Narrativa italiana Romanzi La miscela segreta di casa Olivares
 

La miscela segreta di casa Olivares La miscela segreta di casa Olivares

La miscela segreta di casa Olivares

Letteratura italiana

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Nel cuore di Palermo, sotto il grande appartamento degli Olivares, batte il cuore di un drago fiammeggiante: è la macchina che tosta dalla mattina alla sera il caffè. È tra le pareti della torrefazione che cresce Genziana, il più bel fiore tra i figli di Roberto Olivares, che ha chiamato come lei la qualità più pregiata di caffè. La vita scorre nell'abbondanza e nella certezza che il futuro non riservi sorprese perché Viola sa prevederlo leggendo i fondi di caffè.



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La miscela segreta di casa Olivares 2023-05-27 15:38:18 cesare giardini
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cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    27 Mag, 2023
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Il caffè di Genziana Olivares

“Il caffè per essere buono deve essere nero come la notte, caldo come l’inferno e dolce come l’amore”, così scriveva il filosofo Michail Bakunin a metà Ottocento, Giuseppina Torregrossa deve averlo rammentato quando si è accinta a scrivere questo piccolo capolavoro sulla palermitana casa Olivares e sulla storia di una famiglia negli anni che vanno dal 1940 al 1951: una storia che ha come centro Orlando, un maestoso macchinario per la torrefazione del caffè, nella capitale siciliana, in Discesa dei Giudici. I sacchi con i preziosi chicchi arrivano dal porto, la torrefazione lavora e produce il miglior caffè di Palermo: merito dei coniugi Roberto e Viola, che fa anche la caffeomante (legge il futuro nei fondi delle tazzine). Hanno cinque figli, due femmine, Genziana e Mimosa, e tre maschi, Ruggero, Raimondo e Rodolfo. Genziana, fiera, tenace, ribelle, è la protagonista. Mentre Ruggero si dedica allo studio, gli altri fratelli collaborano nell’azienda, Mimosa, invece, cresce stentatamente, magrolina, fragile, cardiopatica. Poi c’è la nonna Ortensia, che vigila su tutto, e Giovanni, uomo di fiducia tuttofare. Irrompe un bel giovane, Medoro, che subito fa perdere la testa a Genziana: lei cerca disperatamente una felicità che le sfugge, tralascia il lavoro, rincorre un sogno che non si avvera. La guerra sconvolgerà abitudini consolidate e legami familiari: i maschi si daranno alla latitanza, i primi bombardamenti, la carenza alimentare, la paura allontaneranno i clienti, la torrefazione vivrà momenti difficili e cresceranno i dissapori tra Roberto e Viola. Mimosa non supererà la malattia e morirà, il crollo del rifugio antiaereo durante un’incursione farà molte vittime, tra queste i coniugi Olivares. Ed ecco, finalmente, lo sbarco delle truppe americane: la Sicilia nel 1943 sarà liberata, la vita lentamente riprenderà, la torrefazione grazie all’abnegazione di Giovanni tornerà poco a poco a riprendere la sua attività. Genziana, intanto, è ben determinata: vuole continuare l’opera dei genitori, legge gli appunti del padre, apporta modifiche, crea nuove miscele, trasfonde nel lavoro tutto l’amore per la sua famiglia e la sua terra. Avrà un incontro con una attivista del Partito Comunista arrivata dal Nord, discuteranno di diritti negati, di uguaglianza, di aiuti a chi non ce la fa: Genziana sembra rinata, è un’altra donna, capace di prendere in mano il suo destino, di superare i tristi momenti della guerra e, finalmente, di realizzarsi. Il tempo per l’amore verrà, un giorno, inaspettato … Intanto, l’odore inebriante del caffè di tanti anni prima torna a diffondersi lungo la Discesa dei Giudici, riaccendendo i profumi e la gioia di un tempo che sembrava svanito.
Lo stile della Torregrossa coinvolge subito il lettore: la sua Palermo, le case distrutte dalla guerra, il lamento dei superstiti ti entrano nell’anima, cullata dai frequenti termini dialettali che piano piano fai quasi tuoi, senza accorgerti. L’autrice entra nei personaggi, nei loro pensieri, nei loro sogni: alcuni sono protagonisti di un mondo che va scomparendo, altri sono il germoglio di un’umanità che sta per rifiorire, per riorganizzarsi e tentare di costruire un mondo nuovo meno arcaico e più moderno. Su tutti, Genziana, ragazzina ribelle e scontrosa: per un grande amore non corrisposto è capace, sì, di scatenare una rabbia distruttiva tenuta troppo a freno, ma dopo il rapido passaggio della guerra che ha annientato lavoro e affetti, sa trasformarsi nell’archetipo di una nuova generazione, piena di risorse e di voglia di riscatto.

