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Sotto la cenere

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Due ragazzi ritrovati morti nelle acque di Stoccolma. Un detective sull'orlo di una crisi di nervi. E una casa isolata, che nasconde le verità più sinistre. Un'agghiacciante storia di narcisismo, malattia mentale ed esistenze spezzate; che conferma, e rilancia, la maestria di Camilla Grebe nel tenere alta la tensione. Samuel Stenberg ha diciotto anni, vive con la madre, non ha un lavoro fisso e per una combinazione di ingenuità e pigrizia si ritrova coinvolto in un affare di droga andato storto. Senza un posto in cui andare e con i criminali e la polizia sulle sue tracce, Samuel ha un disperato bisogno di sparire. Finisce così in una tranquilla cittadina nei pressi di Stoccolma, dove inizia a lavorare come assistente personale del figlio disabile di una famiglia benestante. Il padre non c'è mai e la madre, Rakel, una donna molto attraente, sembra averlo preso in simpatia. Ma ben presto nella vecchia casa iniziano a succedere cose strane e pochi giorni dopo il corpo di Samuel riemerge dalle acque di un'isola dell'arcipelago. A occuparsi del caso vengono chiamati Manfred Olsson, ancora scosso dal terribile incidente che ha ridotto la figlia in fin di vita, e la sua collega Malin. Ma quando un altro corpo affiora dall'acqua l'indagine si fa ancora più torbida e Manfred non ha altra scelta che rivolgersi alla criminologa Hanne LagerlindSchön. Una formidabile triplice narrazione che mescola false piste, intrighi complessi e colpi di scena, e allo stesso tempo un'affascinante riflessione sulla fragilità dell'adolescenza e dell'essere genitori.



Recensione della Redazione QLibri

 
Sotto la cenere 2021-04-23 12:09:46 C.U.B.
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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    23 Aprile, 2021
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drogàti

“Ma il leone è apparso ancora…”

Samuel ha diciotto anni, vive con la madre – la donna più pia e retta che io conosca- e ha deciso che non ha senso lavorare molto per guadagnare poco, quando spacciando droga si può ottenere molto lavorando poco. Samuel eccelleva in matematica, prima di abbandonare la scuola.

“…tenendo tra le fauci enormi…”

Manfred è un poliziotto del dipartimento di Stoccolma, padre non più giovane di una bimba piccina.
Una manina sporca di burro impedisce la presa. Dopo la luce, arriva il buio.

“…una candida colomba immacolata.”

Pernilla è l’agnello, pura e algida ha sempre chinato il capo e accettato il suo destino di privazioni. Ma una madre quanta forza può stanare in se stessa per sfuggire il proprio figlio alla morte? L’agnello e il leone.

Samuel, Manfred e Pernilla sono le voci narranti che si intrecciano scandendo le sorti delle vittime e dei carnefici che brulicano sotto la cenere di un mondo che si muove in remoto.

Interessante scoperta Camilla Grebe, di cui approfondirò la bibliografia, questo suo lavoro si legge d’un fiato, trattando tre filoni principali che rivendicano il ruolo protagonista.
Ovviamente si tratta di un thriller, un buon thriller con qualche ciocca di capelli tirata un po' troppo forte, ma che si perdona senza indugio. Poco poliziesco e poco scientifico, il livello di suspense è eccellente e sebbene non sia sferzato da una tempesta di colpi di scena, quelli che incontriamo sono sublimi.
L’autrice propone un romanzo che pure si focalizza molto sui rapporti umani nelle famiglie coinvolte, invitando il lettore amabilmente nelle vicende di questa gente.
Infine, come fosse un video in loop, è una ricorrente denuncia sulle oscene dipendenze funzionali della società moderna e sul narcisismo cronico che ha appestato gran parte di noialtri, popolo dei selfie e dei like sui social.
Un bel thriller, non il solito thriller.

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