Io sono Dio Io sono Dio

Io sono Dio

Letteratura italiana

Editore


Un'onda assassina sta colpendo la città di New York. Cariche esplosive al napalm tirano giù i palazzi come fossero di cartapesta, seminando morte e distruzione. Il killer che si nasconde dietro questa devastazione sembra ineffabile più di uno spettro: non rivendica le proprie azioni, non lascia traccia, non si firma. Ma una giovane detective, aiutata da un fotoreporter con un passato discutibile da farsi perdonare, sembra aver trovato una chiave per risolvere il rompicapo. E risalire all'origine del male.



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Io sono Dio 2019-08-24 20:04:38 Tomoko
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Tomoko Opinione inserita da Tomoko    24 Agosto, 2019
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l’assassino può essere chiunque

Jean Loup è un famoso Dj che lavora a radio montecarlo e che conduce un programma radiofonico serale che ormai sta “sbancando il botteghino”, quando una sera riceve una insolita chiamata: “ciao chi sei?” dice Jean Loup.
L’interlocutore risponde “..io sono Uno e Nessuno..sono come te Jean Loup solo che di notte..Io Uccido”.
Il Dj crede di essere vittima di un tetro scherzo mentre la nuda e cruda realtà è che il serial Killer è già partito per la sua prima di molte opere assassine.
Ti affezioni alle prime due giovani vittime così spensierate, così innamorate, intente a vivere la loro breve storia d’amore nel principato di Monaco, la perla della Costa Azzurra dove il crimine non è una cosa tangibile ma è ridotto al minimo.
A prendersi cura del caso “Nessuno” scende in campo l’agente americano Frank Ottobre, la caccia è aperta e il killer lo sa benissimo:
“...niente è per sempre...si rabbuia e contrae le mascelle con la rabbia della ribellione.
Non è vero che il destino è ineluttabile non é vero che si può essere solo spettatori dell’avvicendarsi del tempo e degli avvenimenti lui può cambiare lui DEVE cambiare quell’ingiustizia eterna, lui può mettere riparo alle cose sbagliate che il fato distribuisce a piene mani in quel groviglio di serpi che è la vita senza curarsi se quello che succede spezza l’esistenza o la costringe per sempre nell’oscurità.
Oscurità significa buio, buio significa notte e la notte significa che la caccia deve continuare....scoprire che la preda si è trasformata in cacciatore, lui è Uno e Nessuno, lui é il Re.
Il re non ha domande, solo risposte”.
Le scene sono tutte descritte nei minimi dettagli. Lo stesso modus operandi per tutte le vittime:
Prima la chiamata alla redazione di radio montecarlo, con un piccolo indizio non lasciato al caso ed una canzone diversa per ogni omicidio. La peculiarità del nostro autore è che ha reso tutto il libro come una grande poesia, il libro è ricco già da subito di tocco poetico ed è questa poeticità che lo rende così voluminoso: (circa 700 pagine)
“.....è il ritorno, la presenza dell’altro, l’incombenza, la responsabilità. Era solo un attimo di pausa, svanito come una spruzzata di neve primaverile, non c’è spazio per i sogni non c’è mai stato, non ci sarà mai....”
Un killer spietato, deviato, con un preciso movente, capace però di ottime intuizioni, con un Q.I sopra la media, con una forte passione per la musica. E’ Capace di sfuggire sempre ai cani, gli agenti che gli danno la caccia.
Un thriller appassionante che ti lega a tutti i personaggi.
Un buon thriller che a mio parere non dá per scontato il finale anche se quest’ultimo è un po’ prolisso e il libro sarebbe potuto concludersi almeno cento pagine prima.