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La miscela segreta di casa Olivares 2020-05-11 08:23:36 19alessio79
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19alessio79 Opinione inserita da 19alessio79    11 Mag, 2020
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Caffè in centro a Palermo

Un buon libro, ambientato a cavallo della guerra, riguardo la storia della famiglia Olivares e della loro torrefazione.
Si parla di profumi, riccamente inseriti in contesti cittadini a me conosciuti e finemente dettagliati.
Il tutto con un tocco di dialetto messo al punto giusto e un filo di eros tipico dell'autrice.
Il libro si legge in meno di una settimana, ma mi è sembrato senza ne alti ne bassi.

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...o vuole leggere della Palermo prima, durante e dopo la seconda guerra mondiale.
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La miscela segreta di casa Olivares 2018-07-17 13:05:31 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    17 Luglio, 2018
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La magia dell'Orlando

«Si pensa che gli eroi siano i soldati, quelli che si avventurano in pericolose azioni di guerra, ma non è così. Sono eroici gli uomini che rimangono fedeli a loro stessi nelle situazioni estreme, coerenti nella paura, affidabili nelle difficoltà, e che mantengono inalterato il proprio animo» p. 95

Sicilia, Palermo, anni ‘40-‘50. Genziana, poco più che quattordicenne all’inizio della storia, e la sua famiglia vivono in funzione del caffè: la torrefazione del padre e Orlando, la macchina che dà vita alla preziosa miscela, scandiscono la loro quotidianità, il loro presente, il loro futuro e la loro fortuna. La madre, detta anche “principessa” ha inoltre il dono di poter leggere i fondi del medesimo e interpretandoli prognostica perfino il sopraggiungere della guerra.
A prescindere dall’evoluzione della trama che non presenta particolari colpi di scena essendo lineare e intuibile soprattutto per quel che saranno le sorti e il divenire dei protagonisti, l’opera ha una serie di pregi di non poco conto.
Primo tra tutti riesce a descrivere e contestualizzare la realtà italiana prima, durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il lettore rivive ciascuna fase come se si trovasse in Sicilia decenni fa, riascolta le parole del Duce, assapora la mentalità del tempo, ne fa proprie le paure con i bombardamenti, le restrizioni e le carestie, ne assapora il divenire, le illusioni e disillusioni di quelli che saranno gli anni successivi al conflitto, la rinascita, la ricostruzione, il dover imparare a “camminare sulle proprie gambe” ora che si è soli.
Non solo. Ancora l’elaborato fa una perfetta fotografia a quella che era la realtà sociale dell’epoca partendo dal ruolo dell’uomo quale pilastro all’interno della famiglia e padre-padrone, descrivendo ancora la figura della donna non emancipata e radicata nel contesto della vita matrimoniale, familiare e dei “servizi”, nonché, dalla forza esasperante di quei pregiudizi e pettegolezzi ad oggi ancora non debellati.
Terzo di poi, l’evoluzione che la fine della guerra significherà sia da un punto di vista di riedificazione fisica dei luoghi distrutti, dell’economia, della rinascita, ma ance umano: la crescita avverrà anche nei singoli cuori, nelle singole anime di chi è sopravvissuto e deve andare avanti.
Al tutto si somma ancora uno stile narrativo pregiato, talvolta farraginoso e prolisso perché eccessivamente minuzioso, ma al contempo anche tangibile perché avvalorato da espressioni gergali tipiche del luogo che hanno l’effetto di trasportare chi legge nella bella terra descritta e quindi di rendere più veritiere le vicende.
In conclusione “La miscela segreta di casa Olivares” è un buon romanzo, equilibrato e ben costruito che non colpisce tanto per trama, colpi di scena o stile bensì per memoria storica che riesce a rievocare.

