La carrozza della Santa La carrozza della Santa

La carrozza della Santa

Letteratura italiana

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È la mattina del 6 febbraio, la festa di Sant'Agata si è appena conclusa e «la Santa», come tutti la chiamano, è rientrata nella cattedrale. Nell'atmosfera distratta, da fine evento, che pervade strade e popolazione, un uomo viene ritrovato in una pozza di sangue nell'androne del Municipio, dentro una delle Carrozze del Senato. L'opinione pubblica è sconvolta e il sindaco in persona sollecita l'intervento della Guarrasi. La vicenda si presenta subito ingarbugliata, un intrico di piste che conducono sempre alla vita privata e familiare del morto, Vasco Nocera. Vanina, però, fatica a dedicare all'indagine l'attenzione che meriterebbe. A Palermo sta accadendo qualcosa che esige la sua presenza; è un richiamo che non può ignorare. Stavolta più che mai per la soluzione del mistero saranno importanti l'aiuto della sua squadra e l'impegno del commissario in pensione Biagio Patanè, che a dispetto dell'età non si ferma davanti a niente.



Recensione della Redazione QLibri

 
La carrozza della Santa 2022-07-13 18:10:09 ALI77
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ALI77 Opinione inserita da ALI77    13 Luglio, 2022
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IL SESTO CASO DI VANINA

La storia è ambientata in Sicilia tra Catania e Palermo e la mattina del sei di febbraio la festa di Sant'Agata è ormai terminata ma una notizia sta per sconvolgere tutti, viene ritrovato il cadavere di un uomo, nel Municipio, in una delle Carrozze del Senato.
A fare questa terribile scoperta sono due ragazze francesi: Estelle e Nina in Sicilia con il programma Erasmus, erano curiose di vedere cosa ci fosse all'interno della ricca e antica berlina e dopo aver scavalcato il cordone hanno trovato la vittima sgozzata in una pozza di sangue.
Viene chiamata, per indagare sull'accaduto, il vicequestore Giovanna Guarrasi, detta Vanina, il personaggio che dà il nome alla serie.
Questo evento drammatico scuote tutta la comunità catanese, il cadavere appartiene a Vasco Nocera, classe 1946 e fervente devoto; spetta a Vanina il compito di scoprire cosa è successo all'uomo, la donna dovrà scavare a fondo nella vita della vittima, nelle relazioni famigliari e di amicizia.
Mi fermo qui con il caso giallo altrimenti rischio di fare degli spoiler e non ci sarebbe più la curiosità nel continuare la lettura.
Vanina è un personaggio che sembra forte e combattivo ma dentro di sé ha molte fragilità, si fa prendere dal lavoro anima e corpo e ha una personalità che mi incuriosisce. Ha molta esperienza nel suo lavoro, è corretta e cerca sempre la verità, lotta con tutta se stessa per trovarla e punire il colpevole; ma anche nel capire le ragioni che lo hanno spinto a commettere il reato.
Vaniva non è da sola, ha attorno a sé una serie di personaggi comprimari che la sostengono e danno rilievo ancora di più al suo personaggio. Ricordiamo, tra gli altri, il vero mentore della protagonista, il commissario in pensione Biagio Patanè, una vera risorsa e aiuto per Vanina.
Quello che manca secondo me è un personaggio veramente cattivo, un vero antagonista qualcuno che metta un po' di pepe nella storia.
"Quanti anni erano che aveva a che fare con cadaveri di ogni genere e provenienza? Una quindicina, all’incirca. Eppure ogni volta la reazione era la stessa. Repulsione, pena, rabbia. Un miscuglio di sensazioni che all’istante innescavano un meccanismo inarrestabile. La fretta di capire, di scoprire, di punire." (cit.)
Il caso crime è centrale nel libro però è anche quello che mi entusiasmata di meno, lineare senza grandi colpi di scena; la narrazione scorre velocemente ma il ritmo e la suspense sono quasi inesistenti e questo purtroppo è importante per me quando leggo un libro di narrativa di questo genere.
Ho apprezzato molto l'ambientazione della storia divisa tra Palermo e Catania, l'importanza delle tradizioni e delle feste popolari e mi è piaciuta anche l'idea dell'accostamento del dialetto siciliano all'italiano che secondo me ha dato maggiore credibilità e autenticità al testo. Forse alcune volte è stato enfatizzato troppo ma, per me, è stato sicuramente una scelta azzeccata.
Lo stile dell'autrice è molto semplice, traspare l'amore che ha per la sua Sicilia, per la sua terra, ma avrei preferito più mistero, più curiosità nello scoprire il colpevole; in alcuni punti la lettura è risultata un po' noiosa. Si parla moltissimo di cibo, che sbagliato non è, però quando è troppo diventa stucchevole.
E' un libro che diventerà presto una serie tv, ma purtroppo per me, questo sarà un crime che dimenticherò facilmente.
Rispetto ad altri autori italiani e contemporanei che scrivono lo stesso genere della Cassar Scalia, ho trovato che questa scrittrice fosse più debole e credo ci siano dei nomi con più talento nel giallo.
Lo consiglio a chi ama il genere crime prevedibile e leggero, io preferisco qualcosa di più cruento e in generale gli autori scandinavi, ma sono sicura che ci saranno dei lettori che lo apprezzeranno soprattutto chi non è molto avvezzo al genere.
Vanina è un personaggio costruito in maniera convincente e anche la sua squadra è un bel gruppo credibile e abbastanza verosimile, per questo avrei preferito leggere un caso giallo più solido e con un po' di suspense in più.