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Io sono Dio 2018-08-03 13:13:38 Trinax
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Trinax Opinione inserita da Trinax    03 Agosto, 2018
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Una storia carica di tensione

È un sabato sera come tanti nella frenetica città di New York quando una terribile esplosione rompe la quotidianità causando decine di morti e facendo precipitare la città nel caos. Toccherà allora alla giovane detective Vivian Light, una donna che si nasconde dietro ad una ferrea maschera per non pensare alle proprie disgrazie, e al giornalista Russell Wade, un fotoreporter dal passato movimentato e in cerca di redenzione, scovare il feroce assassino. Un assassino che non rivendica le proprie azioni, che non segue nessuno schema logico, che affonda le radici del suo tormento nella tragica guerra del Vietnam, un uomo che si è autoproclamato Dio.
Con questo romanzo il poliedrico Giorgio Faletti dimostra ancora una volta il suo immane talento nel campo della letteratura; talento già dimostrato in precedenza dai titoli “Io uccido”, “Niente di vero tranne gli occhi” e “Fuori da un evidente destino”, regalando ai propri lettori una storia carica di tensione narrata con lo stile eccellente che lo contraddistingue. L’abilità dell’autore viene evidenziata ulteriormente dalla profondità emotiva donata ai numerosi personaggi, i quali si ritagliano ciascuno il proprio frammento di spazio all’interno della storia. Tra questi risaltano particolarmente i protagonisti del racconto: Vivien Light, una donna forte, energica e volitiva ma che porta dentro un’enorme tristezza (“C’erano momenti in cui il dolore, che si portava dentro rappreso come un grumo di sangue, di colpo si scioglieva e la invadeva tutta. Era pena per tutto quello che era stato, era rimpianto per tutto quello che poteva essere e che la sorte non aveva voluto che fosse.”) e Russell Wade, un giovane fotoreporter che ha vissuto tutta la vita nell’ombra di un defunto fratello, anch’egli giornalista, e del potente padre, il cui peso delle aspettative, fin troppo elevato, lo ha spinto verso una vita scapestrata nei bassifondi della società, interamente composta di istinti autodistruttivi, ma nonostante tutto in cerca di riscatto (“Quello che desidero davvero è smettere di essere un vigliacco”). Nei ringraziamenti l’autore esordisce con questa frase: “La fine di un romanzo è come la partenza di un amico: lascia sempre un poco di vuoto.”, senza alcuna esitazione è possibile applicare questa massima anche a “Io sono Dio”, una storia travolgente come un esplosione, ma anche complessa e con un finale altamente inaspettato.

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Io sono Dio 2014-11-20 06:37:09 Rebel Luck
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Rebel Luck Opinione inserita da Rebel Luck    20 Novembre, 2014
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10 per l'idea, ma...

10 per l'idea, ma...
L'idea del reduce del vietnam, che torna orribilmente sfigurato, e carico d'odio verso tutto il sistema e' particolarmente azzeccata.
La lettura scorre veloce ed in pochissimo tempo si viene carpiti dalla trama affascinante e curiosa.
I due personaggi principali sono originali e ben delineati. la detective Vivien Light cazzuta e decisa ma estremamente affascinante e complessa. Il giornalista Russel Wade , maledetto, autodistruttivo, complesso, oscuro.... In cerca di se stesso, di uno scopo ma sopratutto della redenzione.
Il libro nel complesso scorre fin troppo veloce, ed e' proprio questo il suo limite, se da un lato non ci sono momenti di noia o pause, dall'altro si ha l'impressione di troppa "frettolosità".
Quindi il buon Faletti ha avuto una grande idea ma poca voglia di svilupparla.
Senza fare alcuno spoiler dico: il finale sopratutto lascia perplessi!
Il cerchio si chiude in troppe poche pagine, e l'autore ci lascia con troppo domande e troppo interrogativi.
Troppe curiosità non vengono colmate, e particolari che andavano esplorati meglio sono solo accennati.


lettura consigliata a tutti i fan di Faletti, a tutti i "malati" dei telefilm americani, ed anche a quelli a cui piacciono i gialli o i thriller alternativi.

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Relic
Io uccido
I fiumi di porpora.
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Io sono Dio 2014-09-10 17:10:20 bale8486
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bale8486 Opinione inserita da bale8486    10 Settembre, 2014
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Io non esisto più. Sono un fantasma.