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La miscela segreta di casa Olivares 2018-04-02 19:26:28 Virè
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Virè Opinione inserita da Virè    02 Aprile, 2018
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L'odore del caffè

Finalmente ho terminato questo libro, impiegando tempo, ma con piacere. La storia di una famiglia che vive grazie alla torrefazione del caffè, in un piccolo vicolo di Palermo a ridosso della seconda guerra mondiale. L'autrice siciliana ed immagino palermitana, presenta i luoghi di questa città, prima in tutto il suo splendore, poi sofferente per le bombe e la distruzione che gli alleati e gli invasori lasciano dietro di sè. Sembra soffrire anche lei assieme alla città che stenta a rialzarsi e descrivendone le piaghe e i colori, le strade e gli odori sembra farcela attraversare ed esplorare.

Così come descrive il processo di preparazione del caffè fino quasi a farcene sentire l'odore e il sapore... Descrive ma senza stufare, presentandoti ambienti oggetti e persone in profondità, senza risultare ripetitiva, prolissa e alla fine noiosa. Il linguaggio è semplice e scorrevole, le metafore perfettamente impiegate così da riuscire a far vedere al lettore esattamente quello che immagina al momento di scrivere. Non mancano i vocaboli e le espressioni in siciliano, che a parte essere ben chiarite da un dizionario in fondo al libro, sono ben distribuite da non disturbare chi non è in grado di comprenderle, ma utili allo scopo di farti immedesimare ancora meglio nella sua terra. Nulla è lasciato al caso, tutto è dettagliato e curato, come dicevo senza esagerazioni che possono stonare.

La storia va avanti senza guizzi particolari, con un finale a tratti prevedibile, ma non scontato, ma si fa leggere con piacere fino all'ultima pagina e non manca di riservare qualche sorpresa. Si osserva la vita di questa famiglia, dei suoi personaggi , dei vicini e di tanti I personaggi sono ben costruiti anche solo per fare da sfondo alla protagonista che cresce con la guerra e le sue tragedie. Forse tanti aspetti sarebbero potuti essere approfonditi, sicuramente ne sarebbe uscito un romanzo più lungo e complesso, ma non sarebbe stato quello che voleva l'autrice, che si limita a raccontare una storia semplice tuttosommato facendocela vivere senza disturbare, come spettatori coinvolti.

Mi è piaciuto questo ulteriore spaccato d'Italia, del sud, stavolta in piena guerra; sicuramente tornerò ad apprezzare l'autrice.

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La miscela segreta di casa Olivares 2017-09-21 21:43:44 Radici
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Radici Opinione inserita da Radici    21 Settembre, 2017
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Genziana, un chicco di caffè

Borbotta la napoletana, come borbotta Genziana, nella bella Palermo che fugge dalla guerra. È pronto il caffè, ma non la terra che incontra le bombe e la sfigura, non è pronta la famiglia Olivares che si frantuma. La tazza lo accoglie e si scalda, é Genziana con la vita, l'amore è la forza.  Soffia su quella tazza prima di saggiarne il gusto con lo stesso respiro con cui la donna tiene in vita il mondo e ricomincia a girare la ruota. Un libro denso di emozioni, profumi, suoni.

La storia di una famiglia palermitana,dove spicca la giovane Genziana; la storia di un quartiere intero, la nascita, il lavoro, la morte e la forza di andare avanti e vincere. Un libro che si lascia vivere più che leggere, i colori della Sicilia descritti talmente bene che sembra di esserci tra i rioni. Caratteri dei personaggi ben delineati chiari e travolgenti, tutti, nessuno è perso o messo li per caso. Non c'è sbavatura o difetto che regga davanti a questo capolavoro.

