Dettagli Recensione
Foto in bianco e nero
Immergersi nella lettura di Canale Mussolini, significa partire per un viaggio attraverso la storia recente del nostro paese, più precisamente i primi cinquant'anni del Novecento; sicuramente un periodo difficile a causa dell'arretratezza economica e delle due guerre che lo segnarono, di cui si sono scritti oramai fiumi di pagine.
Pennacchi sceglie di raccontarci questo momento italiano, analizzandolo dal punto di vista di una famiglia contadina, legata alla terra da un legame viscerale e indissolubile, gente che conosce solo fatica, sudore e sacrificio, pronta a rimboccarsi le maniche e a non cedere mai, neppure nei momenti più disperati. Pagina dopo pagina prende forma e colore l'affresco di una Italia genuina e forte, il cuore pulsante dell'economia agricola dell'epoca.
Le vicende personali della numerosissima famiglia Peruzzi si intrecciano con le vicissitudini politiche italiane, dando vita ad un lavoro di eccezionale valore, sia a livello storico sia a livello socio-antropologico.
Pennacchi partorisce un romanzo talmente corposo, ben congegnato, approfondito sul piano documentaristico, ma al tempo stesso ricco di pathos ed estremamente realistico, che risulta difficile poterlo classificare; l'unica definizione che sembra adattarsi meglio, è quella di epopea.
Una epopea straordinaria, che riporta alla luce la vita, quella vera, vissuta da tante famiglie italiane nel secolo scorso, quando la miseria dilagava e nelle campagne si lottava per riuscire ad ottenere un pezzo di terra da coltivare, non tanto per trarci un profitto, ma per sfamare tutte le bocche di casa. La ricostruzione della migrazione dei contadini del nord Italia, verso le paludi pontine in seguito al progetto di bonifica, è riuscita ottimamente all'autore, regalandoci uno spaccato di storia poco conosciuto e ricordandoci l'impegno profuso da migliaia di persone, giunte sin lì col miraggio di una feconda terra promessa, trovatesi invece ad insediare una delle zone più inospitali d'Italia.
Una lettura così vivida che sembra di scorrere un album di fotografie in bianco e nero; figure di uomini e donne di rara bellezza e profondità, colti con una naturalezza disarmante, durante tutti i momenti della giornata e dell'esistenza ; sorridenti o angosciati, fiduciosi o avviliti, vincitori o sopraffatti, insomma estremamente “veri” e traboccanti di umanità.
Azzeccata e consona al tipo di romanzo, la scelta linguistica di Pennacchi; egli intesse le sue pagine di continui riferimenti dialettali e gergali, perché solo in questo modo i suoi personaggi si animano e catapultano chi legge in un' altra dimensione, indietro nel tempo, come è giusto che sia.
Una lettura da affrontare con impegno, ma che al termine del cammino concede al pubblico la sensazione di essersi arricchito della conoscenza di un mondo oramai distante, che merita di rimanere immortalato nella memoria collettiva.
Indicazioni utili
Commenti
6 risultati - visualizzati 1 - 6 |
Ordina
|
ho cercato di estrapolare qualche nuovo spunto rispetto alle precedenti recensioni....
però tu, ci sei riuscita molto bene, senza nulla togliere alle precedenti opinioni!!!
smack;)))
E dire che io l'avevo escluso a priori...forse il titolo che mi indispone :)
sicuramente è una lettura impegnativa, ma merita....
6 risultati - visualizzati 1 - 6 |
ottima Silvia, come sempre!!!