Avevo questo libro nello scaffale, ancora incellophanato, intatto.
Ho pensato che per omaggiare la scomparsa di un grande artista come Giorgio, non potevo far altro che leggere quel libro che avevo comprato anni prima e lasciato “solo” sopra lo scaffale.
Ciao Giorgio.

Sin dalle prime pagine si crea un senso di rabbia e di vendetta per un uomo ferito nell’anima e nella pelle. Siamo amici, complici e condividiamo gran parte dei suoi pensieri, dei suoi timori, della sua delusione verso il mondo e verso il suo paese, che non l’ha difeso.
“L’uomo guerriero in tempo di pace combatte sé stesso” e il suo passato aggiungerei io.
Perché è così, non si può cancellare un passato tragico come la guerra del Vietnam, evento che segnerà per sempre Wendell.
Dopo un inizio toccante nel passato arriviamo ai giorni nostri e ad un delitto apparentemente innocuo. Un uomo murato vivo circa 15 anni prima.
Così iniziano le ricerche della detective Light, donna forte ma al contempo molto fragile, che ostenta la sua forza con ogni mezzo. In questa strana avventura (strana, forse un po’) conosceremo vari personaggi con le loro sfaccettature: Russel Wade, un uomo in cerca di se stesso; Padre McKean, fondatore di Joy e uomo dal cuore generoso; Alan Bellew, capitano della polizia che sa il fatto suo.
Tutte le vicende si snocciolano velocemente e con un buon ritmo, complici le disavventure dei nostri personaggi chiave e degli attentati. Peccato per quelle ultime pagine, 2-3 che siano, perché lasciano l’impressione che l’autore abbia voluto concludere l’opera con fin troppa fretta.
Il risultato è comunque buono, con un impostazione che non si differenzia molto da “Io Uccido”.

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Io Uccido
Appunti di un venditore di donne
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Io sono Dio 2014-07-26 15:41:35 Gianluca
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Opinione inserita da Gianluca    26 Luglio, 2014

Ancora l'inimitabile e indimenticabile Giorgio

Dopo aver letto (e riletto) "Io uccido", e dopo la scomparsa di Giorgio Faletti, ho deciso di leggere un altro dei suoi romanzi soprattutto per scoprire se la stessa persona avrebbe potuto catturarmi, emozionarmi e sorprendermi: un po' come quando, da grande appassionato di calcio, vedo un giocatore che non conosco giocare una grande partita, da campione, ma prima di chiamarlo "campione" mi riservo di osservarlo in un'altra partita. Bene, credo che Giorgio Faletti sia un Campione, con la C maiuscola.
Ho impiegato pochissime pagine a ritrovare il suo stile penetrante e unico che avevo imparato a conoscere in "Io uccido", ed è stato come ricominciare un capitolo interrotto. Sono tante le cose che mi hanno sorpreso in positivo, confermando le impressioni avute in precedenza: la capacità di descrivere la vicenda dando importanza alla storia di ogni personaggio, anche il meno significativo per la vicenda stessa, che mi fa pensare quanto lo scrittore sia stato nella vita un grande osservatore, qualità che apprezzo e che cerco di "imitare"; la personalità dell'assassino, che è soltanto una delle due facce di una moneta; e, non meno importante, il fatto che sia riuscito a fregarmi ancora, alla grande.
Bellissima conferma, insomma, peccato soltanto per il finale un po' troppo controverso e indecifrabile.

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Io sono Dio 2013-07-30 17:07:20 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    30 Luglio, 2013
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Credersi Dio