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La carrozza della Santa 2023-02-26 15:27:50 FrancoAntonio
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FrancoAntonio Opinione inserita da FrancoAntonio    26 Febbraio, 2023
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Vanina e Sant'Agata

Catania dal 3 febbraio, e per tre giorni, è tutta concentrata sulle festività per sant’Agata, la patrona della città. Però nel fatale febbraio 2016, le cerimonie sono funestate da un fatto gravissimo. All’interno di una delle carrozze del Senato – usate nella processione iniziale e provvisoriamente parcheggiate all’interno del palazzo degli elefanti, sede del Comune – è ritrovato un cadavere, quasi sgozzato.
Dopo una breve indagine il morto viene identificato come Vasco Nocera, ricco possidente catanese. Il vice-questore Vanina Guarrasi è incaricata delle indagini, ma gli indizi, da principio, sono pochi e inconcludenti. Sono più le domande senza risposte che i punti chiari della vicenda: che ci faceva Vasco in quella carrozza, lui, così devoto a Sant'Agata da seguire passo passo le funzioni durante tutti i tre giorni? Come ha fatto a entrare senza essere notato dalle guardie municipali? A chi aveva pestato i piedi in modo da causare tanta violenza?
L’unica che, forse, potrebbe chiarire la fattispecie è una certa Sergia Vannina, ex fidanzata di Giordano Nocera, figlio della vittima, e, probabilmente, attuale amante di quest’ultima. Ma la ragazza è più sfuggente della Primula Rossa: sempre un passo avanti alla polizia, passa da un albergo di lusso all’altro, dileguandosi senza pagare i conti con rigatini degni del miglior Conte Mascetti di “Amici miei”.
Nel frattempo Vanina è chiamata pure a collaborare con la squadra Catturandi di Palermo, alla ricerca di un pericoloso latitante mafioso, l’unico, tra coloro che le uccisero il padre, ancora a piede libero. Così si vede costretta a spostarsi avanti e indietro tra Catania e Palermo, in un frenetico andirivieni che le riporta alla memoria pure dolorosi ricordi che disperatamente ha cercato di seppellire.

