La lunga notte La lunga notte

La lunga notte

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Ecco a voi i Plank, una delle famiglie della comunità Amish di Painters Mill, Ohio. Ecco a voi madre, padre, cinque figli: loro la vita è una litania di giorni tutti uguali. Poi, nel corso di una notte, il loro piccolo paradiso va in frantumi. Qualcuno penetra all’interno della fattoria ed è un massacro, uccisi i genitori, lungamente torturate e uccise le ragazze, Mary e Annie, uccisi i bambini. Kate Burkholder, capo della polizia della contea, viene chiamata a dirigere le indagini. Kate in passato è stata una Amish, sa che non possono esserci ombre nella vita delle vittime: eppure, nella vita di Mary Plank qualcosa di oscuro inizia ad emergere, il peso di un segreto che a poco a poco si tinge di orrore.



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La lunga notte 2012-06-13 15:44:33 cesare giardini
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cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    13 Giugno, 2012
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Un thriller con poche emozioni

Il romanzo, composto forse da capitoli troppo lunghi, inizia con una raccapricciante strage in una comunità Amish, nell’Ohio, una enclave contadina per la quale sembra che il tempo non passi mai, fossilizzata com’è in riti e abitudini ancestrali. La strage di un’intera famiglia scuote ovviamente la vita della cittadina, le indagini iniziano, si scava nella vita della comunità, amici e parenti inclusi. L’autrice, che ritorna al genere preferito dopo l’esordio in “Costretta al silenzio”, si immedesima nel ruolo della brava poliziotta che indaga a tutto spiano ma per capitoli interi non cava un ragno dal buco. Non aspettatevi un romanzo alla James Patterson, ove i colpi di scena si susseguono forse in modo troppo teatrale : qui il ritmo è stanco, prolisso, i sospettati si sciolgono ad uno ad uno come neve al sole. Solo una fortuita coincidenza, che si materializza negli ultimi capitoli, condurrà finalmente la brava poliziotta ( anche lei di origine Amish e dalla esistenza tormentata) ad imbastire un’indagine coi fiocchi : il finale è travolgente e sembra compensare il lettore della esasperante monotonia della parte centrale del romanzo. L’autore della strage verrà smascherato ( la poliziotta per poco non ci rimette la pelle).
Il romanzo non è per amanti di thriller forti : si legge però con una certa curiosità, soprattutto per i particolari ambientali.

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" Costretta al silenzio" della medesima Autrice
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La lunga notte 2012-04-27 19:57:33 Pupottina
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    27 Aprile, 2012
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La lunga notte

“Ho visto l’omicidio in ogni sua esecrabile forma. Ma non mi ci abituerò mai.” Pupottina, invece, ne ha letti tanti di thriller emozionanti, ma, al momento, La lunga notte di Linda Castillo le sembra essere il più bello che abbia mai letto, il più emozionante, avvincente, forse anche troppo feroce e violento per essere letto da un’anima, facilmente suggestionabile, come lei. Più volte Pupottina è stata lì lì per abbandonarlo, per farlo diventare uno di quei libri che restano, non terminati, ad affollare uno scaffale, ma poi la storia, anche se crudele, oltre l’umana comprensione, l’aveva già presa troppo per mollare. Esattamente come accade al capo della polizia della contea, Kate Burkholder, l’atroce fine della famiglia Plank, un nucleo di pacifisti Amish, sterminati in una notte sola, diventa il caso più importante da approfondire, finché non verrà data loro giustizia.
Ecco la trama e poi un’altra citazione da questo libro che, se avrete la forza di leggere fino alla fine, non vi deluderà.
Ecco a voi i Plank, una delle famiglie della comunità Amish di Painters Mill, Ohio. Ecco a voi madre, padre, cinque figli: loro la vita è una litania di giorni tutti uguali, il lavoro nei campi, i riti che ne sostanziano la fede, le tradizioni della confraternita cui appartengono da sempre. Poi, nel corso di una notte, il loro piccolo paradiso va in frantumi. Qualcuno penetra all’interno della fattoria ed è un massacro, uccisi i genitori, lungamente torturate e uccise le ragazze, Mary e Annie, uccisi i bambini. Solo il buio chiude il sipario sui passi silenziosi dell’assassino: alle sue spalle, un lago di sangue. Kate Burkholder, capo della polizia della contea, viene chiamata a dirigere le indagini. Ma non ci sono indiziati, nessuna traccia, nessun movente che indichi una pista: il colpevole sembra venuto dal nulla, come un artiglio invisibile e crudele. Kate in passato è stata una Amish, sa che non possono esserci ombre nella vita delle vittime: eppure, nella vita di Mary Plank qualcosa di oscuro inizia ad emergere, il peso di un segreto che a poco a poco si tinge di orrore …
“Queste parole sono talmente orribili e perverse che pronunciarle mi fa male. È fin troppo facile per me immedesimarmi in questa ragazza. Riesco a immaginare il suo panico, il suo terrore con una chiarezza che mi spaventa. Tutto quel che riesco a pensare è: Come può un essere umano fare questo a un altro essere umano? È la parte di me che resta aggrappata all’ombra della mia innocenza a porre la domanda. L’altra parte di me, quella che non sarà mai più innocente, conosce la risposta. Ci sono mostri che vivono fra noi. Persone che apparentemente non sono diverse da me o te, ma alle quali manca una componente fondamentale dell’essere umano: una coscienza. ”
La copertina di La lunga notte è molto bella nei colori ed è simbolica di quello che accade in quella pacifica fattoria, gestita da un gruppo di Amish, e che verrà descritto, lungamente per quasi 100 pagine, senza annoiare, ma sconvolgendo il lettore.
Il titolo originale “Pray for silence” è appropriato alla vicenda. Man mano che la si legge, pagina dopo pagina, sembra sempre più calzante. Anche “La lunga notte”, sebbene diverso dal titolo originale, rende l’idea delle mostruosità che vengono commesse in quella sola notte, per coprire ben altri segreti. Ogni cosa è costruita per depistare, per non essere chiara, per nascondere la verità.
VOTO 10+

