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Uomini che restano Uomini che restano

Uomini che restano

Letteratura italiana

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All'inizio non si accorgono nemmeno l'una dell'altra, ognuna rapita dal panorama di Genova, ognuna intenta a scrivere sul cielo limpido pensieri che dentro fanno troppo male. Fosca e Valeria si incontrano per caso nella loro città, sul tetto di un palazzo dove entrambe si sono rifugiate nel tentativo di sfuggire al senso di abbandono che a volte la vita ti consegna a sorpresa, senza chiederti se ti senti pronta.Fosca è scappata da Milano e dalla confessione scioccante con cui suo marito ha messo fine in un istante alla loro lunga storia, una verità che per anni ha taciuto a lei, a tutti, persino a se stesso. Valeria nasconde sotto un caschetto perfetto e un sorriso solare i segni di una malattia che sta affrontando senza il conforto dell'uomo che amava, perché lui non è disposto a condividere con lei anche la cattiva sorte. Quel vuoto le avvicina, ma a unirle più profondamente sarà ben presto un'amicizia vera, di quelle che ti fanno sentire a casa. Perché la stessa vita che senza preavviso ti strappa ciò a cui tieni, non esita a stupirti con tutto il buono che può nascondersi dietro una fine. Ti porta a perderti, per ritrovarti. Ti costringe a dire addio, per concederti una seconda possibilità. Ti libera da chi sa soltanto fuggire, per farti scoprire chi è disposto a tutto pur di restare al tuo fianco: affetti tenaci, nuovi amici e amici di sempre, amori che non fanno promesse a metà.



Recensione della Redazione QLibri

 
Uomini che restano 2018-02-15 14:43:50 Chiara77
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Chiara77 Opinione inserita da Chiara77    15 Febbraio, 2018
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Fosca, Valeria e Genova

Fosca e Valeria: due donne di circa quarant'anni, di Genova; due donne ferite dalla vita, tradite, ingannate dai loro affetti più cari, da chi credevano più vicino. Racconta la storia triste e malinconica di queste due protagoniste il nuovo romanzo di Sara Rattaro, pubblicato nel mese di febbraio 2018.

Si tratta del primo romanzo che leggo di quest'autrice, una lettura che mi ha convinta e coinvolta soltanto a metà.

La narrazione scorre facilmente, lo stile dell'autrice è semplice ed essenziale, la sua prosa fluida si fa leggere velocemente e volentieri. Ho notato tuttavia una certa banalizzazione in alcuni dialoghi, dove si fa un uso sicuramente eccessivo del punto esclamativo.

Le situazioni che vengono raccontate sono molto tristi, le due protagoniste vivono entrambe momenti drammatici e sconfortanti delle loro esistenze. Tali vicissitudini sono narrate in prima persona da Fosca e da Valeria: purtroppo ho riscontrato una focalizzazione interna troppo simile tra le due donne: è vero che sono entrambe quarantenni, genovesi e sfortunate, ma devo ammettere che riuscivo a capire quale delle due stesse raccontando solo dall'intestazione del capitolo.

Sicuramente non è un romanzo sull'amicizia. Leggendo la sinossi mi ero fatta l'idea -sbagliata- che il libro raccontasse la storia dell'amicizia nata fra Fosca e Valeria. In realtà vi si narra del loro incontro e della loro conoscenza, ma non si tratta certo di amicizia, quanto del confronto fra due destini sfortunati e fra due diverse solitudini. Si racconta come Fosca abbia affrontato un momento difficile, e come lo abbia fatto Valeria (nel frattempo le due si sono conosciute).

Non vorrei comunque che chi legge questa recensione si facesse un'idea troppo negativa del romanzo: si tratta di una lettura facile ma non eccessivamente banale. Inoltre vengono affrontate tematiche non certo superficiali come l'abbandono, la malattia, il tradimento, la solitudine e l'amore, che possono far riflettere sulla vita quotidiana di chiunque.

In conclusione, “Uomini che restano” è un romanzo adatto a trascorrere qualche ora immersi in una piacevole lettura senza eccessive pretese.

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Uomini che restano 2021-05-04 07:00:17 barbara.g.76
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barbara.g.76 Opinione inserita da barbara.g.76    04 Mag, 2021
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DUE DONNE, GENOVA IN SOTTOFONDO

Fosca e Valeria si ritrovano per caso sul tetto di un palazzo nel pieno centro di Genova. Entrambe sono alla soglia dei quarant'anni ed entrambe sono state lasciate dai loro compagni; uomini che avrebbero dovuto proteggerle nel momento del bisogno, ma che invece si sono defilati senza tanti problemi.
L'omosessualità a lungo repressa, i tradimenti di una vita coniugale, la grave malattia che colpisce Valeria nel suo essere donna, l'amicizia e la solidarietà nate fra queste due donne, sono alcuni dei temi trattati in questo romanzo.
Sara Rattaro, scrittrice che da sempre ammiro, oltre che far riflettere e commuovere, porta un messaggio di speranza, quella speranza che diventa forza per cambiare il presente avverso e costruire un futuro migliore.
Non da ultimo, un grande omaggio a Genova, città natale della scrittrice e sfondo perfetto per questa storia parallela.

