Narrativa straniera Romanzi L'inconfondibile tristezza della torta al limone
 

L'inconfondibile tristezza della torta al limone L'inconfondibile tristezza della torta al limone

L'inconfondibile tristezza della torta al limone

Letteratura straniera

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Alla vigilia del suo nono compleanno, la timida Rose Edelstein scopre improvvisamente di avere uno strano dono: ogni volta che mangia qualcosa, il sapore che sente è quello delle emozioni provate da chi l'ha preparato, mentre lo preparava. I dolci della pasticceria dietro casa hanno un retrogusto di rabbia, il cibo della mensa scolastica sa di noia e frustrazione; ma il peggio è che le torte preparate da sua madre, una donna allegra ed energica, acquistano prima un terrificante sapore di angoscia e disperazione, e poi di senso di colpa. Rose si troverà così costretta a confrontarsi con la vita segreta della sua famiglia apparentemente normale, e con il passare degli anni scoprirà che anche il padre e il fratello - e forse, in fondo, ciascuno di noi - hanno doni misteriosi con cui affrontare il mondo.



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L'inconfondibile tristezza della torta al limone 2016-08-11 10:34:28 AsiaD
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AsiaD Opinione inserita da AsiaD    11 Agosto, 2016
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UNA STORIA VISIONARIA

Di chiaro filone visionario, questo libro mi ha lasciato direi interdetta. Narra della strambalata storia di questa famiglia americana in cui la figlia Rose, protagonista, ha un dono speciale che è quello di riuscire ad “assaggiare” le sensazioni ed emozioni delle persone che cucinano i cibi che lei mangia, ma non solo, perchè nel corso della storia questa sua chiamiamola “dote” ha una escalation che la porta a capire da un solo assaggio esattamente la provenienza di tutti gli ingredienti e la loro storia.
Già solo questo avrebbe fatto del libro una storia a sufficienza visionaria, se non fosse che si scoprono man mano “doni” degli altri componenti familiari, che sembrano essere personaggi secondari ma che in realtà fanno diventare il libro quasi una saga familiare surreale.
Credo che l’autrice nello scorrere della storia abbia perso un po’ il filo di quello che era il suo messaggio, perdendosi in storie nella storia senza poi andare a fondo in nessuna di esse. Infatti, finisco il libro con tantissime domande, e a parte spiegazioni introvabili credo su alcuni eventi che accadono, la domanda principale che mi sorge spontanea è “Qual è il messaggio di questa storia?”.
Se la vogliamo vedere solo come una storia visionaria appunto, ha un bell’inizio che ti accompagna all’interno del personaggio ma poi non ha il carattere giusto per portarti fino alla fine, è come se l’autrice ad un certo punto ti lasciasse la mano.
E’ stata comunque una lettura scorrevole, particolare direi, una buona scrittura, ha uno stile fresco e piacevole; forse dovrei ritentare con un altro suo scritto.

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L'inconfondibile tristezza della torta al limone 2015-12-07 10:40:55 Paolo70
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Paolo70 Opinione inserita da Paolo70    07 Dicembre, 2015
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Una famiglia incredibile per un romanzo credibile

Spinto dal suggerimento di un'amica e da un titolo accattivante, mi sono inoltrato nella lettura di questo romanzo davvero molto particolare.

Una famiglia americana nel racconto di una bambina che crescendo impara a convivere con un dono tanto speciale quanto doloroso: sentire, percepire i sentimenti di chi ha cucinato la pietanza che ingerisce... La bambina diventa ragazza e, progressivamente, il mistero di questo dono si infittisce nella scoperta che tutta la sua famiglia è dotata di poteri "sui generis". E, spesso, non è un bel vivere...

Anche la narrazione, come la trama, non è decisamente "tradizionale": poca punteggiatura che, anche nei dialoghi, è praticamente assente. La storia si sviluppa nel racconto psicologico della protagonista. All'inizio, si fa un pò fatica. Ma presto, diventa un punto di forza del racconto.