*** AVVISO SPOILER ***

Bella anche la scrittrice che con questo volto, così solare e sereno, sembra più adatta a storie di passione ed amore, mentre invece è capace di raccontare i più efferati dei crimini, gestendo bene trama ed intreccio.
I capitoli, tutti piuttosto lunghi, sono scritti in prima persona quando a raccontare è Kate Burkholder, mentre sono in terza persona quando sono gli altri protagonisti. Ci sono anche alcune pagine di diario dove la narrazione è focalizzata sugli ultimi mesi di vita di una delle vittime.
Si parte con 7 vittime ed altre se ne aggiungono, perché qualcuno cerca di occultare una lunga carrellata di segreti, sogni infranti e brutalità commesse.
Alcune cose di questo libro, leggendolo, non le capivo perché erano appena accennate. Mi incuriosivano. Avrei voluto che il libro le approfondisse. Poi ho fatto una ricerca in rete ed ho scoperto che questo è il secondo libro della Castillo. Le cose cui si accenna e che riguardano la vita privata dell’agente Kate Burkholder sono raccontate ed approfondite nel suo primo libro, Costretta al silenzio del 2010 (mi riprometto di cercarlo e leggerlo presto). Il passato di Kate è nel mondo degli Amish, comunità da cui si è allontanata, non proprio volontariamente, in seguito ad uno stupro e all’omicidio per legittima difesa del suo aggressore. Quindi, già il capo della piccola contea è un personaggio pieno di spessore, una figura femminile intensamente sofferta, che non ha chiare le idee sul suo presente e sul suo futuro. Ma è certo che sa fare il suo lavoro, anche se questo caso, forse più degli altri, la sta coinvolgendo, non solo per l’efferatezza degli omicidi, ma perché riguarda la comunità Amish, di cui faceva parte, e lei si identifica con una delle vittime.
La sua vita privata si mescola con l’indagine in tutte le sue fasi. Si parte dal ritrovamento per poi passare all’analisi della scena del crimine. I dettagli rendono intensamente forte e macabre le prime pagine in cui tutto viene approfondito. Anni ed anni di CSI e tutto il resto non preparano a questa scena del crimine! Scoprire la verità su quella notte è l’obiettivo della Burkholder, della Castillo, ma anche del lettore che resta intrappolato in questa serie di capitoli interminabili che, però, stranamente, non annoiano, ma rallentano l’agonia della scoperta di ogni malvagità, racchiusa ed approfonditamente raccontata in queste 400 pagine di romanzo, genere Amish thriller. Il macabro, la morte, la mancanza di coscienza di chi ha commesso la strage sono gli elementi dominanti, insieme all’angoscia e al senso di impotenza, mentre si nota che l’indagine non dà i successi sperati. Niente è immediato. Tutto è lento, ma avvincente allo stesso tempo. I sospettati sono così tanti. Quasi nessuno è escluso. Il colpevole deve essere preso e il lettore ci spera. La brutalità che ha caratterizzato quella notte, quella lunga notte, deve non doversi ripetere mai più.
Lo consiglio a chi adora i thriller ben fatti, con la trama avvincente, la scrittura fluida e piacevole, l’intreccio fatto di colpi di scena costruiti ad arte. Se vi affascina la vita degli Amish, in questo libro avrete modo di scoprire meglio la loro mentalità pacifica.
http://pupottina.blogspot.it/