Lo stile della Cassar Scalia è ormai ben noto: scorrevole e godibile. Le storie sono graziose, ben organizzate e agili: più che romanzi gialli intesi come enigmi investigativi da sciogliere, sono racconti di una indagine di polizia, con il puntuale e diligente resoconto delle risultanze istruttorie man mano che vengono all’evidenza. Quindi non c’è da aspettarsi soverchie sorprese o colpi di scena, quanto il dipanarsi di scoperte in vicende a volte ingarbugliate e contorte, ma più spesso banalmente lineari com’è di solito la vita.
Proprio perché l’A. si concentra soprattutto sull’indagine di polizia, difficilmente ci vengono riferiti quelli che i personaggi definirebbero curtigghi (chiacchiere da cortile, pettegolezzi). Peccato che i curtigghi e le notazioni di colore collaterali darebbero spessore ai personaggi, soprattutto a quelli di contorno, che spesso risultano un po’ piatti e incolori, meri nomi per popolare il fondale della scena. Anche la squadra della Guarrasi è popolata soprattutto da nomi, simpatici e fonte, talvolta, di scambi di battute divertenti, ma in generale poco definiti, se si escludono il corpulento capo Tito Macchia con la sua “zita” Marta Bonazzoli, o il commissario in pensione Patanè deus ex machina della risoluzione di parecchi casi. Anche questi ultimi, per vero, sono solo tratteggiati dalle loro piccole manie e peculiarità, ma la loro vita personale raramente ci è riferita, e, comunque, in modo rapido senza darci l’opportunità di averne una visione più completa e tridimensionale.
Resta, poi, la spiacevole sensazione che la Vanina Guarrasi di Cristina Cassar Scalia sia la reinterpretazione della Lolita Lobosco di Gabriella Genisi che s'è spostata in Sicilia (con squadra annessa) e s’è messa a parlare come Montalbano & C. di Camilleri. È pur vero che le situazioni e le vicende sono diverse, ma è difficile ignorare che i punti di contatto e somiglianza sono tanti e particolarmente rilevanti. E il sentore che l’A. si sia ispirata un po’ troppo a questi due archetipi disturba lievemente, soprattutto perché questi godono di una maggiore visibilità grazie alle trasposizioni televisive ed è difficile non pensare a Vanina con la fisionomia di Luisa Ranieri o all’ispettore capo Carmelo Spanò con un viso diverso da quello dell’attore Giovanni Ludeno.
Se si riescono a dimenticare queste suggestioni, però, e si prende come un libro di mero svago rimane una lettura gradevole e distensiva.

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La carrozza della Santa 2023-02-21 15:03:08 cesare giardini
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cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    21 Febbraio, 2023
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Un cadavere in carrozza.

I tre giorni di festa in onore di Sant’Agata stanno per finire. Siamo a Catania, primi di febbraio, due studentesse francesi iscritte ad un corso Erasmus dell’università entrano per curiosità nel Palazzo degli Elefanti, sede del Comune, e scoprono all’interno di un’antica carrozza (detta “ del Senato”), parcheggiata nell’androne, il cadavere di un uomo con la gola tagliata. Con le urla delle ragazze inizia il thriller ed entra in scena l’équipe investigativa guidata dal brillante vicequestore Giovanna Guerrasi, la Vanina di una serie ben collaudata: l’esperta poliziotta è ben nota per le sue capacità, ha un carattere difficile, è benvoluta dai suoi e ammirata dal suo capo, Tito Macchia, un omone grande e grosso che dirige la squadra Mobile. Il nome della vittima, Vasco Nocera, amplia le ricerche a parenti vicini e lontani e approfondisce le ricerche sulla vittima, un anziano sfaccendato, implicato in compravendite di immobili e altri traffici, separato dalla moglie ma immischiato in avventure galanti. Le indagini sospettano una vendetta amorosa, anche perché vengono alla luce validi motivi che potrebbero suffragare un delitto per gelosia, ma la nostra Vanina, che ama scavare in profondità valutando anche i riscontri apparentemente meno significativi, riesce a individuare un filone ben lontano dalle evidenze, una storia legata addirittura alla seconda guerra mondiale e ad una serie di ingiustizie, truffe ed eventi anche delittuosi. Assicurato alla giustizia il vero colpevole, Vanina non tralascia un’altra ricerca che le sta a cuore: rintracciare, grazie all’aiuto dei colleghi di Palermo, l’ultimo latitante della banda che uccise suo padre vent’anni prima. Ne conseguono diversi viaggi a Palermo, la sua amata Palermo, dove c’è anche qualcuno che, ricambiato, le vuole bene.
Il personaggio di Vanina si impone con naturalezza: fossimo in ambiente cinematografico, si direbbe che buca lo schermo, con i suoi pregi e le sue abitudini, in primis l’abuso di Gauloises, la passione per la buona cucina e gli spuntini disseminati qua e là. La scrittrice è riuscita a creare una figura di poliziotta che entra subito nelle simpatie del lettore, dura e burbera quando occorre con i sottoposti, fragile e stizzita quando, ad esempio, percorre la Catania-Palermo, una delle autostrade più disastrate d’Italia, a gran velocità. Il lavoro è la sua priorità, un lavoro ossessivo e minuzioso, che rende insonni le sue notti, con la speranza, afferma che “… a un certo punto della vita la priorità è scialarsela il più possibile e come meglio si crede”. Neppure lei sa quando questo “certo punto” si presenterà.
Lo stile narrativo è puntuale ed essenziale. Nei colloqui è ben dosata l’espressione dialettale. Una Sicilia invernale fa da sfondo naturale alla vicenda; non è una Sicilia da cartolina, ma è quella in cui opera la nostra poliziotta, caratterizzata da una città, Catania, ricca anche di locali alla moda, ristoranti etnici, ritrovi festaioli. Del resto la scrittrice stessa afferma in un’intervista alla Gazzetta del Sud di sentire la Sicilia come “un vero e proprio personaggio dei suoi libri, capace di essere una grande attrattiva sui lettori”.
Un thriller consigliabile, anche per l’abilità dell’autrice di far convergere l’attenzione su un determinato filone di indagini per poi spiazzare il lettore con un colpo di scena magistrale, a coronamento di una serie di indizi raccolti pazientemente nei capitoli finali.

