Dettagli Recensione
un bambino che crea mondi
Un titolo curioso, un disegno in copertina emblematico - un bimbo che si protende per prendere una mela appesa ad un filo, ma non riesce ad afferrarla- poche pagine scritte da un giovanissimo autore, un grande successo editoriale. La storia è autobiografica: Giacomo, con leggerezza e a tratti con ironia, racconta l'annuncio e l'attesa di Giovanni, un bimbo definito dai genitori “speciale” che Giacomo scoprirà essere affetto dalla sindrome di Down. Giacomo a cinque anni non vede l'ora di poter giocare con suo fratello come con un super-eroe, ma poi, crescendo, si rende conto che le caratteristiche di Giovanni sono ben lontane dai super-poteri che aveva immaginato.
In questo libro l'autore ci fa entrare nella vita di Gio, simpatico e un po' dispettoso, ci rende partecipi dell'atmosfera allegra e giocosa della sua famiglia, ma soprattutto ci racconta la sua adolescenza fatta di emozioni, aspirazioni, dubbi e paure. Con parole sincere confessa di essersi vergognato di suo fratello, di aver cercato di nasconderlo per proteggerlo e per salvaguardare se stesso dal giudizio degli altri. La svolta si ha quando Giacomo, nel suo percorso di maturazione, inizia a vedere il mondo e le persone attraverso gli occhi di Giovanni e con questo sguardo impara ad avere un nuovo rapporto con la realtà, più libero e più sereno.
“Gio, tra i molti problemi, aveva un talento particolare: sapeva creare una storia diversa con ognuno. Si sarebbe potuto scrivere un libro sul rapporto tra Gio e ogni singola persona che gli gravitava attorno, e sarebbe stata una saga più lunga del Signore degli Anelli. Gio creava mondi. Ognuno di noi camminava con lui lungo una strada personale. E la cosa pazzesca era che riusciva a essere diverso con tutti, ma sempre se stesso.” (p. 123)
Essere sempre se stessi e nello stesso tempo entrare in una relazione profonda con gli altri, fare un pezzo di strada con qualcuno costruendo “storie”, creando “mondi”, cercando di dare un senso a tutto ciò che ci circonda. Trovare, forse, insieme, un modo per raggiungere quella mela appesa ad un filo troppo in alto perché un bimbo, da solo, la possa afferrare.
Il libro di Mazzariol senza alcuna retorica fa riflettere sul rapporto che abbiamo con la diversità, su come scegliamo di affrontare i problemi della vita, su quanto ci facciamo condizionare dalle opinioni degli altri. Il punto di vista di Giacomo è quello di un ragazzo positivo e fiducioso che riesce a trasmettere, attraverso la sua scrittura, un messaggio di speranza e di amore.
“Nella vita ci sono cose che si possono governare, altre che bisogna prendere come vengono. È talmente più grande di noi, la vita. È complessa, ed è misteriosa. [...] – L’unica cosa che si può sempre scegliere è amare – disse. – Amare senza condizioni. (p. 50)