Narrativa italiana Romanzi Il piatto dell'angelo
 

Il piatto dell'angelo Il piatto dell'angelo

Il piatto dell'angelo

Letteratura italiana

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Il piatto dell’angelo è il posto a tavola lasciato per chi è lontano e ci si augura che faccia ritorno. Un segno di speranza, uno sguardo al futuro. In questo romanzo Laura Pariani torna ai suoi temi più cari, al racconto delle partenze, delle separazioni, degli abbandoni che hanno segnato la vita di tante famiglie italiane un secolo fa e che oggi segnano nello stesso modo chi compie il medesimo viaggio a ritroso e si ritrova dalla parte opposta dell’oceano costretto da ragioni di sopravvivenza. Ieri erano soprattutto gli uomini che migravano nella “Merica” alla ricerca di fortuna e lasciavano moglie e figli ad aspettare, oggi sono le donne del Sudamerica (e non solo) ad arrivare in Europa e in Italia lasciando a casa mariti, figli e genitori. Sulle tracce della storia di una delle tante donne venute in Italia dalla Bolivia, Lita, la narrazione si irradia in tanti rivoli e diventa corale, insegue le speranze e le delusioni di chi arriva, le piccole vittorie, le difficoltà e i sogni del nuovo approdo. E nell’oscillazione tra presente e passato, nel ricucire una trama che ricompone il dritto e il rovescio della tela, si affaccia anche la storia personale di chi come l’autrice conosce da vicino il significato di queste partenze. Un nonno che si rifugiò in Argentina lasciando una moglie e una figlia ad attenderlo e da laggiù non fece ritorno, trovando una nuova famiglia, altri orizzonti, un’altra vita. Una figlia che dopo tanti anni decide di andare a cercare quel padre, portandosi dietro la propria figlia bambina. Una trama di tutto e di niente, tante vite affacciate sulla speranza di vite migliori, di tempi migliori, con le radici che sempre resistono dentro la terra del nostro passato che ci chiama vicino, da lontano.



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Il piatto dell'angelo 2013-05-22 16:02:50 LuigiDeRosa
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    22 Mag, 2013
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Madre mia

Il piatto dell'angelo è un'usanza che appartiene a tutti noi Italiani, è quel piatto che nei giorni di festa, in una casa dove uno dei familiari è lontano per svariati motivi, si aggiunge a tavola. Rappresenta la speranza che possa tornare. Rappresenta in un certo senso la fiducia nel futuro,è una preghiera a Dio; simbolizza anche l'unione di una famiglia anche nelle circostanze più drammatiche. Laura Pariani in questo splendido romanzo racconta la storia di tanti di questi piatti speciali. Quelli che le vedove bianche lasciavano per i loro mariti partiti a migliaia il secolo scorso alla ricerca di un lavoro dignitoso nelle Americhe e mai più tornati. Racconta i "piatti" che aspettano il ritorno delle donne sudamericane,africane,slave,cinesi che oggi vivono da noi in Italia. Un romanzo dunque sui migranti di ogni Latitudine e Longitudine. Questo scritto è anche una descrizione dell'abbandono.
Quanti mariti partiti per l'Argentina, gli Stati Uniti,etc sono più tornati? Quanti si sono rifatti una famiglia in quei paesi abbandonando mogli e figli italiani? Quante badanti colombiane,ucraine,ecuadoregne, venezuelane etc etc non torneranno più?
Il romanzo comincia con l'arrivo in Colombia di una coppia di ricchi turisti italiani, Piero e Marina. Una coppia senza figli e invischiata in una profonda crisi matrimoniale. Marina, prima di partire,ha promesso a Lita, la badante colombiana che è al servizio della vecchia suocera ,di recarsi nel paesino della sperduta provincia di La Paz dove vivono le sue due figlie Alicia e Carmen Rosa.
La milanese dopo aver vinto le resistente di un marito, Piero, che si rivelerà insensibile a tutto e a tutti, riesce a raggiungere il paesino, scoprirà che Carmen Rosa , la più grande delle due bambine è diventata a sua volta madre : ragazza madre, ancora una volta sola e abbandonata ; è quella delle due bambine che ha sofferto di più la partenza della madre. Ma non è questa l'unica scoperta che farà Marina, costretta a causa della rottura della macchina noleggiata e di una tempesta a dover soggiornare forzatamente con il marito, sempre più intollerante, nella povera casetta dove vivono le ragazzine con la vecchia nonna e lo zio Nicolàs.Questo romanzo è anche un racconto delicato e struggente sul rapporto madre e figlia. Fabrizio De Andrè racconta in una sua celebre canzone la storia di un innamorato che strappa il cuore alla madre perchè l'amante gliene ha fatto richiesta. Durante il cammino il ragazzo inciampa e fa cadere il cuore sull'asfalto che rotolando gli domanda : "ti sei fatto male,figlio mio?"
C'è anche la storia di una madre che è al capezzale del figlio, affranta dal dolore invoca la Morte , chiede alla Nera Signora di prendere lei al posto del figlio.Bussano alla porta, la donna apre, davanti a lei appare la Morte, la madre trema e con l'indice teso le indica il figlio moribondo nel letto aggiungendo: è lui quello che sta male!
La triste verità che l'età adulta ci consegna è che l'amore dei genitori per i propri figli non è un sentimento scontato.
di Luigi De Rosa

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