Credersi Dio

Nella concezione monoteistica ebraico-cattolica – ammesso che si possa stabilire una gerarchia nella gravità dei peccati – da sempre il peccato di superbia, ritenersi Dio, è considerato il peggiore: nella cosmogonia dantesca costituisce l’insubordinazione di Lucifero che viene precipitato all’inferno, nella Genesi rappresenta il peccato originale e la causa della cacciata dell’uomo dall’Eden, nel decalogo delle tavole “Non avrai altro Dio all’infuori di me” è il primissimo dei comandamenti.
Anche pensando a questa tradizione, il titolo del romanzo di Faletti, se non blasfemo, è almeno da brivido. L’eresia pervade un romanzo ove il lettore ha la chiara percezione che qualcosa di tremendo stia accadendo in una New York devastata dalle esplosioni.
Mentre il killer recita la sua vaneggiante litania: “Io sono Dio”, proclama nel confessionale l’assassino stragista dinnanzi a uno sbalordito sacerdote.
Il “terribile reale” si concretizza negli attentati catastrofici che evocano sinistramente la tragedia delle torri gemelle.
Il “terribile reale” affonda le sue radici nella storia di un uomo sopravvissuto alla guerra del Vietnam (“L'argomento era sempre e ancora la guerra, che tutti volevano nascondere come sporcizia immobile sotto il tappeto e che strisciando da serpente riusciva sempre a sporgere la testa oltre i bordi”), ma orribilmente sfigurato dalle ustioni causate dal napalm (“Di solito la gente abbinava alla deturpazione fisica una propensione alla malvagità direttamente proporzionale. Senza riflettere che il male per nutrirsi deve essere seducente, accattivante. Deve attirare a sé il mondo che ha intorno con la promessa della bellezza e la premessa del sorriso. E lui ora si sentiva come l'ultima figurina mancante per completare l'album dei mostri”). Tornato in patria, il reduce si dedica all'edilizia e medita la sua vendetta contro il mondo, piazzando cariche esplosive negli edifici che costruisce e collegando le cariche per farle esplodere a suo piacimento. Quando il reduce muore, qualcuno si sostituisce a lui per proseguire l’insana vendetta.
Si occupano del caso l'investigatrice Vivien Light del 13º distretto di Manhattan e un reporter dal passato discutibile, Russel Wade.
Ancora una volta – e secondo me, in quest’opera, ai livelli della prima, “Io uccido” – Faletti combina la devastazione psicologica ("Io non esisto più. Sono un fantasma") a quella fisica, il peso del passato (“Il tempo è un naufragio e solo quello che vale davvero torna a galla... Il suo si era rivelato solo un beffardo appiglio a una zattera, un faticoso approdo alla realtà dopo essere colato a picco nella sua piccola privata utopia”) alla deriva del presente, il senso del pericolo incombente (“Accanto alla strada correvano i fili della luce e del telefono. Portavano energia e parole sopra la sua testa. C'erano case e persone come marionette nel loro teatrino che quei fili aiutavano a muoversi e illudersi di vivere”) all’esplosione dell’odio (“L'odio non è più un sentimento. Ormai sta diventando un virus. Quando arriva a infettare l'animo, la mente si perde. E le difese delle persone sono sempre più deboli”).
Questa volta, il tutto è arricchito da una sfida sacrilega, che combina sacro e profano in un senso religioso oltraggiato e bestemmiato (“Il perdono è per chi si pente. Il perdono è per chi cerca di riparare al male che ha fatto”), in una visione pessimistica nella quale il passato è penalizzante (“Andare a caccia di ricordi non è mai un bell'affare... Quelli belli non li puoi più catturare e quelli brutti non li puoi uccidere”), il presente belligerante (“L'uomo guerriero in tempo di pace combatte sé stesso”), il futuro compromesso (“Le certezze non sono di questo mondo. E quelle poche sono quasi sempre negative”).
Il finale, che a molti non è piaciuto, io l’ho trovato istrionico, granguignolesco. Sarà il passato del Faletti cabarettista che torna in una pantomima questa volta letteraria?

