Dettagli Recensione

 
Nevada connection
 
Nevada connection 2018-01-12 12:12:28 Giovannino
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Giovannino Opinione inserita da Giovannino    12 Gennaio, 2018
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Buono ma non il miglior Winslow.

Premesso che amo Don Winslow come scrittore e che lo reputo uno dei migliori nel suo genere, devo dire che in questo romanzo, pur essendo un ottimo libro, non è stato all’altezza delle sue capacità. Ma andiamo per ordine, iniziamo a parlare del romanzo e della trama.
Il romanzo ha come protagonista Neal Carey, investigatore privato duro e puro che ama le donne, non rispetta le regole e non disdegna fare a pugni. Insomma un personaggio molto vicino al genere hard boiled. Il nostro protagonista, che è già al terzo romanzo dell’autore americano, questa volta si torva a dover riportare indietro dalla mamma un bambino rapito dal padre. Il padre, adepto di una setta di bianchi razzisti e antisemiti, è fuggito a Austin, un paesino del Nevada dove ancora si vive di allevamento e campagna.
Come al solito l’arrivo nel paesino sperduto non sarà semplice, solo l’aiuto del vecchio Steve e della sua famiglia riusciranno prima a rimetterlo in sesto dopo aver subito una rapina e poi a fargli fare conoscenza con le persone che contano nel villaggio. Tra questi Bob Hansen, vecchio imprenditore locale dal passato poco chiaro e con un esercito di scagnozzi pronti ad uccidere. Sempre logicamente il vecchio Bob fa parte del clan di suprematisti che Neal stava cercando e quindi parte tutto il piano: prima cercare di diventare amico del clan per avere notizie, poi sgominarlo.
In queste quasi 400 pagine non mancherà l’azione e lo stile di Don Winslow è sempre eccitante e coinvolgente, veniamo però ai punti che mi hanno convinto meno e cioè la prevedibilità. A parte il fatto che questa storia l’avevo letta quasi uguale anni fa su Il mambo degli orsi di J.R. Lansdale, solo che in quel romanzo la persona rapita era la ex fidanzata di uno dei due, ma per il resto molte cose tornano ed anche in maniera abbastanza identica: il paesino sperduto, il clan razzista, il cattivo principale che è un prete, etc etc. Ma oltre a questo molti passaggi risultano scontati e forzati, e già da metà libro si capisce chi è chi e come andrà a finire. Senza contare il finale in cui, in maniera molto cinematografica, i nostri eroi la fanno franca….
Insomma sicuramente un bel romanzo e che si legge volentieri ma di Winslow consiglieri ben altro.

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