Il primo giorno della mia vita
Letteratura italiana
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manca l'originalità
Un uomo si trova su un ponte e sta per buttarsi giù, quando improvvisamente compare un altro uomo che inizia a incalzarlo domandandogli se è sicuro che stia facendo la cosa giusta, gli chiede 7 giorni per provare a convincerlo a ripensarci, ad un certo punto sembra anche che quest'uomo cammini nel vuoto. Come si fa a dirgli di no? Tentare non nuoce. Così inizia questo libro di Paolo Genovese che prosegue seguendo i 7 giorni seguenti durante i quali l'aspirante suicida e i suoi compagni di viaggio, anche loro aspiranti suicidi, vivranno emozioni molto intense e combatteranno contro i loro demoni interiori. Chissà cosa decideranno di fare alla fine di questo viaggio...
Purtroppo sin dalla prima pagina la trama di questo libro mi ricordava molto un libro di Hornby, "Non buttiamoci giù": anche lì vi erano quattro aspiranti suicidi che si danno del tempo per provare a cambiare idea insieme. E' vero non c'è l'elemento soprannaturale ma l'idea di fondo è più o meno la stessa e quindi mi è sembrato di rileggere qualcosa di già letto.
L'ambientazione sembra una sceneggiatura molto americana, i personaggi, le loro vite, New York da sfondo sembrano proprio pronte per diventare un film (d'altronde l'autore questo fa nella vita).
Nonostante il libro sia leggibile e scorrevole, non sono riuscita a togliermi dalla testa il fatto che questa trama fosse troppo simile all'altro e questo non mi ha convinto.
Indicazioni utili
Cinematografico
Finito pagg. 301 "Il primo giorno della mia vita" di Paolo Genovese.
Più che leggere un libro, è come se avessi visto un film americano, di quelli del genere "Una settimana da Dio".
Si legge velocemente come se, appunto, si vedesse un film con effetti speciali e battute classiche della quotidianità newyorkese.
Ben scritto, fluido, stile cinematografico, moderno.
Una favola sull'unicità di ogni essere, della vita e del tempo; la filosofia moderna che si basa nell'apprezzare le piccole cose, gesti, parole, sensazioni in mondo che va di corsa e che, per assurdo, deve andare di corsa per apprezzarle.
Vivere assaporando gli attimi di felicità fra le macerie dei dolori, delle sconfitte, delle disillusioni, sapendo che la morte non è mai stata in grado di fermare la vita nella sua complessità
Non entrerà negli scaffali della letteratura senza tempo ma un posto nella mensola di una comune libreria se lo merita.