'amore a Ladyhawke
Letteratura italiana
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Un nuovo canzoniere
Come un novello Dante, Mari scrive la sua” Vita Nova” almeno nel senso che raccoglie in un canzoniere- ma qui siamo già a Petrarca - le liriche composte in età giovanile e avente come oggetto il suo amore per una ragazza. Non vi è però rinnovamento alcuno ma una sorta di rimpianto per un amore che avrebbe potuto materializzarsi e invece è rimasto in bocciolo semplicemente perché non dichiarato. A trent’anni di distanza, alcune liriche rivelano che l’amore non era unidirezionale, ma semplicemente taciuto non ebbe modo di rivelarsi. Eppure è stato potente, tanto da imprimersi nella mente del giovane liceale e dell’uomo adulto che ora pare prendere le giuste distanze con una garbata autoironia. Si passa dunque dal tono elegiaco : “Vederti e innamorarmi/è stato un punto solo/e chi la giudicasse frase fatta/sappia che se pecca/è per difetto/perché la visione/ nemmeno contemplò l’amore/ ma fu direttamente previsione/di tutto il patimento destinato” al più disincantato: ”Come un serial killer/faccio pagare alle atre donne/la colpa/di non essere te”. Questo a far capire il possibile scarto registrabile tra una poesia e l’altra, tutte brevi nell’ordine di pochi versi o al più di qualche strofa, ricche di citazioni che spaziano da Psyco a Cavalcanti, passando per Tolstoj e Shining di King con incursione perfino nel mondo dei tre porcellini. Non è nelle mie corde.
Indicazioni utili
Senza infamia e senza lode
Avevo intenzione di leggere queste poesie da molto tempo, attirata dal titolo, lo confesso, senza conoscere nulla dell’autore. Quello che mi ha attirato però non era il contenuto amoroso - che anzi porta con sé il rischio della banalità , del trito e ritrito - ma la presenza di LadyHawke, che mi ha fatto pensare alla giovane interpretata dalla Pfeiffer nell’omonimo film/fiaba. Insomma, un richiamo nostalgico che nulla ha a che vedere con una lettura fatta con la consapevolezza di chi sa cosa legge e chi legge.
Ciò premesso, la mia opinione è semplicemente una impressione immediata e sincera di quello che ho letto.
Mari è un apprezzato scrittore, a quanto apprendo leggendo in rete, e questo suo libro di cento poesie ha riscosso più gradimenti che critiche.
Sicuramente ci sono dei componimenti freschi ed immediati, sembrano usciti dalla penna di un adolescente colto nel pieno dell’innamoramento platonico con tutti gli struggimenti, le fantasie che lo accompagnano.
Si tratta di un amore reale, vissuto in adolescenza, ma che è rimasto platonico e talmente impresso nella memoria dell’autore che a distanza di anni sfoga l’amaro in bocca che gli lasciato con queste cento poesie, quasi tutte brevi, di due/tre strofe minimal, condite però da ironia e da citazioni colte che dovrebbero impreziosire tutto il lavoro.
Dovrebbero! Ci sono tantissime citazioni colte, ma veramente troppe , sembra che tutto il canzoniere si sia innestato su versi, frasi, celebri, in italiano, in francese, in latino anche, e non c’è una sola poesia che non le contenga. A voler essere pungenti, è quasi una riesumazione di sacre reliquie esposte nel contesto sbagliato.
La mia è una voce fuori dal coro, perché la raccolta non mi ha proprio entusiasmato, tranne qualche verso, e nel complesso mi ha dato l’impressione di un gioco poco originale basato sulla manipolazione talvolta irriverente di celebri frasi o versi e qualche sincera ispirazione.
Senza infamia e senza lode.