Narrativa italiana Romanzi Pimpernel. Una storia d'amore
 

Pimpernel. Una storia d'amore Pimpernel. Una storia d'amore

Pimpernel. Una storia d'amore

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Paul Temple è un giovane scrittore americano in visita a Venezia. Riservato e ambizioso, è in cerca dell'ispirazione per una nuova opera. Venezia è una meraviglia per gli spiriti affamati di bellezza: la laguna, le botteghe degli antiquari, le vetrine con i liuti rinascimentali, le passeggiate nel mercato, tra oche infuriate e tinozze che brulicano di anguille. In uno dei salotti cosmopoliti e artistici della città Mr Temple incontra Miss Annelien Bruins, occhi azzurri e una spolverata di efelidi sulle guance, pare la musa di un preraffaellita. La loro liaison amorosa si dispiega tra canali, dissertazioni sull'arte e persino una seduta spiritica. Ma Annelien ha un segreto, un mistero dal passato che rende lei infelice e il loro un amore impossibile.



Recensione della Redazione QLibri

 
Pimpernel. Una storia d'amore 2020-09-14 10:17:24 Valerio91
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Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    14 Settembre, 2020
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James o Maurensig?

Riguardo a questo racconto occorre fare un'importante premessa, emersa nel mio caso durante la lettura dell'introduzione: "Pimpernel” era in origine una novella di Henry James, ritrovata per caso da Paolo Maurensig il quale, giustamente, ha colto l'occasione per ricomporne le parti perdute e offrirle ai lettori. Quel che è strano è che questa cosa non sia tanto evidente né sbandierata da Einaudi perché, non me ne voglia Maurensig, ma il nome di Henry James e di un suo racconto ritrovato tirano molto di più, per quanto mi riguarda. Che il racconto fosse talmente rovinato - e dunque, pesantemente rimaneggiato - da non potergli assegnare il nome dell'autore statunitense? Molto probabile, ma l'occasione di specificarne l'origine era troppo ghiotta per non poter esser colta. Durante la lettura mi sono chiesto costantemente se stessi leggendo James o Maurensig, e ho trovato pace solo quando ho deciso che non aveva importanza e mi sono concentrato sul racconto in sé.
"Pimpernel” è un bel racconto, che si legge velocemente e con piacere. Si sente molto l'impronta ottocentesca, per fortuna, considerato che l'autore si prende spesso il tempo per fare discettazioni e riflessioni che possono coinvolgere il lettore, in questo caso perlopiù incentrate sulla Bellezza e sull'arte. Alcuni tratti sono piuttosto interessanti e vi spingeranno a soffermarvi un attimo per capire e anche per fare le dovute considerazioni.
“Pimpernel” ruota intorno a una storia d'amore (come suggerisce il sottotitolo), quasi un colpo di fulmine tra un giovane scrittore americano (probabilmente alter ego di Henry James) e una giovane donna, il tutto nella splendida cornice che è Venezia. Agli autori piace vincere facile. La ragazza, di nome Annelien, è un personaggio interessante: certo non la classica figura femminile poco sfaccettata che era molto diffusa nei romanzi di un paio di secoli fa. Questo dà un pò di spessore a una storia d'amore che in fondo non ha nulla di diverso da tante altre, almeno fino a quando il segreto di lei non viene fuori dando al tutto una sfumatura diversa e creando un collegamento anche con la vita privata di Henry James.
Alcune cose e situazioni presentateci nel racconto non hanno, a mio parere, un'evoluzione soddisfacente (ad esempio la storia con lo spretato Damiani, un po’ troncata) e molte cose che potevano essere approfondite restano invece col proprio potenziale inespresso. Un tema che mi è dispiaciuto non vedere approfondito, ad esempio, è quello del conflitto generato nello scrittore quando gli si pone davanti la scelta tra denaro e gloria, tra agiatezza e la necessità dello scrittore "vero" di trasmettere un messaggio, di lasciare un segno.
Nonostante tutto, “Pimpernel "è una lettura piacevole e che consiglio, soprattutto agli esperti di James, cosi che possano capire quanto di lui c'è in questa storia.

“L’umana bellezza rispetto alla bellezza dell’arte era transitoria, mutevole, fallace. Bastava che sul bel nasino di una donna spuntasse un foruncolo perché la sua bellezza ne venisse compromessa. Che dire, poi, dell’inevitabile invecchiamento?”

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