Se cercate un romanzo originale, se accettate di avere a che fare con il sovrannaturale, se non vi infastidiscono le opere che miscelano vari generi, se non vi lamentate quando un romanzo rimane aperto con i classici tre punti di sospensione, se vi piace cercare di trarre una propria conclusione ad una storia, questo libro fa per voi.

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L'inconfondibile tristezza della torta al limone 2013-06-03 10:31:51 Civetta delle Nevi
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Civetta delle Nevi Opinione inserita da Civetta delle Nevi    03 Giugno, 2013
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Scorrevole fino a metà .... poi che fatica

Incuriosita dal titolo allegro ..... ma per me è stato difficile finirlo. L ho iniziato per spezzare una lettura impegnativa che ho in corso, credendo di trovare quest'opera divertente. La protagonista è Rose, una bimba di nove anni, e la sua tradizionalissima famiglia americana ..... noiosa. Qualche stereotipo, qualche punto fantasioso ... scorrevole fino a metà, poi interminabile.
Rose si accorge di avere un dono e di percepire attraverso il cibo le emozioni/fatiche/sentimenti/impressioni/drammi e chi piu ne ha piu ne metta, di tutto il cibo con cui viene in contatto. Queste sensazioni sono cosi forti che spesso la travolgono e le creano problemi. Difficile per una bimba capire e dare un nome a questa "malattia". Il libro si sviluppa su questo e sui personaggi della famiglia, in particolare il fratello, anche lui dotato di una bizzarra caratteristica come Rose. Intrigata la trama al punto che per capire il finale ho dovuto rileggerne un paio di pagine.
Trama curiosa per chi si sente coinvolto dall'argomento cucina oggi molto di moda.
Chiaramente la mia è solo un'opinione personale, forse contaminata da libri che mi sono piaciuti molto di più.

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Consigliato a chi ha letto...
Siccome non ci sono alternative tra il SI e il NO ho scelto il si perchè leggere per me è SI sempre, quantomeno iniziare ..... poi ognuno sceglie se concludere. Consigliato a chi ama il genere romanzo/famigliare/culinario ..... tipo chocolat .... ma è comunque difficile fare paragoni con altri libri
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L'inconfondibile tristezza della torta al limone 2012-11-16 10:04:11 phoebe1976
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    16 Novembre, 2012
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Il sapore della noia trasferito in una ciambella a

Vorrei fosse possibile dare un voto separato alle due parti di questo romanzo di Aimee Bender. Assolutamente cinque stelle per la prima parte, feroce satira della famiglia borghese americana media, con la sognante ed interessante metafora della protagonista bambina che riesce a sentire l'umore e lo stato d'animo delle persone trasportato nel cibo che preparano. delicato, interessante, affascinante e graffiante.
La seconda parte del libro, invece, merita a stento una stella: la Bender si perde completamente in un punto indefinito tra il surreale e il noioso, in un labirinto di sottesi complicati che culmina nella trasformazione del fratello della protagonista in una sedia. In una sedia. S-e-d-i-a. Mmm...
Ecco, forse non sarò abbastanz aintelligente o colta, ma io questa cara Aimee non l'ho proprio capita. non solo, non mi è piaciuto nemmeno il senso di irrisolto che pervade il finale.
Il tutto mi ha dato l'idea di un'ottima idea che finisce sprecata in un mare di noia.
Peccato.

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L'inconfondibile tristezza della torta al limone 2012-07-28 19:18:52 Ehrnaider
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Ehrnaider Opinione inserita da Ehrnaider    28 Luglio, 2012
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L'inconfondibile tristezza della torta al limone

Un libro che ho conosciuto per caso: già dal titolo mi intrigava molto e mi ero fatto delle aspettative altissime, e credo proprio che siano state quasi tutte soddisfatte!
Già dalla trama il libro colpisce molto: presenta ottime idee che, se sviluppate bene, potrebbero diventare una storia imprevedibile. Appena lo si inizia, il lettore veste i panni della protagonista Rose e si è completamenti catapultati dentro il libro: l'avventura scorre molto velocemente senza mai annoiare il lettore. Il libro è scritto bene, con buone descrizioni sui sentimenti presenti nei cibi che mangia Rose: infatti anche al lettore sembra di sentire queste emozioni!
Per capirlo bisogna leggerlo tutto, fino in fondo ed arrivare ad un finale "a sorpresa" e in un certo senso "aperto". Molto bello anche il fatto che Rose riesce a scoprire segreti riguardanti la sua famiglia grazie proprio al cibo e ai suoi sentimenti: infatti durante la lettura ci troveremo davanti alcune "sorprese". Un libro che consiglio di leggere, molto bello!