Tanto di cappello ala Dr.ssa Giuseppina Torregrossa per la maestria del linguaggio, una grande scrittrice.

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La miscela segreta di casa Olivares 2017-05-17 13:55:24 marika_pasqualini
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marika_pasqualini Opinione inserita da marika_pasqualini    17 Mag, 2017
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Palermo carnale e odorosa

Premetto: sono del nord, per cui ho assorbito a pieno la genenosità delle parole, l'abbondanza di aggettivi e descrizioni, la rotondità dei sentimenti e la spigolosità dei personaggi. Mi è piaciuto infinitamente immergermi nelle vie di Palermo, passeggiare e incontrare Genziana sulla mia via, con quella testa alta e superba, la fragilità del cuore e il passo deciso. L'ho vista guardarsi attorno e annusare l'essenza della vita, quella che ti punge il naso. Ho sentito l'odore delle arance, degli agrumi, della zagara, del caldo e del mare, ma soprattutto del caffè. Come non lo avevo mai sentito prima. L'ho assaggiato con parsimonia, cercando di decifrarne i gusti, scegliendo quello da ricordare un pò più degli altri... Questo è un libro meraviglioso, fatto di odori e profumi prima che di persone. C'è la storia, la nostra grande storia, ma che ognuno pensa sia solo sua. C'è amore, amore d'istinto, passionale, sensuale, non dolce e non giovane. C'è lavoro, mani callose, visi sudati e braccia forti. C'è volonta. Di cambiare, di sperare, di voler cambiare le cose. C'è speranza, nell'amore, nelle amicizie perse, nel rifugio delle braccia altrui. C'è vita. Piena, fantastica, rumorosa, difficile, onesta e bugiarda. C'è la torrefazione e la putìa di Olivares, con i suoi aromi e la punta di diamante chiamata caffè. Quello a cui tutti, davanti a lui, sospirano, vivono, ricordano...e vanno avanti.
Meraviglioso davvero. Scritto egregiamente, non manca nulla. Tutto ciò che ho descritto l'ho sentito davvero. Vorrei andare a Palermo. Ora.

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La miscela segreta di casa Olivares 2014-09-25 16:06:45 Belmi
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Belmi Opinione inserita da Belmi    25 Settembre, 2014
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Per un buon caffè ci vuole l'amore

Voglio iniziare questa recensione ringraziando la Torregrossa, dopo l'ultima pagina ho provato una bella sensazione, mi ha lasciato qualcosa e sicuramente leggerò anche gli altri di lei.

La miscela segreta di casa Olivares è ambientata nella Sicilia degli anni '40 e '50. In particolare siamo a Palermo. La scrittrice è riuscita a rendere viva in me l'immagine della Palermo prima della guerra, durante l'attesa. e dopo quando se ne raccolgono le conseguenze.

Gli Olivares sono una famiglia la cui fortuna è legata al caffè; sono proprietari di una torrefazione, per loro il caffè è un'arte. Tutta la loro vita, presente e futura, ruoterà intorno a questa miscela.

La Terregrossa mette in gioco molti elementi, il ruolo dell'uomo all'interno della famiglia, le donne che non hanno ancora raggiunto un briciolo di emancipazione, i pregiudizi ed i pettegolezzi. Tutto questo condito da tantissime espressioni in siciliano puro (per fortuna in fondo al libro c'è un glossario con le traduzioni, essendo toscana mi sarei persa tantissimi elementi) che rendono la scena ancora più viva.

La ricostruzione del post guerra porterà a Palermo dei nuovi cambiamenti, non solo dal punto di vista edilizio ma anche nel cuore delle persone. Specialmente nelle donne che nel momento del bisogno si rimboccheranno le mani.

Con la sua scrittura ricca di particolari, di profumi (mi ha fatto venire voglia di caffè io che sono un'amante del tè) ha reso vivi le emozioni, il dolore ma anche la passione e l'amore delle persone per la propria città.

Lo consiglio veramente a tutti.