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Uomini che restano 2018-05-12 03:54:59 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    12 Mag, 2018
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Far credere al mondo che ce la farai

Suscitano rabbia gli uomini disegnati da Sara Rattaro in Uomini che restano: incarnano lo stereotipo dell’egoista (il Sergio di Valeria), dell’eterno indeciso e irrisolto (il Lorenzo di Fosca) e hanno i loro antipodi nella perfezione paziente e disponibile del medico Ale e del ragazzo-padre Fabrizio.

In un ping pong narrativo tra Valeria e Fosca, le lacrime e i drammi di due donne abbandonate (“La vita è così crudele da sembrare disegnata apposta, così assurda da diventare ridicola”) si dispiegano tra massime prêt à porter (“Ascoltare gli altri occupa il cervello”) ed effetti speciali (“Non puoi distinguere il cielo dal mare se non ti hanno spiegato che cos’è un orizzonte”) a risolvere il quesito di fondo (“Non ci sono abituata… Agli uomini che restano”) di un sistema androcentrico ove la donna oscilla tra isterismi, debolezze e ribellioni sullo sfondo di dilemmi esistenziali (“Lo facciamo tutti in continuazione. Ammazziamo il tempo. Guardiamo film che non ci interessano, aspettiamo che il sole tramonti, navighiamo su internet alla ricerca del nulla. Poi, un giorno, ci guardiamo allo specchio, i capelli sono ingrigiti, i figli cresciuti e improvvisamente ci piacerebbe riavere indietro tutto il tempo che abbiamo buttato”).

In alcune pagine inquietanti vengono raffigurate la tragedia della malattia (“Far credere al mondo che ce la farai. Ecco che cos’è il cancro”) e le contraddizioni di una città (“Mi chiedo se gli uomini che hanno interrato i fiumi siano gli stessi che oggi… Io sono la Superba. Io sono Genova”), mentre alcune rivelazioni finali recano la conclusione apodittica: “Non esiste una sola verità, ne esistono tante versioni. Dipende da cosa sappiamo, da quello che riusciamo a vedere e da quello che abbiamo voglia di ascoltare”.

Giudizio finale: una lettura piacevole che scorre fluida tra gli stereotipi e le loro negazioni.

Bruno Elpis

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Uomini che restano 2018-03-15 09:14:35 ornella donna
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ornella donna Opinione inserita da ornella donna    15 Marzo, 2018
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Due donne e tanti uomini

Sara Rattaro, dopo aver firmato ottimi libri quali Non volare via, Niente è come te, Splendi più che puoi, L’amore addosso, torna in libreria con Uomini che restano: un libro sui sentimenti, sulla vita e sull’amicizia tra uomini e donne, a volte difficili, altre più gioiose, più libere. Perché:
“se crescere o diventare grandi sono cose difficili, raramente hanno a che fare con l’essere finalmente se stessi.”.
Le due protagoniste al centro del romanzo sono Fosca e Valeria, due donne, due storie. Ognuna con le proprie ferite, con i propri dolori, con il proprio vissuto, poiché spesso:
“è difficile scrostare la superficie della nostra vita per arrivare a guardarci dentro.”.
Le due si incontrano su un’ampia terrazza panoramica di Genova, dove tutto pare una fuga liberatoria, da un peso troppo pesante da sorreggere, ed iniziano un percorso di conoscenza reciproca. Entrambe non sono solite
“agli uomini che restano”,
poiché entrambe hanno storie che le hanno segnate. Fosca è scappata da Milano, dove la confessione del marito di essere omosessuale, innamorato di un certo Riccardo, l’ha travolta e lasciata incapace di agire e soprattutto di comprendere. Valeria è
“una giovane donna bruna, aveva un caschetto perfetto, con una folta frangia che sembrava tagliata con un’accetta, tanto era precisa.”
Lotta tenacemente contro un cancro che vuole annientarla, e lo fa senza appoggio del marito che non ha trovato altro da fare che tradirla e lasciarla per un’altra donna. Ma a volte la vita,
“ti costringe a dire addio, per concederti una seconda possibilità. Ti libera da chi sa soltanto fuggire, per farti scoprire chi è disposto a tutto pur di restare al tuo fianco: affetti tenaci, amici di sempre e nuovi, amori che non fanno promesse a metà.”.
Sara Rattaro, anche in questo libro non si smentisce: un libro sui sentimenti, sulle vite, sulle amicizie, sugli uomini e sulle donne. Ma devo dire che non mi ha convinta del tutto: gli ultimi due romanzi non mi hanno entusiasmato. I personaggi e le loro storie paiono degli stereotipi alle frasi melense tipo Baci Perugina; si percepisce un distacco che non impressiona favorevolmente. Il tutto è un po’ noioso, ed odora di dejà vù. Scusatemi, ma penso che questa autrice sia capace di far meglio. A voi la lettura e il responso ultimo.

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Consigliato a chi ha amato Sara Rattaro e libri come Non volare via o Niente è come te. O per chi ama le storie strappalacrime e melense.
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