Alcune citazioni:
"Quindi ogni cibo ha un sentimento, riassunse George quando provai a spiegargli del rancore acido nella gelatina di uva. Mi sa di sì, dissi. Un sacco di sentimenti, precisai."

"Rimanemmo li insieme per un po'. Il suo respiro profondo e misurato, che beveva l'aria a lente sorsate"

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L'inconfondibile tristezza della torta al limone 2012-03-27 08:15:09 Yoshi
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Yoshi Opinione inserita da Yoshi    27 Marzo, 2012
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MI HA LASCIATA BASITA! Scusate per il commento tro

Premetto una cosa: ho preso questo libro perchè mi avevano detto che era una scrittrice ironica e leggera. e se cercate questo: non è il libro per voi!

E' praticamente la storia moderna di un nucleo famigliare di persone sole e senza dialogo.
Questa bambina, sola e incompresa. Nessuno che le crede nel suo "potere" o che le presta le dovute attenzioni e il giusto amore.
Il fratello, solitario e incompreso anche lui solo ad affrontare il suo disagio.
La madre anch'essa sola e lasciata a se stessa che per non pensare si butta a capofitto nell'artigianato, che però dimentica anche lei di pensare realmente ai figli e forse per uscire dalla pesantezza della situazione si crea una vita parallela. Come biasimarla.
Il padre, anche lui solitario e solo a se stesso, anche lui col suo disagio che praticamente non c'è neanche.
Tutte queste persone insieme creano una sorte di nostalgica e triste famiglia mancata che a causa di queste "sensibilità spiccate" ereditate dal nonno non permettono di vivere come una comune famiglia.
Mi ha creato una vera e palpabile angoscia e tristezza.
Ed ecco spiegato Il mio voto Piacevolezza: 2.
La scrittura è scorrevole e lo stile della Bender mi piace moltissimo.
Ti porta a stare attaccato fino all'ultima pagina, l'ho letto in 4 giorni solo perchè dovevo fare altre cose sennò lo avrei finito in due. Ed ecco spiegati gli altri due voti.
Lo consiglio a chi vuole leggere una storia particolare, tra il surreale e per nulla banale.
Io forse, se avessi saputo prima che era così "sentimentalmente pesante" non lo avrei neanche guardato.

Mi ha fatto anche riflettere che, nella normalità della vita, siamo tutti a disagio per qualcosa e spesso ci limitiamo con le persone, indistintamente dal fatto che le amiamo o meno, per paura di essere giudicati e non essere realmente compresi.
Non che non lo sapessi, ma questo libro te lo spiattella nudo e crudo.
Mi ha spaventato capire che dietro alla facciata felice e spensierata delle persone in realtà ci sono dei demoni giganteschi.
A volte immotivati, come la paura di essere giudicati dalle persone.
A quelli motivati come, mi viene in mente, i problemi col cibo.
Ognuno di noi ha il suo lato oscuro ma ho anche capito con questo libro che è bello avere qualcuno che ti ama o che tu ami (dalla famiglia agli animali) con cui condividerli, perchè da soli è terribile e si finisce per auto distruggersi.
E' un libro che va a interpretazione e lascia moltissimi punti di domanda cui, ovviamente dovrà rispondere il lettore a seconda del suo stato d'animo e interpretativo.

SPOILER NON LEGGETE SE NON LO AVETE ANCORA LETTO MA VORRESTE FARLO!