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La lunga notte 2012-04-16 15:11:15 Sara S.
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Sara S. Opinione inserita da Sara S.    16 Aprile, 2012
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La lunga notte

Ambientato a Painters Mill, una cittadina americana nello stato dell'Ohio, dove un terzo della popolazione è amish, "La lunga notte" è un thriller che fin da subito mi ha incuriosita a causa delle originali tematiche trattate. Fino ad ora non avevo infatti mai letto nulla che avesse a che fare con la comunità degli amish e non avevo idea che ci fossero aree in America dove questa popolazione, originaria della Svizzera del sedicesimo secolo, fosse così diffusa. Come ho appreso dalla lettura del libro, gli amish sono una comunità molto chiusa, che parla addirittura un dialetto tutto loro (chiamato "tedesco della Pennsylvania") e hanno delle regole molto rigide che gli hanno permesso in tutti questi secoli di continuare ad esistere senza mescolarsi al resto della popolazione. Gli amish sono fortemente religiosi, lavorano come artigiani, allevatori e agricoltori, rifiutano ogni tipo di comodità della vita moderna (come ad esempio elettricità e automobili) e sono ritenuti personaggi schivi ma estremamente pacifici. Proprio per quest'ultima loro caratteristica è uno shock per tutta Painters Mill scoprire che la famiglia amish dei Plank, composta da marito, moglie, tre figli e due figlie, è stata brutalmente assassinata durante notte. Ma la cosa peggiore è che le due ragazzine prima di morire sono state anche brutalmente torturate. La polizia brancola nel buio. Quasi impossibile immaginare che l'efferato delitto sia stato compiuto da un altro membro della comunità amish, ma è altrettanto noto che gli amish non amino familiarizzare con persone esterne. Chi può aver nutrito per loro così tanto rancore? Possibile che avessero qualche torto in sospeso con qualcuno? Sarà il capo della polizia Kate Burkholder a condurre le indagini ed emotivamente non le sarà affatto facile, dato che è stata lei stessa amish fino a quando in adolescenza ha deciso di uscire dalla comunità. Questo caso risveglierà nella sua mente tantissimi ricordi della sua infanzia, troverà di avere molto (troppo) in comune con Mary (una delle due ragazzine uccise) e dovrà affrontare dolorosamente i suoi fantasmi del passato. Il suo desiderio di scoprire l'assassino si trasformerà per lei quasi in una missione personale e la voglia di vendicare Mary sarà così forte da farla agire in più frangenti con troppa impulsività.
Questo libro è il secondo di una trilogia, che ha appunto per soggetto le famiglie Amish. Io non ho letto il primo (intitolato: "Costretta al silenzio") ma devo dire che "La lunga notte" è una storia autoconclusiva e le allusioni al precedente volume sono poche. Si può quindi tranquillamente leggere questo senza avere letto il precedente, anche se, per come sono fatta io che amo il rigore dell'ordine cronologico, può leggermente dare fastidio; infatti mi sono ripromessa di acquistarlo e leggerlo al più presto.
Sono però davvero contenta di avere seguito l'istinto ed essermi buttata a capofitto nella lettura senza avere indugiato sull'ordine cronologico, perché questa storia mi ha particolarmente appassionata ed è stata anche piuttosto interessante e istruttiva considerate le descrizioni sulla vita degli amish, argomento che prima ignoravo. Dal punto di vista del thriller è un romanzo perfettamente riuscito, perché la storia è intrisa di mistero e il bandolo della matassa sarà particolarmente difficile da sbrogliare. Il lettore potrà fare affidamento su una trama davvero ben costruita, che svelerà a poco a poco nuovi dettagli, mantenendo sempre alta la sua attenzione e posizionando colpi di scena che fanno trasalire. L'autrice scrive bene, ha uno stile scorrevole e mai banale, che non risparmia le scene cruente, le descrizioni shock e un linguaggio piuttosto colorito durante i dialoghi tra poliziotti. Questa caratteristica è abbastanza comune in questo genere di romanzi e, anche se solitamente non amo le parolacce, non ne sono rimasta affatto sorpresa, sarebbe anzi stato stonato il contrario. Ne risulta una lettura estremamente intensa e talmente vivida che l'impressione è quella di assistere ad un film di altissimo livello, con un finale spiazzante ed impossibile da intuire a priori.
"La lunga notte" è in un romanzo avvincente, difficilissimo da abbandonare una volta cominciato. Lo consiglio a tutti coloro che amano i thriller adrenalinici, capaci di inchiodare il respiro e far vivere delle forti emozioni.

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