P.s.: non ho messo niente sulla trama perché io l'ho letto non sapendo cosa aspettarmi e me lo sono gustata molto di più.

Buona lettura!!

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La miscela segreta di casa Olivares 2014-06-11 14:24:20 ombraluce
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ombraluce Opinione inserita da ombraluce    11 Giugno, 2014
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forte e gentile come un buon caffè

Questo è uno dei rari libri che, alla fine della storia, lascia nel lettore un senso di buono... di fiducia nel domani e fa nascere un sorriso spontaneo pensando alla forza e alla tenacia che solo le donne sanno tirar fuori nei momenti di maggior difficoltà. Donne come la protagonista del libro, Genziana, isolate, manipolate, a volte in buonafede anche dai parenti stessi, condizionate dall'ambiente e dal modo di pensare di chi le circonda.... confuse anche, a volte, ma mai, proprio mai arrendevoli e rassegnate..... Molto indovinata la scelta di raccontare con voce della protagonista i ricordi del passato e con voce del narratore la storia che si dipana (ah, quante volte crediamo di sapere come stanno le cose, invece non è vero... ci mancava un pezzo...) . Lo stile della Torregrossa,poi, è stato per me una piacevole scoperta: sempre scorrevole ed essenziale, descrizioni che ti fanno sentire persino i profumi delle strade, tratti di caratteri dei personaggi che, alla fine, è come se li conoscessi.... e quel modo di superare tutto, guerra, povertà, contrasti, paure, sempre con determinazione e fiducia nel domani... quel modo di saper andare avanti anche quando la disgrazia più tremenda si abbatte sulla famiglia, ma una famiglia sempre tenuta insieme dal"respiro delle donne", come ama ricordare più volte la scrittrice. Una lettura adatta a tutti, uno dei pochi libri che, oltre al dramma, ci porta verso la continuità della vita; una vita di cui fanno parte anche quelli che ci hanno già lasciato, ma che ci saranno per sempre cari.

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La miscela segreta di casa Olivares 2014-05-27 18:59:59 silvia71
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silvia71 Opinione inserita da silvia71    27 Mag, 2014
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Arance e caffè

E' la Palermo anni Trenta del secolo scorso che fa da sfondo all'ultimo romanzo di Giuseppina Torregrossa.
Una storia che ricostruisce la vita di una famiglia ed in parallelo di una città e di un'epoca, ossia il periodo compreso tra l'avvento del fascismo ed il dopoguerra.
La narrazione dell'autrice, pur non ambendo a raggiungere alte vette stilistiche, tuttavia è pregevole, per la capacità di ricostruire i luoghi e per il potere di inebriare il lettore con una gamma infinita di profumi.
Il caffè con i suoi aromi intensi e fragranti, con le sue varietà robuste e morbide, proveniente da terre lontane e cariche di magia, costituisce trade d'union di un'intera famiglia.
Il caffè sarà testimone muto dell'evolversi degli eventi familiari e storici, compagno fedele dei momenti felici e di quelli tragici.
Vivide le immagini di vita quotidiana tra le mura di casa al ritmo di usi e costumi del tempo, così come le immagini della vita di bottega dove si esercita il mestiere della torrefazione con amore e dedizione, quasi come vocazione.
Al calore del nido familiare l'autrice accosta il gelo ed il dolore della guerra, con le sue ferite indelebili nella carne e nei cuori, una Palermo straziata dalle bombe così come i suoi abitanti.

Il merito della Torregrossa è quello di saper raccontare una storia carica di immagini, di voci, di suoni, di colori, di odori; una galleria di uomini e donne cui è facile affezionarsi, dove si mescola amore, caparbietà, dedizione, abbandono.
E' la storia di una famiglia italiana che visse il periodo tra le due guerre raccontata ai lettori con semplicità, senza tuttavia perdere di vista la sostanza dei protagonisti, col loro fardello di ricordi e di sentimenti.
Una lettura gradevole che apre una finestra sul passato, addentrandosi tra i quartieri della vecchia Palermo, tra aromi di arance e di caffè, tra amori e dolori, tra polvere e sole.

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