Non ha lieto fine per nessuno dei personaggi.
Credo che questo libro vada a interpretazione e secondo me quello che ha scritto la ragazza prima di me, cioè che il fratello è autistico, non è possibile.
Non che il suo pensiero sia sbagliato, l'ho pensato anche io all'inizio, ma in realtà lui aveva un dono.
La sorellina sentiva gli stati d'animo delle persone che cucinavano le pietanze che lei assaggiava.
Il nonno sentiva gli odori delle persone e per quello girava con un fazzoletto sempre sul naso.
Il padre, non lo dice apertamente, dice solo che aveva un potere speciale che avrebbe cambiato tante persone, un dono positivo ed era per quello che non entrava negli ospedali.
Per me lui, seguendo il filone dei familiari, poteva assorbire le malattie delle persone.
E così il figlio. Joseph, sempre a mia interpretazione perchè non lo definisce, può anche lui assorbire le malattie e gli stati d'animo delle persone ed è per questo che lui scompariva.
Per sopperire a questo suo potere che lo ha portato ad autodistruggersi.
E ovviamente, anche lui aveva capito che la madre fin da quando loro erano piccola tradiva il padre. Per quello lui voleva rimanere sempre solo e non usciva mai.
E' solo così che posso spiegare le sue sparizioni, forse per andare a prendere da mangiare lui perdeva completamente il senso del tempo ed era oper quello che tornava disidratato e privo di energie.
L'ultima frase dice: "...era così diversa dalla scelta di una sedia pieghevole, se non per il fatto che la mia scelta mi permetteva di rimanere anel mondo e la sua no?"
Con questa frase mi ha creato angoscia, sapendo che suo fratello è morto da solo e senza essere realmente capito da chi lo amava. Non c'è lieto fine. Mi ha lasciata basita.

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L'inconfondibile tristezza della torta al limone 2012-03-24 21:41:52 BellaDentro
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BellaDentro Opinione inserita da BellaDentro    24 Marzo, 2012
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Senza infamia e senza lode.

Questa è l'unica espressione che mi viene in mente se dovessi riassumere questo libro in poche parole. Forse l'autrice ha dimenticato di aggiungere un pizzico di sale nella famigerata torta al limone, il risultato infatti è piuttosto insipido, non brutto, ma nemmeno bello da lasciare il segno.
La trama è comunque molto interessante: Rose è una ragazzina normale che alla vigila del nono compleanno si accorge di potere sentire i sentimenti e gli stati d'animo delle persone quando ingerisce il cibo da loro preparato. Riesce così a "sentire" ad esempio la rabbia del pasticcere del negozio di biscotti, oppure la depressione della compagna di scuola, ma soprattutto riesce a percepire la profonda tristezza della madre, una donna apparentemente solare e forte, ma sposata con un uomo distratto e assente.
I presupposti per una bella fiaba moderna ci sono tutti, ma dopo le premesse iniziali, che ci parlano della reazione di Rose alla scoperta del suo dono, il libro vira decisamente ( e quasi esclusivamente ) sulla vita di questa famiglia non troppo ordinaria. Conosciamo quindi la madre, una donna tormentata ma che ama comunque la propria famiglia, malgrado tutto; il padre, un uomo buono ma apatico, il fratello maggiore di Rose, Joseph, forse la figura più controversa del romanzo; non si capisce infatti se sia geniale o affetto da una grave forma di autismo, io propendo per la seconda ipotesi, anche se, a quanto pare, la scrittrice ha volutamente lasciato il dubbio ( per me un ragazzo che si fa trovare per terra con la faccia riversa sulla moquette e sta li per ore senza un apparente motivo, oppure una persona che incastra i pantaloni nelle gambe della sedia per restare seduto per ore davanti il computer senza mangiare e bere, non è poi così normale ). Verso la fine la storia torna nuovamente sulle capacità di Rose, ma queste pagine non fanno altro che farti intuire come sarà il finale, e, visto che a quel punto mancano ancora circa ottanta pagine da leggere, diventa tutto improvvisamente più pesante.
Malgrado tutto assegno comunque tre stelle per categoria, non è un brutto romanzo, ma mi sa di occasione mancata ed è un vero peccato.

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