Bruno Elpis

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Io sono Dio 2013-05-24 08:25:20 NonnaOlga
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NonnaOlga Opinione inserita da NonnaOlga    24 Mag, 2013
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UN PO' DELUDENTE

E' il terzo libro di Faletti che ho letto dopo Io Uccido e Niente di vero tranne gli occhi e sono rimasta abbastanza delusa.
Io amo Faletti ma questo libro mi da l'impressione di un assemblaggio di parti differenti, scritte in tempi e con emozioni diverse.
La psicologia del reduce della guerra del Vietnam, tornato con orribili ferite nel corpo e nella mente, sembra venire analizzata da più persone, con un'alternanza di superficialità e scontatezza e di professionale
precisione. Mi è invece piaciuto lo sfondo di una New York raccontata in modo molto personale.
Trovo un cambiamento positivo dalla scrittura più grezza di Io uccido (che mi è piaciuto moltissimo) già riscontrato anche in Niente di vero tranne gli occhi, ma la trama, anche se all'inizio sembrava avvincente, è diventata monotona e poi addirittura confusa fino al finale deludente

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Io sono Dio 2012-11-27 14:13:44 Alessia
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Opinione inserita da Alessia    27 Novembre, 2012

E' UNO SCHERZO, VERO?

Finale assolutamente deludente. Chi ci avrebbe scommesso?
Non vi è alcun indizio dal quale possa scaturire un minimo di dubbio, niente. Il finale arriva come un macigno di 30 chili sullo stomaco. Così, senza preavviso e assolutamente non piacevole. Per di più non viene neanche approfondito successivamente, dove si trovano solo dei risvolti scontati.
Molte parti sono di una banalità assurda o di una assurdità banale (come se ci si potesse innamorare di una persona dopo averci lavorato insieme per qualche ora)!
Si vede il tentativo di aver scavato nell'iter psicologico dei personaggi, ma fondamentalmente rimane scarno.
Ripeto alcuni altri giudizi qui sotto: Faletti sarà bravino a scrivere stilisticamente, ma non ha idea di cosa sia un VERO romanzo (thriller tra l'altro).

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Altri libri di Faletti; gialli, thriller.
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Io sono Dio 2012-08-29 13:44:09 Franky
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Opinione inserita da Franky    29 Agosto, 2012

Avvincente ma... che finale!

Questi miei ultimi due giorni sono stati completamente dedicati alla lettura di questo libro che, nonostante annoi un po' in alcuni punti, ha colpito la mia attenzione attirando curiosità tale da non riuscire a lasciarlo finchè non è terminato... poco fa e sono delusa!
Perché un finale così? Ci si aspetta molto di più, tanti dettagli usciti fuori durante il racconto che si perdono in un finale sbrigativo. Signor Faletti mi deve un volume due, nel quale racconta della storia della madre prima e dopo il trasferimento e tutto sul figlio... era importante questo per il lettore!

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Io sono Dio 2012-08-20 12:07:22 Key Seven
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Key Seven Opinione inserita da Key Seven    20 Agosto, 2012
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Faletti è un grande scrittore?

a forza di dire quanto è bravo questo Faletti sono riusciti a far comprare il libro a una massa di gente che di solito legge poco o svogliatamente. Così mentre hanno tra le mani "Io uccido" tutti a dire "urka che gran giallo!".
Va detto per correttezza che il primo romanzo di Faletti era un gialletto appena accettabile spinto più dal nome dell'autore e dalla campagna pubblicitaria. Inoltre, forse per riempire un pò è troppo lungo pieno di divagazioni sui personaggi secondari che servono solo a riempire e a fare le canoniche 500 pagine e passa, come se un romanzo si valutasse dal peso!
Comunque vende bene il primo e ne fa un secondo a fotocpia che vende altrettanto quindi Faletti da lì in poi si prende il diritto di scrivere più o meno coi piedi tanto ormai sà che la gente compra tutto così escono 2 romanzi uno peggio dell'altro...
Il primo è quella melassa in chiave indio-americana che non sì sà dove vuole andare e non si capisce quando arriva... l'altro è questo.
Un melange di luoghi comuni e nulla di originale... Forse se siete fans dei libri "Segretissimo" riuscirete anche ad apprezzarlo... Io ho iniziato a sbadigliare a pagina 20 e non ho più smesso...
Per favore smettiamola di dire che Faletti è uno dei più grandi scrittori italiani, per rispetto a chi scrive davvero bene finiamola.

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gli altrin libri di Faletti, libri di Dan Brown
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