Il bambino che sognava la fine del mondo
Letteratura italiana
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Opinioni inserite: 5
che delusione!
Una specie di monologo o confessione psicologica che francamente mi è risultata un po' stucchevole. Mi pare un libro che sicuramente è stato molto utile e terapeutico per chi l'ha scritto, ma non per chi lo legge.
Trovo inoltre poco rispettosa la libertà di nominare luoghi troppo precisi per essere del tutto casuali: Università di Bergamo alta, professori della suddetta, altri luoghi di Bergamo che io stessa conosco benissimo pur non vivendo là. Avrei preferito che, dato che vuole essere un romanzo, lo fosse davvero, senza miscugli di mezze verità. In sintesi: è un libro che ho letto perchè ne avevo visto l'autore in televisione e mi era sembrato un uomo con un certo spessore psicologico, invece mi ha delusa perchè non mi ha dato alcuno spunto di riflessione che non fosse una certa tristezza per il tema trattato.
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Caldamente sconsigliato
Senz'altro apprezzabile la scelta del tema - la violenza sui bambini, istituzioni e norme etiche, ruolo strumentale dei mass media e psicosi collettiva- peccato che il... saggio? Romanzo? Montaggio parallelo di cronache appartenenti a tempi diversi? Per miei limiti non l'ho capito, non sia nè piacevole nè efficace. C'era bisono di sforzarsi di imbastire una storia così temerariamente complessa e delicata per dire che la paura è l'unica emozione che, trasformata in sentimento, può scuotere e unire i singoli dando vita ad una pseudo collettività non etica?
Il libro non mi è piaciuto,non vedevo l'ora di terminarlo per dare maggiore senso al tempo dedicato alla lettura. Mi lascia alquanto perplessa sapere che abbia quasi vinto il Premio Strega quando, a mio avviso, ha avuto una visibilità che non meritava. Grazie comunque all'autore per i momenti di pura distrazione introspettiva che mi hanno concesso le non interessanti righe, mai come durante questa lettura sono riuscita a divagare tanto... e non,ahimè,su tematiche suggerite dalla storia.
Riciclare il libro per recuperare la spesa? sarei tentata... So comunque che l'autore è molto apprezzato, chissà che tra qualche decennio non decida di dargli un'altra possibilità leggendo qualcos'altro- preso rigorosamente in prestito- meglio non rischiare!
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"Oscurato" più che Scurati
Pomposo, accentratore, auto-referenziale.
Autore di una filosofia spicciola da cui non si lascia coinvolgere e che non coinvolge.
Trama che vaga tra fatti di cronaca accaduti realmente, ma trattati con assoluta indifferenza.
Improbabile arrampicatore dell'olimpo letterario, nonché membro della Giuria del Premio Strega, alla cui partecipazione non avrebbe dovuto avere accesso.
Il libro risulta come un delirio di edonismo onnipresente e vacuo.
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Attuale e coinvolgente
Veramente attuale, durante la lettura si trovano spunti di riflessione interessantissimi sull'epoca in cui viviamo. In particolare mi hanno coinvolto le riflessioni sulla "violenza" e su come i mass media interpretano i fatti.Bella anche la storia: all'inizio del libro c'è scritto che i fatti riportati sono solo fantasie, stento a crederci, sia in merito all'attualità ma anche in merito alla biografia dell'autore.
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Un pò pompato?
Cercherò di essere breve. Ho letto il libro di Scurati abbastanza velocemente. La scrittura è buona ed il romanzo tutto sommato è coinvolgente, a parte qualche descrizione un pò ampollosa nella quale lo scrittore vuole probabilmente dimostrare a qualche sprovveduto quanto è ampio il suo vocabolario. Cosa non ho gradito? L'assenza di pathos, soprattutto nel finale. Vivo in Inghilterra, qui gli scrittori vengono scremati fin dalla scuola. Perdonate lo sfogo, ma è il quinto libro italiano che leggo nell'ultimo anno tra quelli iper-pubblicizzati ed è la quinta volta che mi rimane il dubbio che manchi proprio una selezione accurata da parte degli editori. Il compitino è stato fatto dopo tutto, senza però grandi acuti. Per me non vengono più presi rischi sia da parte degli scrittori (o quelli che rischiano non vengono pubblicati?) che degli editori.