Poesia Poesia italiana Nella casa del sole
 

Nella casa del sole Nella casa del sole

Nella casa del sole

Letteratura italiana

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Il corpo principale della poesia di Marisa Attolini rappresenta soprattutto un atto di contrizione. Marisa esorcizza un sentimento di colpa, determinato dalla sua protratta difficoltà d’identificazione con la figura materna. Mamma, dice la bambina cresciuta ma sempre figlia e quindi bambina, io sono oramai come te, ho imparato e ti sono vicina. Marisa scrive e Marisa è la madre: le attese nella casa del sole, i fiori lungamente osservati nel giardino in attesa di germogliare, una strana attitudine all’amore piuttosto vagheggiato che agito. Ma: “ora che il sonno ti appartiene”. La meravigliosa madre vagheggiata ha un’evidenza lugubre, una figura goyesca perché ammantata di nero. Marisa esorcizza la colpa (il non essersi identificata), identificandosi.



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Nella casa del sole 2009-05-18 18:52:55 Renzo Montagnoli
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Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    18 Mag, 2009
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Una presa di coscienza

Dedicata alla madre scomparsa, questa silloge è un percorso esistenziale dell’autrice volto alla metabolizzazione di un evento quale la morte, che impedisce alle persone che restano un completamento del rapporto con l’estinto.

E’ una fase consciamente o inconsciamente sempre presente e procede necessariamente per gradi, arrivando poi all’identificazione con il defunto e infine nel ritrovamento di se stessi.

Si tratta di una catarsi vera e propria, una presa di coscienza dell’ineluttabilità del fatto, da cui sempre si esce con un ricordo della persona amata accompagnato da malinconia, e non più dal dolore.

Non vuol dire solo che “la vita continua”, ma che ora si procede da sé, pur insieme alla memoria. Chi non c’è più non verrà cancellato, non sarà dimenticato, ma si penserà a lui con un affetto soffuso.

Le poesie di Marisa Attolini sono stralci di memoria, piccole carezze dell’anima che non possono lasciare indifferente il lettore. La presenza, pressoché costante, della natura aiuta questa trasformazione dello stato emotivo, smussa gli eccessi, inquadra il tutto nel supremo ordine naturale delle cose e conferisce alle liriche una grazia del tutto particolare ( Il picchio scandiva le ore / del tempo sull’ippocastano / fiorito e il bosco stormiva / all’aria leggera e cantava / il profumo di giorni sereni /…).

Senza che possano essere definite in senso stretto bucoliche, tuttavia l’ambiente è quello della vita a contatto con la natura ( Correva la carraia / verso le zolle arate / dalla mano solerte / dei tuoi padri e / …..- oppure - Il pettirosso è ritornato / dondola sul tenero ramo / del gelsomino addormentato /…).

Così, con gradualità si compie il percorso e si arriva al termine ( La luce del buio / rischiara il cammino / sui sentieri dell’anima / guida il mio passo e / ti rivedo raccolta / nella grotta della vita / ricomporre il tuo presente / rammendare le parole / che l’amore intriso / perpetuo canti musica / e riposo al cuore / dei tuoi figli miei / e futuri Mamma / che tu sei e vivi / nell’eternità della vita).

La lettura è sicuramente consigliata.

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