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La carrozza della Santa 2022-09-08 14:59:06 ornella donna
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ornella donna Opinione inserita da ornella donna    08 Settembre, 2022
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Vanina e le doppie indagini


Torna Vanina Guarrasi, felice creatura di Cristina Cassar Scalia, nel libro intitolato La carrozza della Santa, questa volta alle prese con due casi complicati che la coinvolgono anche dal punto di vista strettamente emotivo, e la sua reazione:
“ogni volta era la stessa. Repulsione, pena, rabbia. Un miscuglio di sensazioni che all’istante innescavano un meccanismo inarrestabile. La fretta di capire, di scoprire, di punire.”
E’ il 6 febbraio e a Catania è festa patronale. Si festeggia Sant’Agata e la processione si è appena conclusa quando un orribile fatto macabro viene a turbare le coscienze di molti. Un uomo è trovato cadavere all’interno di una delle carrozze del Senato, custodite nell’androne del Municipio:
“Sgozzato, come aveva anticipato il sindaco. Non le veniva in mente altro termine per definire il modo in cui quell’uomo era stato mandato al creatore. La pozza di sangue aveva allagato il pavimento della vettura e inzuppato parte del sedile su cui la vittima era ancora seduta. La testa ripiegata sul petto, lo squarcio che si intravedeva sul collo, la veste tipica da devoto di sant’Agata, che di bianco ormai non aveva che un pezzo del cordoncino con i giummi stretto in vita, alzata fin sopra la cintura. La mano sinistra abbandonata sul fianco, imbrattata di sangue anche sul dorso. Per terra, capovolta nella pozza, la scuzzetta – il copricapo di velluto nero- e i guanti.”
Chi ha potuto commettere un simile sacrilegio? E pure in un giorno consacrato! Il cadavere appartiene a certo Vasco Nocera, persona
“nota che frequentava molta gente. Circoli, club.”
E viveva di rendita. Ma chi ha voluto la morte di un simile personaggio?
Inoltre Vanina non è particolarmente lucida, perché distratta da un altro caso. A Palermo la DIA si sta occupando di un latitante speciale, che si crede e si presume facesse parte del commando che molti anni orsono uccise suo padre. La sua cattura sconvolge Vanina:riuscirà finalmente a trovare quell’equilibrio mai raggiunto? O il ricordo di tanto sangue è destinato a non passare mai?
Un giallo ricco di pathos e di atmosfera. La protagonista è il pilastro portante dell’intera narrazione. Dotata di intuito e spirito sagace, Vanina diverte e scuote le coscienze e gli animi. Una trama complessa, personaggi complementari descritti con minuzia completano una lettura di genere per amanti e per tutti coloro che negli anni hanno imparato ad apprezzare e condividere le gesta di vanina Guerrasi in quei di Catania.

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