Narrativa italiana Romanzi Corpo a corpo
 

Corpo a corpo Corpo a corpo

Corpo a corpo

Letteratura italiana

Editore

Casa editrice

Una quarantenne vuole cacciare sotto il tappeto la propria solitudine esistenziale diventando madre. Il figlio, progettato con la funzione di “pillola per la felicità”, si rivela in realtà medicina amara, talvolta amarissima. Un'intimità inquietante con la baby-sitter del Terzo Mondo metterà a dura prova la tolleranza nei confronti dell'Altro. Corpo a corpo si legge come un romanzo ma non lo è, può assomigliare a un memoir ma non lo è, sembra autobiografico ma non lo è, pare rivolto a un pubblico femminile ma non è (del tutto) vero, anzi...



Recensione Utenti

Opinioni inserite: 1

Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0  (1)
Contenuto 
 
4.0  (1)
Piacevolezza 
 
4.0  (1)
Voti (il piu' alto e' il migliore)
Stile*  
Assegna un voto allo stile di questa opera
Contenuto*  
Assegna un voto al contenuto
Piacevolezza*  
Esprimi un giudizio finale: quale è il tuo grado di soddisfazione al termine della lettura?
Commenti*
Prima di scrivere una recensione ricorda che su QLibri:
- le opinioni devono essere argomentate ed esaustive;
- il testo non deve contenere abbreviazioni in stile sms o errori grammaticali;
- qualora siano presenti anticipazioni importanti sul finale, la recensione deve iniziare riportando l'avviso che il testo contiene spoiler;
- non inserire oltre 2 nuove recensioni al giorno.
Indicazioni utili
 sì
 no
 
Corpo a corpo 2019-09-05 11:05:30 Mian88
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Mian88 Opinione inserita da Mian88    05 Settembre, 2019
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Corpo

«Il Corpo è meschino. Vuole solo la sopravvivenza. Cemento, inquinamento, insolazioni, irritazioni, tutto gli dichiara guerra. Per lui è sempre troppo caldo o troppo freddo, per lui si mettono e si tolgono le uniformi. Il grido del Corpo ferisce. A volte è per il sole cattivo, la sete, la fame; a volte non si sa proprio perché. Sterilizzare, disinfettare, lavare, anche in mezzo alla notte, anche quattro volte prima dell’alba, perché il Corpo pesa tre chili ma ha zero grammi di compassione.»

Quando Bea decide di rivolgersi alla Human International, un franchising internazionale di donatori di sperma, è una donna di poco più di quarant’anni, sola. Pensa così facendo di poter trovare quell’amore che non ha mai avuto e di poter così vincere quella perenne sensazione di solitudine che l’accompagna. Riempie quindi il questionario on-line con i possibili donatori, sceglie la tipologia di seme che predilige, immagina il volto di quello che sarà il suo futuro bambino. Pensa di sapere cosa vuol dire essere madri, lo considera una cosa di cui ormai tutto è noto. Alla fine, non ha aspettative perché quando decidi di diventare genitore sei nuda anche di queste.

«Una madre è madre, ha sentimenti limpidi, e se non li ha tanto peggio, perché nessuno può accogliere una madre. Una madre è per definizione colei che accoglie.»

La pancia diventa sempre più prominente e pesante, Corpo pesa prima due chili, poi supera i tre. Già da qui inizia a rendersi conto che forse il mestiere di madre non è proprio nelle sue corde. Vive la sua gravidanza come un A.C, avanti corpo, e un D.C., dopo corpo. E in tutto ciò si vede deformata, appesantita, affranta, trasformata.
Ma poi Corpo nasce e allora comprendi che «non sei tu ad avere un figlio, ma è il figlio a possedere te. Eppure non ci arrivi subito, sei troppo presa a pensare per capire, capire davvero ciò che Corpo sente». Perché Corpo non è sinonimo di felicità, ma di angoscia. Ti fa dormire poco, sei poco lucida, sei irriconoscibile. Non sei fatta per fare la madre a tempo pieno, non riesci nemmeno a chiamare tuo figlio con il suo vero nome. Risenti anche dei paradossi della vita mentre cerchi la tua tata perfetta, mentre ti confronti con donne che si sentono madri, che hanno avuto tanti figli mentre tu ti sei dovuta rifare alla provetta, quasi pentendotene, sotto sotto. Perché alla fine non volevi essere più sola ma non solo lo sei ancora, lo sei ancora di più. Riuscirai mai a provare amore per il piccolo Arturo? Riuscirai mai a vedere in lui qualcosa di diverso da un semplice Corpo invasore di sfere personali e di quella che un tempo era la tua vita?
Silvia Ranfagni ci parla di maternità in termini molto diversi da quelli che siamo abituati ad immaginare o a leggere. Il suo è un excursus crudo e duro di un momento molto particolare della vita di una donna. Non ne esalta tanto i pregi o i momenti positivi quanto al contrario le paure, i timori, i pensieri nascosti che ciascuna cova dentro risultandone, talvolta, addirittura schiacciata.
Il risultato è quello di un componimento che resta, che non si dimentica e che mostra una prospettiva forse non molto condivisa o amata di un qualcosa che cambia completamente la vita.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
150
Segnala questa recensione ad un moderatore
 

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Un animale selvaggio
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Ci vediamo in agosto
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)
L'orizzonte della notte
Valutazione Utenti
 
4.2 (5)
Sepolcro in agguato
Valutazione Utenti
 
4.9 (2)
Five survive
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Lucy davanti al mare
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Compleanno di sangue
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
La prigione
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Day
Day
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Morte nel chiostro
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Pesci piccoli
Valutazione Utenti
 
4.1 (4)
Cause innaturali
Valutazione Utenti
 
3.5 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Il nostro grande niente
Cuore nero
L'età fragile
Il rumore delle cose nuove
Vieni tu giorno nella notte
Giù nella valle
Abel
Il vento soffia dove vuole
La collana di cristallo
Romanzo senza umani
Resisti, cuore
La cerimonia dell'addio
La ricreazione è finita
Grande meraviglia
Le altalene
Rosso di fiamma danzante