Dettagli Recensione
La culla sbagliata
Quando scelgo un libro di solito mi faccio catturare, in una frazione di secondo dalla combinazione titolo/copertina. Poco dalla trama. Poco dal nome dell’autore. Molto poco dalla quarta di copertina. Ogni libro deve praticamente essere un amore a prima vista. In questo caso il titolo ha risucchiato tutta la mia attenzione, in più la copertina raffigurava una bambina sulla spiaggia, con colori della foto molto anni ’70. Devo dire che mi aspettavo tutt’altra storia, ma ho ugualmente molto apprezzato la lettura. Un libro autobiografico che racconta la storia di una donna che è stata adottata, che ha vissuto in una famiglia adottiva non propriamente facile e che ha dovuto/voluto lottare per affermare la propria affettività. Un libro quindi molto moderno, in cui ho trovato tanta sofferenza, nel sentirsi non desiderata, non amata fin dalle radici. La sua sofferenza è stata la sua corazza ed a poco a poco è diventata la sua pelle. Ho trovato la sensazione dell’aggrapparsi, nel caso di questa ragazza ai libri, alla narrativa inglese dalla A alla Z, lei legge per superare la sua storia e la geografia dei suoi luoghi. Ho trovato la voglia di scappare dalla sua vita, lei cerca di allontanarsi dall’orbita scura della depressione della sua mamma adottiva e dall’ombra che proiettava. Ho trovato la voglia comunque di reagire, lei trova poco a poco il modo di dissolvere le calcificazioni che le induriscono il cuore. Ho trovato una domanda, che molto spesso mi faccio anch’io: perché non sei orgogliosa di me? E non ho trovato la risposta.