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Uccido chi voglio
 
Uccido chi voglio 2020-08-14 16:34:21 lapis
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lapis Opinione inserita da lapis    14 Agosto, 2020
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“Mise en abyme”

"«Io credo soltanto che leggere aiuti le persone a sentirsi migliori di quello che sono.»
«O anche peggiori.»"

Torna in libreria Fabio Stassi con un nuovo lavoro che vede, ancora una volta, protagonista il biblioterapeuta Vince Corso. Torna la Roma multietnica e sofferente, che si muove intorno a via Merulana, con le sue stoffe variopinte, il suo odore di friggitorie e spezie orientali e la rassegnata indolenza di un gioco di dadi. Torna la musica francese, sottofondo roco e malinconico di tante storie. E tornano soprattutto loro, i veri protagonisti, i libri, riaccendendo la riflessione sul complesso rapporto tra vita e letteratura.

Vince, per professione, consiglia libri per curare i malanni dell’esistenza, e a loro ha affidato il ruolo di unica famiglia, presenza costante nella sua vita piena di solitudini, abbandoni e interruzioni. Ma è davvero così, il sentiero tracciato dalle parole scritte è sempre un cammino che conduce al bene, che sia consolazione se non salvezza? Oppure le parole possono anche tradire e trascinare involontariamente in un pozzo nero, un abisso in cui realtà ed immaginazione si mescolano senza senso e coerenza?

“Non so se il mondo esista per davvero, ma bisogna fare attenzione a quello che si immagina. Forse siamo solo il sogno di qualcun altro”.

Sulla scia di questa domanda, il romanzo prende dunque le sembianze di un sogno. Un enigma di tensione in cui efferati omicidi si impastano a rimandi letterari. Un labirinto di simboli e citazioni, di inseguimenti e smarrimenti. Persino i capitoli si susseguono dalla Z alla A, confondendo anche la direzione del tempo.
Con la sua voce elegante e cristallina, Fabio Stassi dà così vita non certo a un giallo canonico, bensì a un gioco di specchi, in cui realtà e finzione si guardano e si interrogano, in un ribaltamento ai limiti dell’assurdo, sulle proprie ombre e le proprie possibilità. La letteratura offre la lente attraverso cui guardare e capire il mondo e la vita, oppure un labirinto di storie e anfratti ove nascondersi, per perdersi senza ritrovarsi? I temi innescati appaiono forse fin troppo ambiziosi per svilupparsi con chiarezza nei confini di questa storia e l’architettura forse fin troppo cerebrale per toccare davvero le corde del cuore, ciò nonostante non si può che rimanere piacevolmente affascinati dalla ricchezza di spunti letterari, cultura e intriganti interrogativi che queste pagine sanno offrire.

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